Guarda il video: https://www.youtube.com/watch?v=Y7pAsZx8zdw


http://nena-news.it/

11 novembre 2015

 

Cominciato il processo al bambino terrorista

di Michele Giorgio

 

Ahmad Manasra, 13 anni, è accusato del tentato omicidio di un coetaneo israeliano nella colonia ebraica di Pisgat Zeev (Gerusalemme). Lui si è dichiarato non colpevole. Un VIDEO  da ieri virale in rete (potete visionarlo alla fine del testo)  mostra il pesante interrogatorio subito dal bambino. 

 

Gerusalemme, 11 novembre 2015, Nena News –

 

È cominciato ieri il processo al 13enne Ahmad Manasra, accusato del tentato omicidio di un coetaneo israeliano lo scorso 12 ottobre nella colonia ebraica di Pisgat Zeev (Gerusalemme).    In Tribunale Manasra si è dichiarato non colpevole e il suo avvocato, Lea Tzemel, ha detto ai giudici che il ragazzo palestinese non intendeva uccidere ma solo spaventare gli israeliani, in risposta alle incursioni di estremisti ebrei alla Spianata delle moschee di Gerusalemme. Il ragazzino è stato ufficialmente incriminato del tentato omicidio dei due israeliani ma non è ancora chiaro se la sentenza della corte israeliana arriverà prima del suo quattordicesimo compleanno a gennaio, età dalla quale si è considerati responsabili penalmente, quindi punibili con il carcere.

Ahmad Manasra è ormai un caso internazionale. Ora sono due i video che lo vedono, suo malgrado, protagonista. Nel primo il ragazzo è stato appena bloccato dopo le aggressioni compiute il 12 ottobre a Pisgat Zeev assieme al cugino. È a terra ferito e sanguinante dopo essere stato investito da macchina e intorno la folla inferocita gli urla “crepa…figlio di p…” ed esorta la polizia ad ucciderlo. Nel secondo, ottenuto dall’agenzia palestinese Maan e da ieri virale in rete, il tredicenne viene interrogato. Nel filmato si vede il responsabile dell’interrogatorio urlare ed inveire contro di lui. Manasra ammette di essere il ragazzo che appare nelle immagini riprese da una telecamera di sorveglianza che mostrano le fasi dell’accoltellamento del ragazzino israeliano. Ma ripete tra le lacrime di non ricordare il fatto di cui è accusato e chiede invano l’intervento di un dottore. Implora il detective di credergli e aggiunge di «essersi svegliato il giorno dopo non sapendo cosa fosse accaduto». L’investigatore israeliano però lo accusa, sempre urlando, di «essere un bugiardo».

Per i palestinesi quell’interrogatorio, avvenuto nei giorni scorsi, è una grave forma di «tortura psicologica» contro un ragazzino di 13 anni.

Il mese scorso Manasra si era trovato al centro di polemiche fra Israele e Anp dopo che il presidente Abu Mazen aveva erroneamente accusato Israele di averlo ucciso a freddo. Un passo falso subito usato dal premier Netanyahu per accusare Abu Mazen e i palestinesi di diffondere notizie false e incitare alla violenza. Nena News

 

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