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29 Marzo 2015

 

Come si vive ad Hebron: soldati israeliani irrompono di notte nelle case dei palestinesi per interrogare i bambini atterriti

Traduzione e sintesi di Luciano Lago

 

Come si vive in Palestina sotto l’occupazione israeliana: soldati israeliani irrompono di notte nelle case dei palestinesi per interrogare i bambini atterriti.

Nella notte del 23 Febbraio del 2015, truppe israeliane mascherate sono arrivate nel quartiere di Waddi a-Nasarah, a Hebron e sono entrati in due edifici irrompendo negli appartamenti di dieci famiglie palestinesi.

Irruzione notturna nella casa di Sameeh e di Mai Da’ana, ad Hebron, alle ore 3,20 del 24 febbraio 2015.

L’indagine di B’Tselem mostra che intorno alle ore 1,30 A.M.. le truppe militari israeliane sono arrivate al quartiere di Wadi a-Nasarah di Hebron, che si trova vicino al recinto di sicurezza del villaggio di Kiryat Arba. I soldati, che erano mascherati ed armati, sono entrati nei due edifici situati vicino alla porta della recinzione del villaggio. I due edifici comprendono un totale di dieci appartamenti, la maggior parte dei quali sono case di famiglie con bambini. I soldati sono entrati in ogni appartamento ed hanno ordinato ai genitori di svegliare i loro figli e portarli alla sala soggiorno.

In alcuni casi, dopo che i genitori hanno espresso le loro obiezioni, i militari hanno permesso che i più piccoli continuassero a dormire. In altri casi i soldati hanno insistito nella richiesta di svegliare tutti i bambini. I soldati hanno voluto fotografare i bambini, hanno ordinato loro (anche bimbi di 5 anni) di indicare il loro nome, l’età e in alcuni casi incluso li hanno interrogati ed hanno voluto sapere se loro avessero lanciato pietre. Testimoni raccolti dalle famiglie attraverso la B’Tselem riferiscono che i soldati hanno svolto una breve ricerca in tutti gli appartamenti, ciascuno di questi è durato alcuni minuti, tuttavia si è focalizzato principalmente nell’identificare e fotografare i minori che vivevano in quelle case. Per quanto conosciuto dalla B’Tselem, nessuno è stato detenuto nel corso della retata e nulla è stato trovato durante le perquisizioni.

Vedi il video: Youtube.con/watch

Un racconto simile anche dalla signora Mirvat Qafishah, di 37 anni, madre di sei figli, ha riferito agli investigatori del campo di B’Tselem, Manal al-Ja’bari , circa la perquisizione della sua casa fatta dai soldati:

“Stavamo dormendo quando, verso l’una e mezza della notte, abbiamo sentito colpi alla porta e voci nelle scale del nostro edificio”. Mio marito Adnam ha domandato chi era sulla porta ed abbiamo ascoltato qualcuno dire: “Apra, è l’esercito”. Adnam ha aperto la porta e quattro soldati mascherati sono entrati in casa. Loro ci hanno puntato addosso le armi ed uno di quelli ha orinato ad Adnam di svegliare i nostri sei figli, tra i 4 ed i 14 anni, di fare in modo che si allineassero lungo la parete della sala soggiorno. Adnam ha cercato di persuadere il soldato che lasciasse i bambini soli, perchè erano molto piccoli e sarebbe stato terribile per loro svegliarsi e vedere i soldati, ma il soldato si è mostrato inflessibile. Adnam ha svegliato i bambini ed uno dei soldati li ha fotografati ed ha scritto i loro nomi. I bambini stavano tremando dalla paura.

Il soldato mi ha ordinato di svegliare tutta la famiglia. Mia moglie ha cercato di convincere i soldati di non svegliare i bimbi. Ha spiegato che tutti loro erano piccoli e sis sarebbero impauiriti nel vedere i soldati. Ma non c’è stato niente da fare. Mia figlia Butul, che ha sette anni, si è sveglaita ed è rimasta appoggiata alla porta della sua camera. lei era molto atterrita. Io la ho tranquillizzata ed ho svegliato quasaym di 13 anni, poi Qusay di 12. Io non ho svegliato gli altri miei figli, Suhaib di 10 anni, tammer che hanno soltanto due anni e mezzo. I soldati hanno portato a Udai e Qusay nella sala, un soldato li ha onterrogati e li ha fotografati. Hanno fotografato anche me e la mia sposa. I miei figli erano realmente atterriti, specailmente Qusay. Dopo che i soldati se ne sono andati da casa, Qusay è scoppiato a piangere.

Vedi video: Youtube.com/watch

I soldati , mascherati ed armati. sono entrati nelle case della popolazione civile nonostante che non ci fosse alcun sospettato di alcun delitto. L’unico obiettivo dell’operazione era terrorizzare ed indimidire i genitori ed i figli, in uno sforzo di assicurarsi che i bambini non diventassero lanciatori di pietre e per rendere più facile per i soldati identificarli ed arrestarli nel caso dovessero divenirlo.

L’esercito non dovrebbe trattare i civili come delinquenti e tanto meno nel caso di bambini di quattro anni. Neppure dovrebbe essere ammesso di utilizzare i soldati come un fattore di dissuasione. Serve anche per illustrare come accade abitualmente in Palestina nella vita di tutti i giorni che i soldati della potenza occupante, Israele, irrompono arbitrariamente nelle case e nella vita delle famiglie, seminando il terrore e violando i diritti elementari di minori e persone non colpevoli di nulla se non di vivere sotto un duro regime di occupazione.

 

Nota: naturalmente del regime di occupazione attuato da Israele la stragrande maggioranza dei media non parla, le vessazioni quotidiane fatte ai danni della popolazione civile palestinese, non esistono, l’abbattimento delle case dei palestinesi per fare posto ai nuovi insediamenti di coloni è una non notizia, così come la costruzione di muri di cemento di sei metri per dividere le zone abitate dai palestinesi da quelle dei coloni, la segregazione non fa notizia.

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