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17 marzo 2015

 

La vittoria di Assad e la sconfitta degli Usa

di Andrea Minciaroni

 

A quattro anni dal conflitto gli Stati Uniti e L'Europa hanno capito che Bashar Al-Assad ha vinto e per impedire il sopraggiungere dell'ISIS in Occidente bisogna collaborare insieme senza pregiudizi

 

Sono passati quattro anni dallo scoppio della guerra in Siria e, al di là di ogni considerazione, resta evidente un fatto: il regime di Bashar Al-Assad è ancora in carica. Oltre ogni tentativo di destabilizzazione il presidente siriano in questi giorni ha incassato l’ennesima vittoria grazie alle parole di John Kerry: ” Alla fine dovremo negoziare. Siamo sempre stati disponibili a negoziare all’interno del processo di Ginevra. Stiamo facendo pressione per spingere Assad a farlo, stiamo studiando dei modi per aumentare la pressione su di lui “. Dichiarazioni che a quattro anno dal conflitto suonano come l’ennesima resa degli Stati Uniti.

Dopo aver armato le fazioni terroristiche islamiche di Al-Nusra, e accusato Assad di utilizzo delle armi chimiche contro i civili nel tentativo di giustificare l’ennesima offensiva della NATO, in questi giorni, attraverso le parole del Segretario di Stato Americano, gli Stati Uniti hanno finalmente gettato a terra la maschera: Bashar Al-Assad ha vinto. È inutile ripercorrere tutte le fasi del conflitto, quello che ci preme sottolineare in questo caso sono le conseguenze dirette del fallito regime change siriano. Grazie alle capacità strategiche e militari della forze armate nazionali e, checché se ne dica in Occidente, al sostegno del popolo nei confronti del proprio presidente, Assad ha saputo respingere l’offensiva guidata dagli Stati Uniti impedendo – anche grazie al veto della Russia in sede ONU – di gettare il Medioriente nell’ennesima polveriera targata NATO.

Oggi, a quattro anni dal conflitto, anche gli stessi detrattori di Assad riconoscono il prezioso ruolo che il presidente siriano ha svolto nella lotta al terrorismo islamico. In un momento delicato dove le potenze Occidentali si riconoscono deboli ed incapaci di prevenire e contrastare eventuali attacchi terroristici, Assad si è trasformato improvvisamente in uno statista con cui bisogna dialogare per impedire ai jihadisti dell’ISIS di espandersi in Europa. In questi quattro anni molte cose sono cambiate, una sola però sembra essere immune al tempo: l’ipocrisia dell’Occidente.

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