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feb 26th, 2015

 

Forse 350 i cristiani rapiti, 15 quelli già uccisi. Si teme un’esecuzione di massa

 

L’archimandrita Emanuel Youkhana ha riferito ad “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, Fondazione di diritto pontificio che sostiene le chiese che operano in difficoltà economiche o in paesi dove viene meno la libertà di religione, che i cristiani rapiti nei 35 villaggi della regione di Hassake, in Siria, “stavano difendendo i loro villaggi e le loro famiglie”.

Il numero dei rapiti indicato dal prelato è ben superiore al centinaio comunicato in precedenza, cioè di un centinaio di persone; questi sarebbero trattenuti presso il villaggio sunnita di Um al-Masamier, mentre non si sa dove sono state portate altre 51 famiglie, “con circa 5 componenti a testa”.

Youkhana ha affermato che in 15 sarebbero già stati uccisi, di cui una donna decapitata e due uomini con colpi di arma da fuoco.

L’arcivescovo Jacques Behnan Hindo, ordinario dell’Arcieparchia siro-cattolica di Hassake-Nisibi, ha comunicato all’Agenzia Fides che “voci non verificate parlano di omicidi sommari e di stupri commessi dagli jihadisti ai danni delle popolazioni cristiane aggredite” in Siria. e che sarebbero più di 250 gli abitanti assiri e caldei nelle mani dei jihadisti, deportati nella zona di Sheddadi, a 40 km a sud di Hassake.

Hindo ha detto che “Da lì ci arrivano notizie non confermate che gli jihadisti stanno festeggiando. Noi cerchiamo di attivare canali di negoziato attraverso leader musulmani arabi in contatto con alcuni sheikh passati con lo Stato Islamico. Siamo preoccupati per la sorte degli ostaggi, tra cui ci sono molti anziani, molte donne e molti bambini”.

Sempre notizie non confermate riferiscono che è in corso di preparazione un’esecuzione di massa presso la moschea di Bab Alfaraji, un villaggio sunnita nella zona.

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