Fonti Riservate:

http://www.controinformazione.info

30.09.2015

 

La Russia ordina alle forze della coalizione USA di sgomberare dallo spazio aereo della Siria

Traduzione e sintesi di Luciano Lago

 

Primo scontro fra Russia e Stati Uniti sul controllo dello spazio aereo in Siria

Secondo informazioni pervenute da fonti riservate, Mosca ha richiesto perentoriamente al comando USA di abbandonare lo spazio aereo siriano, visto che nello stesso spazio aereo sono in corso operazioni di aerei militari russi che vanno a colpire le posizioni dell’ISIS.

 

Dopo appena un giorno dall’incontro all’Assemblea dell’ONU, inizia a concretizzarsi il contrasto tra le due impostazioni per la gestione della crisi siriana. Il presiedente russo Vladimir Putin aveva apena ottenuto l’autorizzazione dal Consiglio della Federazione Russa per  adoperare la forza militare all’estero. La Russia ha però escluso al momento l’impiego di forze terrestri in Siria.

 

Putin e si è mosso rapidamente ordinando l’inizio dell operazioni in Siria e per tale motivo è stato costituito a Baghdad un comando unificato per le operazioni contro l’ISIS che coordinerà le operazioni delle forze siriane, irachene, iraniane e russe.

Dall’altra parte del paese, nel nord di Amman, gli USA, assieme ad Arabia Saudita, Qatar, Giordania, Israele ed Emirati Arabi ,avevano costituito una “sala di operazioni” il cui reale obiettivo era quello di coordinare gli attacchi in appoggio dei gruppi dei ribelli contro il regime di Assad.

Si tratta di due sale di guerra agli estremi opposti nell’arena siriana, in cui una di queste rappresenta l’alleanza degli USA con altri paesi regionali per abbattere il regime di Assad e l’altra per difendere le forze siriane e colpire tutte le posizioni dei gruppi terroristi, inclusi quelli armati e riforniti dagli USA e sauditi.

Si prospetta una prova di forza tra i due schieramenti visto che stanno entrambi stanno perseguendo obiettivi incompatibili fra di loro.

La Russia si muove nell’ambito della legalità internazionale in quanto chiamata dal legittimo governo siriano a fornire aiuto militare contro i gruppi jihadisti dello Stato Islamico. Non altrettanto si può dire delle forze capeggiate dagli USA che non sono state autorizzate ad entrare nello spazio aereo siriano.

Appare sempre più chiaramente (dalle osservazioni dei satelliti) la forte accumulazione di materiale militare da parte della Russia in Siria che presuppone un intervento in forze e la creazione di un cerchio di difesa antiaerea attorno alle sue basi militari costituite in Siria: la vecchia  base di Tartous e la nuova costituita vicino a Latiaka. Ultimamanete sono stati consegnati altri sei aerei tipo SU-34 alle forze siriane e sono state installate batterie di missili antiaerei S-300 che stanno impensierendo anche lo stato maggiore Israeliano che teme di non poter più compiere le sue operazioni di attacchi aerei in Siria come fino adesso ha fatto.

Dalle ultime informazioni arrivate, il segretario USA alla Difesa, Ashton Carter, ha dato mandato al personale militare di istituire un canale di comunicazione con il comando russo per garantire la sicurezza delle operazioni militari tra USA e Russia ed evitare un possibile conflitto nell’aria tra le due forze aeree. Il Ministero russo ha risposto che il coordinamento deve passare attraverso Baghdad, esattamente dove è stato costituito il comando unificato delle forze russe -iraniane-siriane, cosa che non è gradita al comando USA che avrebbe voluto un contatto diretto con Mosca.

Al momento non si sa se il comando USA vorrà ottemperare alla richiesta russa di lasciare sgombro lo spazio aereo siriano. Tanto meno i russi tollereranno altre incursioni unilaterali dei caccia francesi per i quali sembra sia stato impartito l’ordine di abbatterli senza preavviso, utilizzando le battere di missili S-300.

La situazione risulta estremamente delicata e pericolosa visto che i due schieramenti sono in punta di collisione ed il pericolo di un conflitto tra le forze USA e Russo Iraniane è tutt’altro che scongiurato.

P.S. Ultima ora. – 30.09.2015. Ore, 16,05 – Confermato.  – Sono iniziati i primi bombardamenti effettuati dalle forze aeree russe sulle posizioni dello Stato Islamico

Fonti: Hispan Tv 

Al Manar 

Al Ahed News

 

Governo di Israele si dimostra molto preoccupato, quasi sull’orlo di una crisi di nervi

di Luciano Lago

 

Il governo israeliano dimostra di essere molto preoccupato (e non lo nasconde) per la nuova situazione determinatasi in Siria con la cooperazione militare dell’asse Russia-Iran-Iraq-Siria.

 

L’intervento militare russo effettuato con i primi bombardamenti di ieri sulle posizioni delle milizie dei takfiri, ha segnato una nuova era negli equilibri del Medio Oriente: viene bloccato dai russi il piano dell’Amministrazione USA di rovesciare il governo siriano e di ridisegnare i confini di Siria ed Iraq in base agli interessi di USA ed Israele.

 

Vedi : Il piano di balcanizzazione del Medio Oriente.

 

Il bombardamento effettuato dai caccia bombardieri russi ha colpito obiettivi dei terroristi localizzati nella zona di Homs che includevano centri di comando, magazzini di munizioni, veicoli e basi logistiche. Inutili le proteste degli USA che pretendono ancora di distinguere fra “terroristi buoni” (quelli definiti “moderati”) da “terroristi cattivi” (quelli dello Stato Islamico) ove la Russia e l’asse Iran-Siria-Iraq non operano queste sottili distinzioni e colpiscono tutti i miliziani takfiri che sono comunque armati dall’Occidente ed appoggiati più o meno apertamente da Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar.

Le proteste della coalizione guidata dagli USA sono patetiche e rasentano il ridicolo, considerando che provengono dalle stesse potenze che hanno sostenuto ed armato i gruppi terroristi e causato lo spaventoso conflitto  nel paese arabo.

Anche in Israele si guarda con molta preoccupazione agli avvenimenti e si prende atto della nuova situazione che, con l’arrivo in forze dei russi, ha mutato gli equilibri nella regione, non soltanto in Siria ma in tutto il Medio Oriente.

Di sicuro si considera che l’offensiva aerea scatenata dalla Russia segna un punto di svolta negli assetto del Medio Oriente: la Russia sta dimostrando con forza di essere la potenza principale nella regione; i governi degli stati della regione che avevano impostato la loro politica nella collaborazione con gli Stati Uniti presto saranno costretti a rivedere la loro politica e questo vale per Israele, per la Giordania, per l’Egitto e per la Turchia.

Non per nulla il governo iracheno è stato il primo a voltare le spalle agli USA ed a integrarsi nel nuovo centro di coordinamento per la lotta all’ISIS che è stato costituito proprio a Baghdad e questo è un segnale forte di sfiducia verso l’Amministrazione USA, uno smacco per Obama. Il governo iracheno sciita ha compreso quale fosse il vero piano degli USA, ha “mangiato la foglia” e si è associato ai russi per evitare la divisione del paese che l’Amministrazione Obama aveva già iniziato a prospettare come “soluzione definitiva”.

Israele è il paese più direttamente coivolto dalla nuova situazione strategica visto che perde la sua supremazia aerea nella zona e di conseguenza la libertà di colpire i suoi nemici (Esercito siriano ed Hezbollah) varcando i cieli della Siria. Questo determina una forte preoccupazione ed un rompi capo per gli strateghi sionisti, visto che adesso, nonostante tutti i loro sforzi profusi nel sostenere i gruppi terroristi anti Assad(quello di al Nusra in particolare) per rovesciare il governo di Al-Assad, non solo rischiano di trovarsi una Siria laica e nazionalista rafforzata militarmente dall’appoggio russo ma anche i reparti iraniani vicino alla loro frontiera che operano congiuntamente agli Hezbollah. Una vera iattura ed il fallimento della politica sionista di espansione in vista del progetto della “Grande Israele”.

In questo senso il ministro dell’ energía del governo di de Tel Aviv, Yuval Steinitz, ha affermato Martedì che “tutto quello che sta accadendo preoccupa Israele” , e questo si era capito.

“Nessuno vuole vedere forze russe nella zona delle Alture del Golan e, tanto meno, vogliamo vedere le forze iraniane”, ha aggiunto l’esponente israeliano. Inoltre il ministro ha sostenuto che le preoccupazioni di Israele, circa un rafforzamento delle forze iraniane nella zona direttamente ai suoi confini, sono state manifestate con gli USA e le altre potenze occidentali.

Alcuni giornali israeliani come il “Maariv” hanno sostenuto che vi fosse un accordo di coordinamento con la Russia deciso da Netanyahu nel suo incontro con il presidente Putin ma questo è stato poi smentito.

In Israele si osserva che i preparativi militari della Russia non si limitano alla Siria ma sono estesi anche all’Iraq dove è stato costituito un centro di coordinamento tra i paesi interessati e questo desta preoccupazione in Israele che aveva puntato su una eventuale stato curdo separato dall’Iraq alla cui realizzazione gli israeliani fornivano appoggio e sostegno concreto.

La situazione paradossale è quella che si troveranno ad operare nella regione due centri contrapposti, quello diretto dai russi da Baghdad che vuole annientare le milizie tertoriste dell’ISIS e quello diretto dagli americani ed israeliani dal nord di Amman, che vuole appoggiare le milizie terroriste (moderate) per rovesciare il governo siriano, con forti possibilità di conflitto tra le forze in campo.

L’intervento russo ha sparigliato le carte e smascherato il doppio gioco degli americani che adesso cercano pretesti per frenare l’iniziativa russa. Tuttavia le argomentazioni utilizzate da Obama e da John Kerry, il segretario di Stato americano, non sono convincenti e provengono da una Amministrazione che ormai ha perso qualsiasi credibilità agli occhi dei vari governi della regione, come dimostrato dal cambio di atteggiamento anche dell’Egitto (il più importante paese arabo) il cui presidente ha dichiarato inaspettatamente di voler sostenere il governo di Al-Assad che gli americani ed israeliani vorrebbero morto.

Gli esperti israeliani hanno comunque osservato che l’accumulazione militare russa sta assumendo dimensioni molto maggiori di quanto si immaginava e sta superando tutti gli sforzi di coordinamento di USA ed Israele nella regione. Adesso il quadro è cambiato e, come si dice a Roma, le chiacchiere stanno a zero, la parola passa ai caccia bombardieri ed ai sistemi d’arma. La campana a morto ha iniziato a suonare per i miliziani dell’ISIS ed i loro sostenitori occulti e palesi.

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