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19 February 2015

 

L’Alto Commissario dell’Onu per i Diritti Umani, Zeid Ra’ad Al Hussein, invita la Siria a rilasciare i detenuti, descrivendo le cupe condizioni in cui sopravvivono in cattività.

 

Oggi l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha esortato le autorità siriane a rilasciare tutte le persone detenute senza un giusto processo, dalle forze governative e dalle sue milizie, in alcuni casi, per anni, notando che attivisti, avvocati e difensori dei diritti umani sono stati particolarmente presi di mira.

"In molti casi, le persone sono detenute senza informazioni per settimane o mesi, in particolare dalla sicurezza politica, la sicurezza dello Stato, la sicurezza militare e dalla Air Force Intelligence," ha dichiarato Zeid Ra'ad Al Hussein in un comunicato stampa.

In un caso emblematico, tre esponenti di spicco del Centro siriano per i media e la libertà di espressione, Mazen Darwish, Hani Al-Zaitani e Hussein Ghrer, sono stati detenuti per tre anni sotto la legge anti-terrorismo del 2012.

I tre uomini erano dispersi nel corso dei primi nove mesi della loro detenzione, che ha avuto inizio il 16 febbraio 2012. Il mese scorso, il processo è stato rinviato per la sesta volta, con nessuna nuova data fissata. Mentre un’amnistia presidenziale generale, pubblicata nel giugno 2014, ha graziato molti detenuti sotto la stessa legge, purtroppo Mazen Darwish e i suoi colleghi, oltre a un numero imprecisato di altri, sono stati esclusi.

"Esorto il governo siriano a rilasciare immediatamente tutti coloro che sono stati incarcerati per l'espressione pacifica delle proprie opinioni e di garantire che a tutti i detenuti siano accordati i loro pieni diritti nella causa del processo" ha detto l’Alto Commissario Zeid.

Ha inoltre richiamato l'attenzione sulle condizioni atroci in cui sono detenuti, sottolineando il record del governo per torture e maltrattamenti, che è stata ben documentato prima e durante il conflitto.

"Recenti interviste con i detenuti rilasciati rivelano una situazione triste presso la Filiale della sicurezza politica, in cui i detenuti sarebbero stati tenuti in celle non più grandi di sei metri per sette, che contengono fino a 55 detenuti ognuna, senza cibo adeguato o cure mediche …. Essi hanno inoltre descritto l'uso di camere di tortura e delle attrezzature usate, nonché l'estrema crudeltà degli interrogatori".

Diversi rapporti delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno rivelato un ampio schema di torture e maltrattamenti nei centri di detenzione presso le agenzie di intelligence, nelle carceri e negli ospedali militari. La tortura è più comune durante i primi giorni o settimane di detenzione e viene utilizzata per ottenere informazioni, intimidire i detenuti o per costringerli a firmare false confessioni. Ci sono anche i conti dei morti in carcere in seguito a tortura e le atroci condizioni di vita.

Zeid ha dichiarato che le forze di sicurezza sono notes per detenere le persone ai posti di blocco, durante le incursioni militari e anche quando gli individui appaiono presso le strutture del governo per ragioni amministrative, come la registrazione di una nascita o di accesso ai servizi sociali.

Le milizie affiliate alle forze governative predispongono propri posti di blocco in diverse parti della Siria e sono state coinvolti nel rapimento di attivisti e difensori dei diritti umani. Alcune di queste milizie sono note per aver allestito strutture in cui i rapiti vengono detenuti e sottoposti a torture e maltrattamenti.

"Le stime del numero di persone in Siria, che sono state detenute a un certo punto, dal governo o dall’intelligence, sin dalle prime proteste iniziate a Daraa nel marzo 2011 vanno da decine di migliaia a centinaia di migliaia", ha dichiarato l'Alto Commissario.

 

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19 February 2015

 

UN rights chief calls on Syria to release detainees, describes ‘grim’ conditions, torture

 

Syrian authorities should release all those held by Government forces and its militias, without due process, in some cases for years on end, the United Nations rights chief urged today, noting which said that activists, lawyers and human rights defenders had been particularly targeted.

“In many cases, people are held incommunicado for weeks or months, in particular by Political Security, State Security, Military Security and Air Force Intelligence branches,” said UN High Commissioner for Human Rights Zeid Ra’ad Al Hussein in a press release.

In one emblematic case, three prominent members of the Syrian Centre for Media and Freedom of Expression, Mazen Darwish, Hani Al-Zaitani and Hussein Ghrer, have now been held for three years under the 2012 anti-terrorism law.

The three men were unaccounted for during the first nine months of their detention, which began on 16 February 2012, and last month, their trial was postponed for the sixth time, with no new date set. While a general presidential amnesty, issued in June 2014, pardoned many held under the law, Mazen Darwish and his colleagues, as well as an unknown number of others, were excluded.

“I urge the Syrian Government to immediately release all those who have been jailed for peaceful expression of their views and to ensure that all those detained are accorded their full due process rights,” High Commissioner Zeid said.

He also drew attention to atrocious conditions in which detainees are held, noting the Government’s record of torture and ill-treatment of detainees, which has been well-documented prior to, and during, the conflict.

“Recent interviews with released detainees reveal a grim situation at the Political Security Branch, where the detainees were reportedly kept in cells measuring no more than six-by-seven meters, containing up to 55 detainees each, without adequate food or medical care,” noted Mr. Zeid. “They described the use of torture rooms and equipment as well as the extreme cruelty of interrogators.”

Various UN human rights reports have revealed a broad pattern of torture and ill-treatment in detention facilities at intelligence agencies, and in prisons and military hospitals. Torture is most common during the first days or weeks of detention and is used to obtain information, intimidate detainees or to force them to sign false confessions. There are also accounts of deaths in detention due to torture and atrocious living conditions.

Mr. Zeid said that security forces are known to detain people at checkpoints, during raids, military incursions and even when individuals appear at Government facilities for administrative reasons, like registering a birth or accessing social services.

Militias affiliated with Government forces have also reportedly set up their own checkpoints in different parts of Syria and have been involved in the abduction of activists and human rights defenders. Some of these militias are known to run facilities where those abducted are held and reportedly face torture and ill-treatment.

“Estimates of the number of people in Syria who have been held at some point or other in Government and intelligence detention facilities since the first protests began in Daraa in March 2011 range from tens of thousands to hundreds of thousands,” the High Commissioner said.

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