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1 & 2 aprile 2015

 

L’Isis arretra e lascia Yarmouk

 

Dopo una notte di battaglia, i jihadisti entrati ieri nel  campo profughi palestinese, otto chilometri a sud di Damasco, sono stati respinti dai gruppi armati palestinesi

 

Aggiornamento Ore 12 – Isis ricacciato da Yarmouk

Roma, 2 aprile 2015, Nena News

 

I gruppi armati palestinesi hanno ricacciato i miliziani dell’Isis che ieri erano entrati a Yarmouk, occupandone vaste aree. È quanto riferisce l’Agence France Press (AFP), riportando informazioni diffuse dall’Osservatorio siriano per i Diritti umani.

Dopo l’attacco dei jihadisti iniziato ieri mattina, ci sono stati combattimenti all’interno del campo profughi palestinese, otto chilometri a sud di Damasco. Secondo il direttore dell’Osservatorio, Rami Abdel Rahman, le fazioni palestinesi sono state aiutate dai ribelli siriani. L’Isis, racconta Anwar Abdel Hadi, a capo degli affari internazionali dell’Olp di Damasco, è stato respinto fuori da Yarmouk dopo una notte di scontri, durante la quale hanno perso la vita sei persone e 17 sono rimaste ferite. Il bilancio delle vittime non è ancora definitivo. Nena News

 

Mappa elaborata da Middle East Online

Il percorso dell’Isis verso Damasco.

 

Roma, 1 aprile 2015, Nena News

 

L’Isis è arrivato alle porte di Damasco, nel campo profughi palestinese di Yarmouk, che si trova otto chilometri a Sud della capitale. A darne notizia è l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp).

Milizie legate al sedicente Stato islamico stamattina hanno sferrato un attacco all’insediamento sotto l’assedio delle forze fedeli al presidente siriano Bashar al Assad, al cui interno sono bloccate circa 18mila persone. “I jihadisti hanno occupato la maggior parte del campo”, ha riferito Anwar Abdel Hadi, a capo degli affari internazionali dell’Olp di Damasco, al sito palestinese Ma’an.

Sarebbero entrati dalla zona occidentale, secondo il racconto di un abitante dell’insediamento al sito Middle East Online (MEE). Ci sono stati combattimenti tra i miliziani dell’Isis e il gruppo palestinese Aknaf Beit al Maqdis, vicino ai Fratelli Musulmani e anch’esso nelle file dell’opposizione ad Assad. Una delle tante sigle presenti nel campo che il presidente siriano ha descritto come un focolaio di “terroristi”, ordinando alle sue truppe di tenerlo d’assedio da oltre un anno. La situazione umanitaria disperata del campo è stata più volte denunciata dall’Agenzia Onu per i palestinesi (Unrwa). La mancanza di cibo, di acqua potabile, di carburante, di medicine è cronica e le organizzazioni hanno denunciato diversi casi di decessi per inedia.

Lo scontro tra l’Isis e Aknaf Beit al Maqdis è scoppiato dopo qualche giorno dall’arresto da parte del gruppo palestinese di alcuni membri dell’Isis. Testimoni riferiscono che qaedisti del Fronte al Nusra si sarebbero uniti ai jihadisti. La popolazione si trova in mezzo a uno scontro tra fazioni armate all’interno dell’insediamento, mentre dall’esterno i soldati governativi colpiscono con l’artiglieria, raccontano gli abitanti.

Alla fine del 2012, la presenza di gruppi armati ribelli, tra cui fazioni di stampo jihadista, ha provocato sanguinosi combattimenti e bombardamenti dell’aviazione governativa, che hanno ridotto Yarmouk a un cumulo di macerie, svuotato dalla fuga in massa dei suoi abitanti. Prima che iniziasse il conflitto siriano, a Yarmouk abitavano 160mila persone. Da campo di accoglienza per i profughi palestinesi, aperto nel 1957, si era trasformato in una cittadina vivace, centro commerciale sulla strada per Damasco, considerata la capitale della diaspora palestinese che in Siria conta circa 500mila persone.

Nel 2014 i ribelli siriani hanno lasciato Yarmouk in base a un accordo che consentiva soltanto ai gruppi antigovernativi palestinesi di restare all’interno del campo.

Intanto ieri Al Nusra, ramo siriano di al Qaeda, alla guida di una coalizione di gruppi jihadisti e islamisti radicali nota come Fronte Meridionale, ha preso il controllo di Nasib, l’ultimo valico di confine con la Giordania ancora nelle mani dell’esercito siriano. Si consolidano perciò le recenti conquiste territoriali fatte da qaedisti e jihadisti nella Siria meridionale nonostante l’offensiva lanciata dalle forze governative nei mesi scorsi nell’area della città di Deraa. Nena News

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