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25 ottobre 2016

 

Il Wwf e la nuova era climatica della CO2 a 400 ppm: rispondere con l’Età del sole

 

Per salvare ecosistemi ed esseri umani, la politica se ne deve occupare davvero

Dopo l’annuncio (o meglio la conferma) dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo)  che, con dati allarmanti sia sulla concentrazione di CO2 che sulle temperature, siamo entrati in una “nuova era per il clima”, Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia, sottolinea che «La nuova era per il clima” avrà sicuramente impatti molto importanti e potrebbe cambiare profondamente la geopolitica e la vita sul Pianeta . Siamo ancora in tempo per “decidere” se questi cambiamenti potranno essere metabolizzabili dagli ecosistemi e dalla civilizzazione umana o no».

Il superamento definitivo della soglia delle 400 ppm di CO2 in atmosfera era già stato segnalato mesi fa  dall’osservatorio di Mauna Loa della  National oceanic and atmospheric administration  Usa (Noaa) delle  Hawaii, ma ci è voluto il rapporto della Wmo perché raggiungesse  le prime pagine dei giornali italiani, eppure, come sottolinea la Midulla, «I record non si contano più, 3 anni di seguito (incluso quello in corso) saranno i più caldi mai registrati, la concentrazione di CO2 in atmosfera è stabilmente sulle 400 parti per milione, una concentrazione molto più alta di quella registrata da milioni di anni. Mese per mese i record si susseguono, destando enorme preoccupazione nella comunità scientifica».

Di fronte al rapporto della Wmo «La politica non può fingere di occuparsene – dice  la responsabile clima ed energia del Wwf – se ne deve occupare davvero. Il 4 novembre entrerà in vigore l’Accordo di Parigi, vorremmo che per quel giorno tutti fossero pronti non solo a mantenere le proprie, inadeguate promesse,  ma a incrementare esponenzialmente gli sforzi per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Questo vuol dire dare l’avvio a un vero e proprio new deal, perché cominci l’Età del Sole eliminando i combustibili fossili e puntando tutto sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica.  Rispondere alla grande minaccia del cambiamento climatico creando, insieme, nuove opportunità è l’unica strada percorribile: ci auguriamo che questa sfida venga colta da tutti, comunità, Paesi, Governi e mondo dell’economia».

Il 3 novembre, alla vigilia dell’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi e della COP22 di Marrakech, il Wwf  renderà noto un report sulle politiche nazionali necessarie per uscire dal primo combustibile fossili di cui possiamo fare a meno, il carbone: «Un Paese che non ha bisogno di questa fonte fossile, come il nostro, può diventare leader della transizione, tanto più  oggi che persino la Cina ha deciso di rinunciare ad alcune delle centrali a carbone già in costruzione», concludono gli ambientalisti del Panda.

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