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30 luglio 2016

 

Armenia: proteste a sostegno gruppo armato barricato con ostaggi

 

Caos in Armenia dove sono in corso cortei a sostegno del gruppo armato barricato con ostaggi dentro una stazione della polizia. Lo riferisce la Bbc online. Il gruppo è asserragliato dal 17 luglio in un Commissariato di polizia di Ierevan per chiedere la scarcerazione di un leader dell'opposizione, Jirair Sefilian che ha fortemente criticato il modo in cui il presidente Serge Sarkisian, ha gestito il conflitto nel Nagorno-Karabakh.

 

Gli assalitori chiedono la liberazione dell’oppositore politico Jirair Sefilian, arrestato a giugno con l’accusa di detenzione illegale di armi, e le dimissioni del presidente Serz Sargsyan. Secondo le ultime informazioni, gli ostaggi sarebbero stati tutti liberati. Il gruppo armato ha invitato la popolazione armena a scendere in piazza contro l’esecutivo.

 

L’appello è stato raccolto e, dal 17 luglio, i poliziotti hanno caricato con manganelli i manifestanti che urlavano “Liberate Armenia indipendente” e “Serge, Vattene”. Decine di dimostranti sono stati arrestati. L'agenzia di stampa armena Sputnik riferisce che almeno 60 persone, tra cui tre giornalisti di Radio Liberty, sono rimaste ferite negli scontri e 40 sono ricoverate in ospedale. Sono 165 le persone fermate e di queste, 26 confermate in stato di arresto.

   


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Sab, 23/07/2016 - h17:33 

 

Armenia, risolta la crisi degli ostaggi

di Simone Zoppellaro


Le ultime quattro persone nelle mani degli insorti sono state rilasciate dopo una lunga trattativa durata per giorni

 

Si è appena risolta la crisi degli ostaggi iniziata in Armenia all’alba di domenica scorsa. Ad affermarlo sono i media locali armeni. Le ultime quattro persone nelle mani degli insorti sono state rilasciate dopo una lunga trattativa durata per giorni. Il generale Vitaly Balasanyan è riuscito finalmente a convincere gli assalitori. Tutti liberi, anche il vice capo della polizia armena, Vartan Yeghiazaryan, e il numero due della polizia di Yerevan, Valeri Osipyan, tenuto in ostaggio dopo essere sopraggiunto per cercare una mediazione con gli assalitori.

La stazione di polizia del quartiere di Erebuni, alla periferia della capitale Yerevan, era stata presa d’assalto da una ventina di uomini appartenenti a un gruppo ultra-nazionalista che si fa chiamare “Sasna Tsrer”. Durante gli scontri era morto un poliziotto, Artur Vanoyan, padre di tre figli, e due suoi colleghi erano rimasti feriti. Gli insorti chiedevano la liberazione del loro leader, Jirair Sefilyan, capo del loro movimento politico e popolare eroe della guerra in Nagorno-Karabakh, che era stato arrestato a fine giugno per possesso e trasporto di armi illegali. Un arresto che molti armeni ritengono politicamente motivato, data anche la posizione intransigente con la quale Sefilyan si oppone a qualsiasi possibile accordo con l’Azerbaijan per la questione del Karabakh. Chiedevano inoltre le dimissioni di altri prigionieri politici e le dimissioni del presidente armeno Serj Sargsyan. Ma nulla di tutto questo è avvenuto.

Da lunedì pomeriggio c’erano state manifestazioni di proteste contro il governo e a favore degli insorti, dimostrazioni che però non sono mai riuscite a raccogliere – nei momenti di massima tensione – più di poche migliaia di persone. A mobilitare molte persone erano stati anche diverse foto, video e testimonianze di abusi perpetrati dalla polizia contro i manifestanti, nonché le centinaia di fermi ed arresti, da molti ritenuti arbitrari.

Gli insorti hanno chiesto e ottenuto, per la liberazione degli ostaggi, di incontrare i media e la stampa in una “zona neutrale” nei pressi della stazione di polizia assaltata.

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