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09 feb 2016

 

Giulio, l’Egiziano: il ricordo di Mohamed

di Cospe

 

L’avvocato e attivista per i diritti umani, organizzatore della commemorazione di sabato scorso, racconta gli ultimi 10 giorni di paure e incertezze.

 

Roma, 9 febbraio 2016, Nena News –

 

Pubblichiamo il ricordo di Giulio Regeni e il racconto di questi ultimi 10 giorni tra dubbi, timori e, purtroppo, certezze, da parte di Mohamed, avvocato, attivista dei diritti umani, impegnato nei diritti dei lavoratori e collaboratore COSPE proprio in questo ambito. Giulio, che studiava il movimento sindacale egiziano e i vari fenomeni sindacali indipendenti nati dal 2011, lo aveva contattato proprio per avere informazioni e dati. Mohamed, che si era attivato subito dopo la sua scomparsa, è tra gli organizzatori della manifestazione in suo ricordo (sabato 6 febbraio ore 16.00) davanti all’ambasciata italiana al Cairo.

“Il 25 gennaio, Giulio si era mosso dal quartiere di Dokki per incontrare alcuni amici in centro al Cairo, ma non è mai arrivato. E’ scomparso, come altre centinaia di egiziani. Io sono un avvocato, e ho subito ricevuto telefonate da amici italiani ed egiziani che chiedevano aiuto. Con altri miei colleghi abbiamo presto chiesto notizie di Giulio presso diverse stazioni di polizia, invano. Così abbiamo avviato una campagna on line, in cui si chiedeva, a chiunque potesse, di fornire qualsiasi indizio fosse utile.

Quando qualcuno scompare qui in Egitto, la sua nazionalità non fa differenza. Tutti corrono gli stessi rischi: “siamo tutti Egiziani”.

Dopo otto giorni abbiamo avuto l’orribile notizia che il corpo di Giulio era stato ritrovato, circa 50 km lontano da dove era scomparso.

Come tutti gli egiziani, non sappiamo niente di cosa sia successo. Sappiamo solo che il suo corpo morto riporta segni di torture: allora, cosa è accaduto?

Fosse stato rapito da criminali, sarebbe seguita una richiesta di riscatto. Fosse stato rapito da terroristi, sarebbe seguita una rivendicazione. Ma la vera domanda è questa: chi può aver rapito un cittadino straniero da Dokki, il 25 gennaio, mentre migliaia di soldati e poliziotti erano dislocati per quelle strade?

Ci sono tante altre domande, è tutto e possibile in questa folle situazione, in cui contiamo ormai una vittima al giorno, tra morti, arresti e scomparse. Spero che potremo conoscere la verità su Giulio attraverso indagini corrette, con una vera collaborazione tra le autorità italiane ed egiziane.

Del resto, da cittadino egiziano, credo che quanto è accaduto a Giulio, e a migliaia di altri egiziani, vittime come lui, è la logica conseguenza del credito attributo dai governi e dalla comunità internazionale al regime egiziano, senza condizioni, senza richieste di misure concrete nel campo dei diritti umani, della democrazia e delle riforme istituzionali.

A tutti i miei amici italiani dico che questo è ciò che affrontiamo ogni giorno in Egitto, e che purtroppo abbiamo migliaia di Giulio egiziani. Per favore, insistete nella ricerca della verità e delle responsabilità dei colpevoli, per darci la speranza che un giorno, insieme, potremo restituire i loro diritti a tutti i Giulio”.

Le parole di Mohamed trovano conferma nei dati riportati da numerose organizzazioni internazionali (Amnesty, Human Rights Watch, Frontline Defenders): negli ultimi due anni sono 12.000 le persone arrestate con l’accusa di terrorismo e che si vanno ad aggiungere alle oltre 22.000 ancora in carcere senza accuse ufficiali dal 2013, 340 le persone scomparse invece, solo dall’anno scorso. A molti degli attivisti che ancora vivono al Cairo, sono stati interdetti i viaggi e bloccati i passaporti: tra loro alcuni nostri amici e partner come Gamal Eid di ANHRI (Arab Network for Human Rights) e i giornalisti Esraa Abdelfattah e Ismail Iskandarani, di cui abbiamo denunciato i casi. Mentre il blogger Alaa Abdelfattah sta scontando 5 anni di carcere dopo un processo sommario e false accuse.

COSPE si unisce all’appello di Mohamed e alle manifestazioni di cordoglio per Giulio Regeni, a ragione definito “la meglio gioventù italiana”: ricercatore, poliglotta ed entusiasta cittadino del mondo. E ora chiediamo che il Governo Italiano persegua la ricerca della verità e non si faccia frenare da ragioni di realpolitic; chiediamo che i diritti umani siano dirimenti quando si concludono accordi e si stringono alleanze su questioni migratorie, di sicurezza ed economiche. Chiediamo che la commissione di esperti italiani arrivati al Cairo per condurre le indagini vada fino in fondo. Giulio lo merita. Tutti gli egiziani lo meritano.

 

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