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June 16, 2016

 

Le rivelazioni del libraio rapito

 

Rompendo il silenzio che aveva caratterizzato il comportamento dei suoi colleghi anche loro rapiti dai cinesi e tornati da pochi mesi a Hong Kong, Lam Wing-kee ha denunciato le condizioni di detenzione cui è stato sottoposto in Cina e fornito dettagli sul suo sequestro. Lam fu rapito assieme ad altri cinque scrittori ed editori, tutti gravitanti attorno alla Causeway Bay Bookstore, specializzata nella pubblicazione di libri scandalistici sui leader cinese e ultimamente proprio sul presidente Xi Jinping.

 

In conferenza stampa Lam ha raccontato di essere stato prelevato dagli agenti cinesi al confine tra Hong Kong e la Cina continentale, ammanettato e bendato, quindi portato a Ningbo, distante circa 1.000 chilometri dalla frontiera e li detenuto da novembre a marzo senza poter contattare famiglia e legali, subendo pressioni psicologiche fino alla confessione forzata in diretta televisiva.

 

Successivamente fu trasferito in un altro centro della provincia meridionale del Guangdong, dove è rimasto fino a pochi giorni fa. La vicenda dei cinque librai ha suscitato pesanti critiche, in particolare sui limiti dell'applicazione della Basic Law e dello Stato di diritto nell'ex colonia britannica.

 


english version below

http://qz.com/

June 16, 2016

 

Uno dei librai scomparsi di Hong Kong, dice di essere stato sequestrato dalla polizia cinese

di Josh Horwitz

 

Uno dei librai "rapiti" di Hong Kong, scomparso da quasi otto mesi ha detto Giovedi 16 giugno di essere stato rapito dalle autorità cinesi.

 

Lam Wing-kee ha detto che è stato costretto a fare una confessione pubblica fraudolenta, gli è stata negata qualsiasi rappresentanza legale, gli è stato concesso il permesso di lasciare la terraferma qualora avesse accettato di rivelare i nomi dei lettori che frequentavano il negozio dove lavorava.

 

Ritornato a Hong Kong Martedì, Lam scomparve in ottobre 2015 insieme ad altri quattro uomini associati alla Causeway Bay Books. Due giorni dopo, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha ricordato i dettagli del suo rapimento. E' il primo dei librai scomparsi di Hong Kong ad accusare pubblicamente il governo cinese di aver violato sia la legge cinese che la Legge fondamentale che governa Hong Kong.

La Dogana cinese intercettò Lam al confine Luo Wu che separa Hong Kong e la Cina continentale, il 24 ottobre 2015, mentre era in viaggio verso il continente per trovare la sua ragazza. "Sono stato ammanettato e bendato, ci sono volute circa 13 o 14 ore." ha detto.

 

Le autorità lo hanno portato in treno a Ningbo, una città a più di 1.000 chilometri di distanza da Hong Kong. Al suo arrivo, ha detto che era in una camerata dai 200 ai 300 metri quadrati, e gli è stato detto di cambiare i vestiti. Le autorità gli hanno chiesto di firmare una dichiarazione che avrebbe rinunciato al diritto di contattare la sua famiglia e di chiedere l'assistenza di un avvocato.

 

Da novembre a marzo, Lam dice che di essere rimasto nella camerata con nessuna comunicazione esterna ne rappresentanza legale. Le autorità lo hanno accusato di portare libri proibiti in Cina, cosa che va contro la legge del continente cinese, anche se ha risposto di gestire il suo negozio in base al diritto giuridico di Hong Kong.

 

Le autorità a un certo punto lo hanno costretto a esprimere il rammarico per i suoi crimini davanti ad una videocamera, video che è stato trasmesso dalla televisione cinese continentale nel mese di febbraio. "C'era un regista e c'erano dei testi che ho dovuto imparare a memoria" ha detto. "Se li dimenticavo, mi davano dato un pò di tempo per ricordarli."

Nel mese di marzo, Lam è stato trasferito a Shaoguan, una città nella provincia del Guangdong più vicino a Hong Kong, dove è rimasto in detenzione fino a due giorni fa. Lam dice che le autorità cinesi gli hanno permesso di tornare a Hong Kong a patto che gli girasse un database contenente informazioni sui lettori e gli autori Causeway Bay Books.

 

Doveva tornare sulla terraferma oggi, ma dice che non osa.

 

Lee Bo e Gui Minhai, gli altri due librai che sono scomparso dalla Causeway Bay Books, sono stati citati nei notiziari, dicendo che avevano viaggiato in Cina per loro spontanea volontà. Gui Minhai rimane in custodia cinese.

 

Lam ha detto che a differenza degli altri librai, egli non ha familiari che risiedono nel continente, così lui è più libero di dire la verità sugli eventi.


http://qz.com/

June 16, 2016

 

One of Hong Kong “missing” booksellers says he was kidnapped by Chinese police

By Josh Horwitz

 

One of Hong Kong’s “disappeared” booksellers who has been missing for nearly eight months said Thursday (June 16) he was kidnapped by Chinese authorities.

 

Lam Wing-kee said he was forced to make a fraudulent public confession, denied any legal representation, and only allowed to leave the mainland when he agreed to turn over names of readers who frequented the store where he worked.

 

Lam went missing in October 2015 along with four other men associated with Causeway Bay Books, returned to Hong Kong on Tuesday. Two days later, he held a media conference where he recalled the details of his abduction. He’s the first of Hong Kong’s disappeared booksellers to publicly accuse the Chinese government of violating both Chinese law and the “Basic Law” that governs Hong Kong.

Chinese customs intercepted Lam at the Luo Wu border separating Hong Kong and mainland China on October 24, 2015, he said, as he was traveling to the mainland to visit his girlfriend. “I was handcuffed and my eyes were covered,” he said. “It took about 13 or 14 hours.”

 

Authorities took him by train to Ningbo, a city more than 1,000 kilometers away from Hong Kong. Upon arrival, he said he was to a 200 by 300 square meter room, and told to change clothes. Authorities asked him to sign a declaration stating he would give up rights to contact his family and not seek assistance from a lawyer.

 

From November to March, Lam says he remained in the room with no outside communication or legal representation. Authorities accused him of “bringing forbidden books to China” which runs against mainland Chinese law, although he replied that he ran his store legally under Hong Kong law.

 

Authorities at one point forced him to express regret for his crimes on camera, which was broadcast on mainland Chinese television in February. “There was a director. There were scripts,” he said. “I had to remember them and practice. If I forgot, they would give me some time.”

In March, Lam was transferred to Shaoguan, a city in Guangdong Province closer to Hong Kong, where he remained in detention until two days ago. Lam says that Chinese authorities allowed him to return to Hong Kong provided he turn over a database containing information about Causeway Bay Books’ readers and authors.

 

He was supposed to go back to the mainland today, but says he “dare not.”

 

Lee Bo and Gui Minhai, two other booksellers who went missing from Causeway Bay Books, were quoted in news reports saying that they traveled to China on their own volition.

 

Lam said that unlike the other booksellers, he does not have family residing in the mainland, so he is more free to speak truthfully about the events. Gui remains in Chinese custody.

 

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