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14/01/2016

 

Molti esperti russi concordano sul fatto che è poco probabile che Pechino invii truppe in Siria

 

Secondo il Washington Times, Pechino è preoccupata per il crescente numero di militanti di origine cinese che entrano nelle fila della Stato islamico, in particolare nella provincia dello Xinjiang, nella Cina occidentale. In passato, alcuni uighuri, un gruppo etnico musulmano della regione, si sono uniti a vari gruppi terroristici islamici, tra cui ad Al Qaeda.

 

"La domanda è: da quale parte staranno i cinesi?, si interrogano i militari intervistati dal Washington Times. Il giornale ritiene che sia più probabile che la Cina si unirà alle operazioni anti- terrorismo che la Russia sta conducendo in Siria e non alla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti contro lo Stato islamico

 

Tuttavia, molti esperti russi concordano sul fatto che è poco probabale che Pechino invii truppe in Siria. "La Cina non parteciperà alle operazioni militari, ne sono sicuro. Tradizionalmente, la sua politica non è quella di andare dove i grandi interessi si intersecano,", ha detto Bronislav Vinogrodski a Riafan.

 

Yuri Pochta, analista politico, concorda e dice che i cinesi hanno sempre cercato di prendere le distanze dai conflitti degli altri, ma "ora stanno abbandonando questa politica", come conferma l'attrito che hanno con quasi tutti i loro vicini per la  sovranità di alcuni territori nel Mar Cinese Meridionale.

 

"La Cina vive il problema dell'estremismo islamico, fa affermazioni e dà sostegno alla comunità globale nella lotta contro i jihadisti. Questa posizione è anche una manifestazione diretta di sostegno alle azioni della Russia in Siria", conclude l'analista. 

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