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March 11, 2016

 

I Censori cinesi denunciano un attacco online

di Chris Buckley

 

Il formidabile apparato di propaganda della Cina è stato messo sotto rinnovato attacco Venerdì, quando una denuncia diffusa on-line, a nome di un dipendente di Xinhua, la principale agenzia di stampa statale. La lettera di censura accusava di usare tattiche diffamatorie che ricordano i tempi maoisti per mettere a tacere i critici. La lettera riflette un crescente malcontento tra giornalisti, accademici e persino addetti del partito, circa la censura più stretta e circa l'esultanza vertiginosa per il presidente Xi Jinping sui media statali.

 

"Sotto il grezzo dominio delle autorità di controllo di Internet, l’espressione online è stata massicciamente repressa, e la libertà di espressione del pubblico è stata violata ad un grado estremo", dice la lettera, che si diffonde rapidamente in Cina ed è scomparsa altrettanto rapidamente. La lettera è stata pubblicata a nome di Zhou Fang, che ha dato il suo indirizzo di lavoro nella sede della Xinhua News Agency a Pechino, e comprendeva il suo numero di cellulare e il numero di carta d'identità. Un uomo che ha risposto a quel numero di telefono ha detto che era il signor Zhou, un dipendente di Xinhua, e che aveva scritto la lettera. "Non lo nego" ha detto. Aggiungendo che era stato redattore presso l'agenzia di stampa e che ora ha aveva un lavoro amministrativo. "Non posso dire nulla di più, perché voi fate parte dei media stranieri", ha concluso.

 

La lettera è apparsa dopo il subbuglio causato da Ren Zhiqiang, un rude uomo d'affari, che è stato aspramente criticato dai media statali nelle ultime settimane, dopo aver rimproverato i commenti del Sig Xi, che è anche segretario generale del partito comunista. Questa settimana, Caixin, una rivista economica di primo piano, ha pubblicato una denuncia insolitamente candida della censura, dopo che uno dei suoi articoli, toccando il tema censura, era stato censurato e cancellato.

 

La nuova lettera criticava le denunce di Mr. Ren sui siti web di partito, chiamandolo traditore e sovversivo per aver trasformato in problema la richiesta del signor Xi che i media statali obbediscano immancabilmente al partito. "Il recente incidente nella sicurezza Internet di circondare e attaccare Ren Zhiqiang in una sorta di critica di massa in stile Rivoluzione culturale, ha portato la delinquenza delle responsabilità e gli abusi di potere da parte delle autorità di Internet ad un estremo", dice la lettera, che è stata datata Lunedi 7 marzo ma ampiamente diffuso solo Venerdì 11. "Questo ha innescato una tremenda paura e indignazione tra l'opinione pubblica", dice la lettera. La gente, si leggeva, ha cominciato a "preoccuparsi per un'altra rivoluzione culturale".

 

Un amministratore di Xinhua ha detto che aveva un dipendente di nome Zhou Fang. Ma l'amministratore ha detto che non aveva sentito parlare della lettera e ha rifiutato di verificare i dati personali sottoscritti in essa.

Zhu Xiaoding, un avvocato cinese che ha pubblicato la lettera tramite Weibo, un servizio di microblog simile a Twitter, ha detto di averlo fatto per volere di un amico ed era sicuro che fosse di Mr Zhou di Xinhua. Mr. Xi ha visitato Xinhua e altre principali agenzie di stampa di stato il mese scorso, sottolineando che devono fermamente servire il partito. Il suggerimento che il signor Xi potrebbe riportare la Cina alle turbolenze dell'era di Mao, irritava le autorità, che descrivono il signor Xi come un baluardo di ordine imperturbabile.

 

Quest'anno è il 50° anniversario dell'inizio della Rivoluzione Culturale nel 1966, quando Mao Zedong portò i suoi metodi di denuncia di massa e denigrazione dei nemici ad un estremo. Alcune persone temono che il signor Xi sia troppo disposto ad utilizzare tattiche dure che riecheggiano quel tempo, ha detto Zhang Lifan, un uomo d'affari e storico a Pechino, il cui padre fu perseguitato sotto Mao. "Questo periodo è diverso dalla rivoluzione culturale, quando eravamo completamente chiusi", ha detto Zhang. "Qualcosa della mentalità e dei metodi di quel tempo potrebbe persistere. Ma la gente all'interno del sistema non vorrebbe vedere che questo accada di nuovo."

 


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March 11, 2016

 

China’s Censors Denounced in Online Attack

By Chris Buckley

 

Chinas formidable propaganda apparatus came under renewed attack on Friday, when a denunciation spread online in the name of an employee of Xinhua, the main state-run news agency. The letter accused censors of using tactics reminiscent of Maoist times to silence and smear critics.

The letter reflected a growing discontent among journalists, academics and even party insiders about the tighter censorship and about the giddy exultation of President Xi Jinping in state-run media.

“Under the crude rule of the Internet control authorities, online expression has been massively suppressed, and the public’s freedom of expression has been violated to an extreme degree,” said the letter, which spread quickly online in China and was taken down just as swiftly.

The letter was issued in the name of Zhou Fang, who gave his work address as Xinhua News Agency headquarters in Beijing, and included his cellphone number and identity card number. A man who answered the phone at that number said that he was Mr. Zhou, an employee of Xinhua, and that he had written the letter.

“I don’t deny that,” he said. He said that he had been an editor at the news agency and that he now held an administrative job. “I can’t say anything more, because you’re foreign media,” he said.

The letter appeared after an uproar over Ren Zhiqiang, a blunt-speaking businessman, who was bitterly denounced by state-run media in recent weeks after he chided comments by Mr. Xi, who is also general secretary of the Communist Party.

This week, Caixin, a prominent business magazine, issued an unusually candid denunciation of censorship, after one of its articles — touching on censorship — was taken down.

The new letter criticized the denunciations of Mr. Ren on party-run websites, which called him a traitor and a subversive for taking issue with Mr. Xi’s demand that state-run media unfailingly obey the party

“The recent Internet security incident of ‘surrounding and attacking Ren Zhiqiang’ in a kind of Cultural Revolution-style mass criticism brought the delinquency of responsibilities and abuses of power by the Internet authorities to an extreme,” said the letter, which was dated Monday but spread widely only on Friday.

“This has triggered tremendous fear and outrage among the public,” the letter said. People, it said, have begun to “worry about another Cultural Revolution.”

An administrator at Xinhua said it did have an employee named Zhou Fang. But the administrator said she had not heard of the letter and declined to check the personal details in it.

Zhu Xiaoding, a Chinese lawyer who issued the letter via Weibo, a microblog service similar to Twitter, said he had done so at the behest of a friend and was sure it was from Mr. Zhou of Xinhua.

Mr. Xi visited Xinhua and other major state-media news outlets last month, and emphasized that they must unswervingly serve the party.

The suggestion that Mr. Xi could take China back to the turmoil of the Mao era appeared likely to irritate the authorities, who describe Mr. Xi as a bulwark of unflappable order.

This year is the 50th anniversary of the start of the Cultural Revolution in 1966, when Mao Zedong brought his methods of mass denunciation and vilification of foes to an extreme.

Some people fear that Mr. Xi is too willing to use harsh tactics that echo that time, said Zhang Lifan, a businessman and historian in Beijing whose father was persecuted under Mao.

“This era is different from the Cultural Revolution, when we were completely closed off,” Mr. Zhang said. “Some of the mentality and methods from that time might persist. But people inside the system wouldn’t like to see that happen again.”

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