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Domenica 21 Febbraio,2016

 

Il 12 marzo contro la guerra
di Giovanni Sarubbi

 

L'Italia si avvia sempre più decisamente ad effettuare un intervento militare in Libia. «Siamo pronti a combattere in Libia», ha affermato il ministro degli esteri Paolo Gentiloni. Secondo diverse fonti giornalistiche per tale intervento sarebbero disponibili 5000 soldati. Altri 450, forse 1000 soldati, sarebbero pronti per andare in Iraq a Mosul a difesa di una ditta italiana che ha vinto un appalto di due miliardi di dollari per la riparazione della diga che li si trova e che è stata danneggiata dalla guerra in corso.

Lo storico Angelo Del Boca, che proprio sulla Libia ha scritto numerosi libri per documentare gli orrori che noi italiani al tempo del fascismo lì abbiamo fatto, ha più volte messo in guardia da intervenire militarmente sul terreno. «5000 uomini sono una bazzecola», ha più volte detto. Per la guerra in Libia occorrerebbero, anche secondo altri osservatori militari, per lo meno trecentomila soldati. Sarebbe per l'Italia una vera catastrofe, un bagno di sangue assurdo, una vera follia, come follia sono tutte le guerre.

C'è da chiedersi, di fronte alle affermazioni sciagurate del ministro degli esteri Gentiloni, come mai non si sia scatenata in Italia una ondata di proteste generalizzata. Oramai non si nascondono più dietro le “missioni di pace”, dicono apertamente che si tratta di guerra e che i cinque o seimila soldati che andranno in Iraq e Libia andranno a combattere, ad uccidere e ad essere uccisi per conquistare all'Italia un posto in prima fila nella spartizione del petrolio e del gas libico. Quello che una volta si chiamava colonialismo, quel colonialismo che caratterizzò tutto il ventennio fascista.

A leggere le dichiarazioni di oggi dei Gentiloni di turno e a confrontarle con quelle di Mussolini c'è da rabbrividire tanto sono simili.

Lo sanno i militari italiani che quando andranno in Libia e in Iraq andranno a combattere? Lo sanno i loro familiari? Il parlamento lo sa?

Sembra che nessuno sappia nulla e nessuno si preoccupi. I soldati sono pronti a partire e a morire per il petrolio, le loro famiglie pronte a salutarli sul molo, con tanto di bandierine tricolori e striscioni con su scritto “tornate vincitori” e la banda a cantare marce militari che sono versioni allegre delle marce funebri. Intanto i parlamentari sono impegnati in una campagna bellica sul tema delle unioni civili che sembrano essere diventate una questione di vita o di morte. Ci sono varie pulzelle di non si sa dove che brandiscono parole altisonanti, diritto alla vita, , maternità surrogata, adozioni, rispetto per i bambini,… di cui non conoscono il significato e che contraddicono ciò che fanno quotidianamente con la loro azione parlamentare. Emblematico il caso del ministro della sanità Lorenzin, la più strenua oppositrice delle adozioni gay e contro il cosiddetto “utero in affitto”. Sotto la sua gestione il diritto alla vita negli ospedali sta diventando sempre più precario. Persino per nascere, altro che difesa della vita, si corre più pericolo di quanto finora le donne abbiano corso nel nostro paese. Spese militari a gogò e nulla per la sanità. Chi ha i soldi si curi e chi non li ha muoia. Questa è la realtà della sanità oggi, altro che difesa della vita.

Non c'è un solo gruppo parlamentare che esca da questa logica che tende a distrarre la gente. Nessun gruppo parlamentare che si impegni a tempo pieno sul tema della guerra. Dopo le unioni civili ci saranno le elezioni amministrative, e poi sicuramente le nostre TV sapranno inventarsi qualche diversivo su cui catalizzare l'attenzione delle grandi masse dei tele-addormentati.

Il 12 marzo un gruppo di pacifisti ha indetto manifestazioni in tutta Italia. In fondo all'articolo troverete i link per avere maggiori informazioni. È per ora un piccolo gruppo. Nonostante il nostro Alex Zanotelli abbia lanciato già da un mese un appello affinché tutte le forze del pacifismo italiano si ritrovino insieme per dare vita ad iniziative comuni contro la guerra, anche i pacifisti sembrano pensare ad altro, o meglio, ognuno di essi è impegnato a fare una qualche propria piccola iniziativa. Come dire “divisi alla meta” che è l'esatto opposto di ciò che servirebbe perché se sciaguratamente i propositi dei Renzi e Gentiloni di turno non venissero fermati, a nulla serviranno dopo le singole iniziative dei singoli gruppi pacifisti che verranno spazzati via, come è sempre successo durante le guerre.

Il momento di fermare la guerra è dunque ora, adesso. È ora di tirare fuori di nuovo le bandiere della pace, di appenderle ai propri balconi, di appenderle ovunque sia possibile, di portarle davanti alle sedi istituzionali, alle prefetture, ai comuni, alle provincie alle regioni, davanti alle caserme.

Chiediamo a tutti i nostri lettori di farsi promotori il 12 marzo di iniziative in tutta Italia. Che ognuno chiami i propri amici e organizzi per il 12 marzo flah mob davanti alle prefetture, distribuendo volantini, di cui di seguito forniamo una bozza, che ognuno può modificare come vuole. L'importante è essere brevi, poche parole, quante meno se ne usano meglio è. Occorre semplicemente dire un NO ALLA GUERRA che sia il più forte e chiaro possibile.

Chi sceglierà la guerra o rimarrà inerte di fronte ad essa, sappia che non lo fa in nome dell'Italia repubblicana che la guerra l'ha ripudiata con la Costituzione approvata dopo la Resistenza e la liberazione del nostro paese dal fascismo e dal nazismo.

Oggi fascismo e nazismo sono ritornati “di moda”. I loro epigoni stanno sempre nei salotti televisivi a diffondere il loro razzismo e a sostenere la guerra. Il Governo italiano, che non ha i soldi per la sanità ma li trova per le bombe, ha trovato anche i soldi per finanziare, con due milioni di euro, un “museo sul fascismo” a Predappio, paese romagnolo dove è nato Mussolini e dove è stato sepolto. Paese che è come Pietrelcina per Padre Pio, pieno zeppo di negozi che vendono i souvenir del fascismo e del nazismo, le foto e le statue di Hitler e Mussolini, e i vini, i sigari e i portachiavi con le loro foto, i loro discorsi e i loro libri. E senza che questo scandalizzi più di tanto né le forze di polizia, né l'amministrazione comunale.

Occorre fermare la guerra. Occorre far uscire l'Italia dalla guerra nella quale siamo coinvolti ininterrottamente dall'ottobre del 2001, da quando iniziò la guerra in Afghanistan.

Giovanni Sarubbi

 

PROPOSTA DI VOLANTINO DA USARE PER IL 12 MARZO

 

Il nostro paese è in GUERRA!

Non lo ha deciso il Parlamento, come prevede la Costituzione, ma il Governo.

Il nostro paese è in guerra ma la Costituzione RIPUDIA LA GUERRA.

E la guerra costa. Spendiamo 80 MILIONI AL GIORNO per spese militari e per ARMAMENTI

e ne spenderemo sempre di più.

E intanto la SANITÀ va in malora, la SCUOLA anche, i TRASPORTI sono sempre più inesistenti, VOGLIONO PRIVATIZZARE L'ACQUA portando i costi alle stelle…..

CON LE ARMI NON SI VIVE SI MUORE.

Cercano qualche migliaio di soldati per andare in Libia e Iraq.

Chi va in missione questa volta ha un'alta probabilità di non tornare a casa vivo.

Pensateci, la guerra non è un videogioco, fatevi raccontare da quelli che l'hanno vissuta.

Se avete bisogno di farvi una casa, l'unica casa che possono darvi in guerra è una cassa da morto.

LA GUERRA È FOLLIA

lo dice Papa Francesco!

Il 12 marzo partecipa alla manifestazione contro la guerra che si terrà davanti alla xxxxxxxxxxxxxxxxxx a partire dalle ore xx.

 

I LINK PER SAPERNE DI PIÙ SUL 12 MARZO

12 marzo contro la guerra: un sito per informare e far condividere le iniziative

Grande è l’urgenza di mobilitarsi contro la guerra e alcune organizzazioni hanno lanciato l’idea del 12 marzo (e poi del 4 aprile) come data per manifestazioni di vario tipo a livello locale in tutta Italia. Sibialiria per promuovere l’iniziativa e renderne partecipe quanta più gente è possibile, offre come servizio alle organizzazioni e realtà locali che parteciperanno a questa giornata:

Il sito https://12marzocontrolaguerra.wordpress.com/

La pagina Facebook https://www.facebook.com/12-marzo-contro-la-guerra-186010068431823/info/

L’account Twitter https://twitter.com/noguerra12marzo

L’hashtag #12marzocontrolaguerra

Il canale Youtube https://www.youtube.com/channel/UCY5PI0Egs39ccu9k9Poctsw

Il videoclip promozionale dell’iniziativa: https://youtu.be/ATlwAPTyJ7I

Per contatti a riguardo la mail è 12marzocontrolaguerra@gmail.com

 

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