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domenica 4 dicembre 2016

 

L’orecchio verde ci sente ancora benissimo!

di Doriana Goracci

 

Avevano un sogno nero, il candidato Norbert Hofer del Fpoe, partito di destra ultranazionalista. Per fortuna nostra e di chi ancora crede nell'Europa e nella politica attenta alle umane cose e persone, il sogno è diventato verde, o meglio è rimasto quello che già il popolo austriaco aveva espresso con il voto di maggio.

 

Oggi il candidato verde e progressista Alexander Van der Bellen ha vinto le presidenziali in Austria con oltre il 53% delle preferenze.

C'è da registrare qualcosa che è stato sventolato di recente anche da noi...: "Alexander Van der Bellen, l'esponente indipendente, che si è presentato alle elezioni presidenziali con il sostegno dei Verdi, era già risultato vincitore nel turno di ballottaggio del 22 maggio scorso con un margine di 31mila voti. L'esito era stato annullato dalla Corte suprema lo scorso primo luglio sulla base di un ricorso presentato da Hofer, sconfitto per un soffio, che contestava la regolarità del voto all'estero."

 

Inoltre il professor Alexander Van der Bellen ha detto di essersi impegnato per «un'Austria europeista e per i vecchi valori di libertà, uguaglianza e solidarietà».

Non sono vecchi mi creda, sono verdissimi e ci sentiamo benissimo da quell'orecchio acerbo come diceva la poesia di Gianni Rodari.

 

Auguri Austria e speriamo anche a noi.

 

dal sito http://www.orecchioacerbo.com

 

Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo

vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.

Non era tanto giovane, anzi era maturato,

tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato.

Cambiai subito posto per essergli vicino

e poter osservare il fenomeno per benino.

“Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età,

di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?”

Rispose gentilmente: “Dica pure che son vecchio.

Di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio.

È un orecchio bambino, mi serve per capire

le cose che i grandi non stanno mai a sentire:

ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli,

le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli,

capisco anche i bambini quando dicono cose

che a un orecchio maturo sembrano misteriose...”

Così disse il signore con un orecchio acerbo

quel giorno sul diretto Capranica-Viterbo.

 

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