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28/06/2016

 

Lo storico che nel 2011 aveva previsto la Brexit e questo scenario per l'Europa del sud...

 

Era il 2011 e Niall Ferguson, il noto storico britannico, in un’analisi per il Wall Street Journal aveva previsto la Brexit nell'Europa del 2021. 

 

Come riporta Milano Finanza: "Al posto dell’Unione Europea, scriveva allora Ferguson il Trattato di Potsdam avrebbe formato gli Stati Uniti d’Europa. Ne avrebbero parte tutti i paesi dell’Unione Europea attuali, ma in Belgio, Fiandre e Vallonia si erano separate, più i sei restanti paesi della ex Jugoslavia. Ma con due importanti differenze: la Gran Bretagna era uscita dall’Unione Europea, dopo che David Cameron aveva accettato di indire un referendum sull’appartenza all’Unione, ma Ferguson non aveva previsto che ne sarebbe stato vittima. I no ottennero una vittoria schiacciante, vicina al 60% dei voti, e gli elettori consegnarono poco dopo una maggioranza assoluta ai conservatori nel Parlamento inglese. Il Regno Unito divenne quindi la destinazione preferenziale degli investimenti stranieri cinesi, ottenendo un successo economico così grande, e così diverso dall’austerità che avrebbe continuato a regnare sul continente, che perfino l’Irlanda aveva messo da parte i rancori secolari per riunirsi in un Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda".

 

Da questa Unione sarebbero poi uscite, secondo Ferguson, anche Svezia, Danimarca e Finlandia, che insieme a Norvegia e Islanda avrebbero formato una nuova organizzazione del nord Europa, la Lega Scandinava.

 

Gli Stati Uniti d’Europa immaginati da Ferguson sono guidati e quasi dominati dalla Germania e, prosegue Milano Finanza nel ricordo dell'articolo dello storico britannico: "La nuova Europa era a guida germanica, e i paesi dell’Europa meridionale erano diventati una sorta di “villaggio vacanze” per i cittadini del nord. In Italia, Grecia, Portogallo e Spagna la popolazione era nel frattempo invecchiata e i tassi di disoccupazione rimanevano altissimi, ma la stabilità era assicurata dal flusso dei trasferimenti che arrivava dai paesi settentrionali più ricchi, e gli abitanti sembravano essere contenti dello scambio, tanto più che “ci sono un sacco di euro da fare nell’economia ‘grigia’, lavorando come camerieri o giardinieri per i tedeschi, che ora hanno tutti la loro seconda casa nel soleggiato sud”.

 

Tempo prima del 2021 c'è, ma è il momento che l'Europa del sud prenda in mano il destino delle proprie popolazioni, spezzando le catene del regime di Berlino e Bruxelles. Non c'è molto tempo.

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