Fonte: Russia.it

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Mag 21, 2016

 

Ecco perché cercano di dividerci

di  Massimiliano Greco

 

George Friedman, direttore dell’agenzia di intelligence Stratfor lo ha detto chiramente: “Noi americani non temiamo la Russia e neppure la Cina. Temiamo solo che Russia ed Europa si uniscano, perché verrebbe fuori una potenza che non potrebbe essere eguagliata”. Massimiliano Greco ci spiega nei dettagli quali siano le potenzialità di una Euro-Russia e il motivo evidente per cui si cerca di contrapporre le due parti.

La UE è un meccanismo farraginoso che tiene assieme gran parte dell’Europa, comprimendone libertà e imponendo regolamenti assurdi. Ha, purtuttavia, un grande merito: quello di mettere assieme il secondo PIL mondiale: 16,2 bilioni di dollari, contro i 17,5 degli USA e i quasi 11 della Cina. La Russia “solo” 1,3 bilioni (ma a ciò andrebbe aggiunto il PIL della Crimea e quello di Sevastopoli i cui dati ci mancano che, in ogni caso, non cambiano di moltissimo il discorso).

 

Gli USA in teoria dovrebbero essere quindi i più acerrimi nemici della UE, dato che l’Unione Europea, in pochi decenni, aumentando le spese militari, potrebbe strappare loro il primato mondiale. E invece gli USA sono (stati) i più accaniti sostenitori sia dell’allargamento alla Turchia e ai Paesi dell’est Europa, che della necessità di evitare il Brexit.

 

Tuttavia, poiché si tratta di un nano politico e di un moscerino militare, e al suo interno vi sono svariate centinaia di basi militari americane, gli USA, lungi dal sentirsene minacciati, la difendono. Anche perché, grazie al TTIP, diventa la vera e propria gallina dalle uova d’oro per i produttori americani, abituati a regole alimentari e sanitarie molto meno rigide rispetto a quelle europee. E, comunque, si tratterebbe di un mercato di 500 milioni di persone, “vassallo” degli USA: solo degli stupidi vi rinuncerebbero.

 

La UE, in effetti, è stata ed è tuttora lo zuccherino con cui gli USA hanno attirato nella NATO i Paesi del Blocco ex Sovietico, contravvenendo agli impegni presi con i dirigenti russi che impedivano l’espansione della NATO a est.

Si pensi alla crisi ucraina, con milioni di persone gettate nella povertà con l’illusione di accedere ai fondi europei, e che adesso non hanno neppure di che riscaldarsi.

Ecco perché Obama si è praticamente spinto a minacciare l’Europa intera, in caso di successo del referendum sul Brexit.

Europa Russia

Semmai, farebbe il possibile per impedire che i detentori di un così ampio potere economico possano anche dotarsi di quello militare. Per esempio alleandosi o, addirittura, stabilendo dei legami forti con la Russia fino a dotarla dello status di Paese membro.

Un tempo sembrava esserci interesse in tal senso sia da parte russa che da parte europea ma, con la fine dei governi Schroeder, Chirac e poi Berlusconi, gli USA sono riusciti ad aizzare la UE contro la Russia. Che ci sia la volontà americana dietro l’ostilità dei “Big” della UE, come Francia e Germania (l’UK in questo caso non conta: è da sempre un mero “pied-à-terre” americano in Europa) è evidente: l’inizio della Crisi ucraina la Germania si era mostrata poco ostile alla Russia. Allora scoppiò lo scandalo intercettazioni; la Merkel si infuriò giusto il tempo di salvare la faccia e di ritrovare la tranquillità, poi divenne la più zelante esecutrice della volontà americana.

Un discorso analogo lo si può fare per i francesi, giunti perfino a perdere la faccia a livello mondiale, oltre che del denaro e un cliente come la Russia, con la vicenda delle Mistral. L’Italia ha seguito un cammino diverso. Fatto fuori Berlusconi, e passata la stagione montiana, Letta cercò di avvicinarsi alla Russia, addirittura presenziando alle Olimpiadi Invernali di Sochi, nonostante il boicottaggio occidentale. Fu probabilmente questo a costargli il posto.

 

Renzi cominciò “bulleggiando” la Russia, prima snobbando il South Stream, poi dando la colpa dell’abbattimento del Su-24 russo a opera dei turchi al “bullismo” di Putin.

Tuttavia, in seguito ci sono stati dei timidi tentativi di riavvicinamento da parte italiana, compresi alcuni gesti simbolici, come il rifiuto del rinnovo automatico delle sanzioni a Mosca, anche se poi queste sono state regolarmente prorogate.

Poco dopo, al solito, cominciarono gli attacchi della stampa e le inchieste della magistratura, secondo un copione già collaudato contro Craxi prima e Berlusconi poi.

Adesso che qualcuno di tanto in tanto sembra dar segno di essersi ripreso, almeno in parte, dalla sbornia atlantica e antirussa, sono i russi a non essere interessati. E si capisce: entrare in questa UE sarebbe peggio della tortura cinese; significherebbero decine, forse centinaia, di procedure di infrazione contro Mosca per “omofobia” (difficilmente i russi accetterebbero “conquiste di civiltà” quello di far vestire i bambini a scuola come bambine, come si può leggere qui e qui). per non parlare delle presunte violazioni dei diritti umani e civili, che puntualmente saltano fuori quando gli interessi russi confliggono con quelli americani.

 

E poi, francamente, la UE al momento è una nave priva di comandante e di pilota, ma con tanti ufficiali fieri dei propri gradi, anche se sono appena usciti dall’accademia. Chi, a meno di non essere pazzo o corrotto, vorrebbe entrarci?

Certo, al momento non conviene alla Russia. Ma, in un futuro mediamente lontano, diciamo fra 20-30 la cosa potrebbe anche essere possibile.

E allora avremmo la seconda potenza (quasi la prima a dire il vero) economica unita alla seconda potenza militare, il che, per sintesi, porterebbe presto a essere la prima potenza in entrami i campi, cosa facilmente conseguibile imponendo-ottenendo che i Paesi produttori (dei quali il secondo, la Russia, farebbe direttamente parte della UE e della zona euro) di petrolio vendano il greggio anche in cambio di euro, e non solo di dollari. Sarebbe la fine dell’unicità della valuta statunitense e (quindi) a stretto giro della stessa America.

 

Senza contare che una tale potenza imporrebbe facilmente la chiusura delle basi americane in tutta Europa e anche in buona parte dell’Asia. E confinando con la Cina, tutta la UE trarrebbe maggiori benefici dagli scambi economici con Pechino.

Il che aprirebbe scenari grandiosi; tutto, o quasi, sarebbe possibile: non solo la salvezza dalla catastrofe incombente sull’Europa (catastrofe a molte teste, come l’Idra di Lerna, non ultime quelle legate a immigrazione, terrorismo e decrescita industriale); persino la rinascita dell’Europa come potenza globale sarebbe possibile, anzi, a portata di mano.

 

Certo, non sarà questa UE a compere seri passi in quella direzione, anche perché, se usciamo dalla ristretta, e spesso illusoria, dimensione meramente economica, Russia ed Europa sembrano proprio essere agli antipodi, con quest’ultima impegnata in un gioco autolesionista il cui scopo è quello di flagellarsi e battersi il petto per colpe, vere ma più spesso presunte o comunque ampiamente condivise da altri (i quali si guardano bene dal fare professione di colpa, vedesi Paesi arabi e Turchia, alle voci, rispettivamente, “schiavismo” e “genocidio”) e nel tentativo di rincorrere i capricci delle minoranze rumorose e la follia del politicamente corretto.

Certo non sarà la UE – repressiva contro ogni manifestazione di orgoglio patriottico e fiera nemica delle classi popolari, che massacra con ferocia, ma succube dell’estremismo islamista, dei petrodollari, e dei ricatti turchi – a tendere la mano alla Russia, a dire basta all’arroganza americana, e all’ormai insopportabile esistenza della NATO.

 

Certo non sarà questa UE – che celebra l’Olocausto come evento eterno e irripetibile, che impone i matrimoni gay, che riceve nell’Europarlamento un cantante il cui unico, dichiarato merito, è quello di essere una (?) donna barbuta – a fare l’impossibile per includere la Russia nell’Unione.

 

Anche perché, occorrerebbe avere il coraggio, la forza di volontà, e le capacità di opporsi alla prima potenza mondiale, specializzata, fra l’altro, nel ricatto e nel golpe mascherato. Ma per farlo occorrerebbe riscoprire doti andate perdute: abnegazione e spirito collettivo, lo stesso che, nei momenti di difficoltà, salvò Roma dal pericolo.

Gli americani, a cui la UE va bene perché possono controllarla militarmente e quindi anche politicamente, non accetterebbero l’inclusione della Russia, anzi per loro sarebbe un vero incubo. Gli USA difenderanno con le unghie e con i denti la UE anche perché si tratta del mezzo migliore per espandere la NATO a est, ma non lo faranno, anzi, la avverseranno con forze, se dovesse cercare di allargarsi alla Russia. Piuttosto, gli americani punterebbero sul suo scioglimento. Ecco anche a cosa serve l’ostilità, a tratti isterica, di Polonia e paesi baltici contro la Russia: (anche) a scongiurare questa possibilità.

 

In effetti, per raggiungere uno “stato” esistenziale nuovo, occorre “morire” a quello precedente, inferiore. Se il bruco non morisse allo stato di “brucosità” non ascenderebbe mai a quello di farfalla.

La morte, in qualunque senso la si intenda, è strettamente legata alla vita. E perciò questa Europa malata di americanismo, nichilismo, relativismo, individualismo, narcisismo e terrorizzata all’idea di offendere una qualunque minoranza, fosse pure quella dei cannibali o dei tagliatori di teste, deve “morire” in modo (che ci sia la possibilità) che possa rinascere libera, forte, di nuovo protagonista della Storia mondiale, e non più oggetto di quella altrui.

 

Questa Europa non tenderà la mano alla Russia, e nemmeno si avvierà spontaneamente nel posto che le compete, e cioè la spazzatura della Storia.

Tuttavia, i grandi cambiamenti spesso vengono imposti da eventi storici di portata colossale. Quindi è possibile che la crisi attuale, e quelle venture – una volta decretato il tracollo della UE e la fine della NATO, il cui peso economico sembra diventato insostenibile (a giudicare dalla convergenza di dichiarazioni dei tre papabili per il posto di presidente degli USA, cioè Trump, Sanders e la Clinton) – porteranno, alla fine, verso quel risultato. Ma, in tal caso, a meno di una resa russa nei confronti dell’occidente, sarà comunque un’Europa molto diversa, quella che tenderà la mano a Mosca.

 

E sarà di certo una Europa che avrà dovuto pagare lo scotto di non aver avuto una politica estera e un esercito indipendenti.

Ma l’alternativa, e cioè un’Europa fallita e succube degli USA è decisamente peggiore di qualunque altro scenario.

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