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giovedì, 13, novembre, 2014

 

Siamo in balia di criminali pronti a “schiacciarci” letteralmente per i loro interessi

 

Il Brussels Blog del Financial Times ha pubblicato cento pagine di trascrizioni inedite di interviste che Timoty Geithner ha rilasciato ai suoi assistenti nella fase di preparazione del suo libro Stress Test: Reflections on Financial Crises. Molte delle citazioni compaiono nel libro, altre svelano ulteriori retroscena su quella fase critica (fine 2011 - estate 2012) di crisi della zona euro.

Il Brussels Blog rivela innanzitutto come, per l’allora Segretario del Tesoro, il “whatever it takes” di Draghi del luglio del 2012 è stato improvvisato e non vi era alcun piano preciso da parte del presidente della Bce. Geithner ricorda come poco prima della famosa frase, con la comunità degli hedge funds convinti che l’Europa stesse finendo, Draghi non sapeva letteralmente che fare, era allarmato e ha costruito una serie di frasi come ‘we’ll do whatever it takes’. “Ridicolo”, afferma  Geithner. ”Andai a vedere Draghi all’epoca e Draghi non aveva nessun piano. Il suo piano erano questa sorta di frasi vuote di questo tipo”. Deve far riflettere molto tutti coloro che ancora pensano che la Bce possa iniziare una politica di Quantitative Easing.

 

Sulla politica europea di quella fase, Geithner aggiunge alcuni particolari alle sue rilevazioni del suo libro che già aveva fatto molto discutere. E nel G-20 in Francia che Sarkozy ospitò in piena campana elettorale, gli europei “ci hanno approcciato in modo soft, indirettamente dicendoci: ‘Vogliamo che vi unite a noi nel forzare Berlusconi alle dimissioni’. Volevano che  dicessimo che non avremo supportato un aiuto del FMI o ogni altro supporto all’Italia qualora Berlusconi fosse rimasto premier. It was cool, interesting. I said no….”, dichiara l’ex Segratario del Tesoro. E questo è più o meno quello che già sapevamo attraverso la sua biografia. Ma poi è arrivata la parte nuova: “Ricordo che quando andai a cena guardai il mio Blackberry. Era un cazzo di disastro in Europa. Le azioni delle banche in Francia stavano scendendo del 7-8%.

 

Per me era come assistere ad una carneficina a causa di persone che stavano dicendo: la crisi in Grecia, chi è esposto in Grecia?… Gli europei arrivarono a quell’incontro dicendo: ‘Daremo ai greci una lezione. Sono veramente terribili. Ci hanno mentito. Hanno succhiato e si sono approfittati della situazione e li schiacceremo’ era l’atteggiamento di tutti loro. Ma la principale cosa che ricordo aver detto a queste persone è stato: ‘tu puoi mettere i tuoi piedi sul collo dei greci, se è quello che volete”. Ma, prosegue Geithner, dovete mandare un messaggio di rassicurazione all’Europa e al mondo che lo farete insieme e non divisi. Dovete proteggere il resto dell’Unione”. Dovete essere sicuri di costruire questa capacità per rendere quest’impegno credibile mentre date questa lezione ai greci, il messaggio.

 

“Ho sottostimato completamente la possibilità che gli europei avrebbero fallito in tutto per i tre anni successivi. Ho pensato che fosse inconcepibile che avrebbero potuto fare così male come in ultima analisi hanno fatto. Ma i primi segnali vanno riscontrati in quel dibattito iniziale. Erano stati ingannati dai Greci. E’ stato imbarazzante per loro, perché i greci avevano finito per prendere in prestito tutti questi soldi ed erano pazzi di rabbia e volevano solo vendicarsi”.

 

Ma, sottolinea Geithner, in questo modo stavano alimentando e rafforzando tutto il dramma  che sarebbe seguito. La Grecia è oggi un paese in cui tre cittadini su cinque hanno superato o stanno superando la soglia di povertà, sono stati rinegoziati i principali diritti sociali garantiti per Costituzione e a cui è stato imposto un piano di privatizzazioni selvagge. Le politiche imposte alla Grecia, da allora, sono divenute  il principale modello di riferimento per gli altri paesi, tra cui l’Italia.

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