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12 aprile 2016

 

#NuitDebout: una convergenza di lotte prende forma in Francia

di Benjamin Sourice

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Il movimento #NuitDebut (“notte in piedi”) iniziato a Parigi il 31 marzo in seguito a uno sciopero generale e a dimostrazioni di massa contro le proposte riforme francesi del lavoro, ha giurato di non rimanere più proni davanti al potere costituito. Il “sogno popolare” è stato deciso per un periodo di tempo indefinito. In città di tutta la Francia , compresa Parigi con Place de la République, le occupazioni e i raduni popolari stanno esortando le persone a riflettere sulla convergenza e a operare in vista di questa, un vasto contesto che promette speranza.

 

Datemi un pizzicotto. Penso di sognare. I giorni passano e il sole non è ancora tramontato su #NuitDebout. Non volevano andare a casa dopo le dimostrazioni del 21 marzo contro le proposte riforme del lavoro, e uno spazi  si è ora aperto.

None è stato il Primo di Aprile. La vecchia guardia politica – caratterizzata da divisione e da sterili controversie, si è fermata completamente in questo spazio, emancipata dai limiti di una realtà che troppo a lungo è stata sinonimo di frustrazione.  L’atmosfera è ora quella di un ‘sogno popolare’, definito da un potente desiderio per il futuro, un terribile atto di sovversione in questa epoca di paura.

Tramite l’occupazione di spazi pubblici, in particolare della emblematica Place de la République a Parigi, un movimento trasversale composto di atomi di organizzazioni, di particelle di attivisti e di elettroni liberati pazzamente, hanno deciso di fondersi e di convergere in un’esplosione di gioia. Il benvenuto è così caloroso che ha permesso agli occupanti della piazza di  affrontare  il freddo fino all’alba.

Purtroppo, tuttavia, la loro prima colazione è invariabilmente rovinata da coloro che vengono a estinguere il fuoco nel loro ventre. Il terzo giorno, gli occupanti sono stati capaci di mantenere la posizione in Place de la République, ma la notte è stata agitata    in seguito a tentativi sventati di infiltrarsi nei raduni compiuti dal movimento di estrema destra 14 Luglio.

Un tag ispirato nella facoltà occupata Tolbiac all’Università della Sorbona-Panthéon, chiede: “dove spargeremo le ceneri del Vecchio Mondo?” Forse nell’immagine dell’occupazione #NuitDebout durata per varie notti, saranno i carboni delle prime ore del mattino che riaccendono la fiamma ogni notte, mentre il vento della rivolta la trasporta e la sparge in tutto il paese.

 

Il sogno distrutto del capitalismo a basso prezzo

E’ innegabile: “le loro notti sono più belle dei nostri giorni,” questi giorni maledetti di timore e divisione. I poveri temono di perdere il tetto sopra la loro testa, i lavoratori hanno paura di perdere il lavoro, i ricchi temono ritorsioni  per i miliardi   nascosti in Svizzera….”

Un questo tempo i padroni, l’oligarchia degli straricchi e dei potenti, l’infame “1%”, tremano per l’ansia colpevole di essere privati delle loro ricchezze per aver trasformato la bellezza del mondo in una volgare opera di finzione finanziaria, lasciandosi dietro un’eredità meschina e insignificante.

Il paradiso è ora quello fiscale, ma la dannazione è certamente per i poveri: “62 persone possiedono la stessa quantità di ricchezza di quella che ha la metà della popolazione del mondo,” secondo la Oxfam. Il resto è condannata al purgatorio da questi padroni privi di giustizia e di magnanimità, da questi “tiranni che sono alti soltanto perché noi siamo in ginocchio,” come diceva un giovane Étienne de La Boétie.

 

Che impressione avrebbero oggi  i giovani Bergson assaliti e gli altri giovani? Forse che la servitù offerta loro come unico destino non ha più nulla di volontario in sé…

Quando il ministro francese dell’Economia, Emanuel Macron, incoraggiava i giovani a entrare nei ranghi del club dei miliardari, era più realistico che provocatorio: il futuro è davvero quella realtà binaria  per i giovani: salario minimo per i giovani, ricchezza per i cattivi.

Sfortunatamente per la classe dominante, la comodità “Made in China” di un monolocale   di 20m quadrati, non  si vende bene  come la casa promessa ai nostri genitori. La pubblicità  kitsch del capitalismo a basso prezzo si disfa  anche prima che il credito venga rimborsato.

In questo paradiso in pericolo, sembrerebbe che il rito di passaggio di un adulto consista nell’affondare  ulteriormente nel debito, mentre le catene  tintinnano  intorno al collo di coloro che marciano con la testa china e che fa male.

 

Tuttavia, c’è qualcosa di  incongruo  circa il chiedere l’elemosina in ginocchio a quei venditori di  cianfrusaglie  che sono tanto avari  quanto meschini.   A questo fine, i partecipanti all’occupazione hanno scelto di non chiedere nulla, di non elemosinare e neanche di essere sottomessi. Frédéric Lordon espresse sinceramente questa ambizione nel solo e  unico discorso fatto durante la manifestazione del 31 marzo:

“Grazie a El Khomri, a  Valls e a Hollande per averci finalmente aperto gli occhi e averci mostrato il punto in cui siamo. Non c’è più nulla da negoziare, non c’è più nulla da domandare. […] Per parte nostra, siano ora determinati a prendere una strada diversa, quella che rimuove le strutture, i ruoli e gli incarichi.   La strada affermata e stabilita del desiderio politico!”

Quando non c’è nulla da perdere, c’è tutto da guadagnare e quindi i disperati finiscono per liberarsi dalle loro paure. Questi occupanti sono imbaldanziti  fino al punto di “volere tutto, di prendere tutto e di non lasciare nulla a loro,” ma tutto questo richiederà di distruggerlo e non soltanto di afferrare la nonna per farla scendere dal tuo scooter…

 

La convergenza delle lotte: una bestemmia politica?

Il movimento #NuitDebout ha le sue radici in una semplice domanda, ispirata dal documentario satirico e sovversivo Merci Patron, di François Rufin, fondatore del giornale Fakir: “Come li spaventiamo?”

Durante un dibattito pubblico al Centro Sindacale, un migliaio di persone risposero all’unisono: “Dopo le proteste non andremo a casa, passiamo la notte in piedi!” Era nato uno slogan, tuttavia si doveva ancora decidere che cosa farne di  queste notti. Decisero di rompere l’oscurità,  ricordando Seneca: “La vita non è aspettare che passi la tempesta, è imparare a danzare nella pioggia,” per chiedere la convergenza delle lotte.

 

Questa convergenza è un’idea allo stesso tempo così semplice e tuttavia così difficile da stabilire: come uniamo tutti quando ci sono così tante lotte quante sono le persone? Questo problema strategico è al centro di  #NuitDebout.

La convergenza è principalmente volontaria, come le centinaia di giovani coinvolti nell’organizzazione preliminare nei vari comitati. L’obiettivo dichiarato era una attenta mescolanza di modestia e ambizione:

“Crediamo che la macchina dovrebbe essere messa in funzione. Poi speriamo che

vivrà! #NuitDebout è l’inizio di un movimento”.

 

La convergenza è complessa dato che richiede rinunciare e lasciar andare, lontano dall’ iper-controllo istituzionale che è così caro alle strutture politiche tradizionali (partiti politici, sindacati, associazioni, ecc.). Il movimento #NuitDebout rifiuta di personificarsi, preferendo un approccio indubbiamente poliedrico, tanto vago,   quanto è realmente rappresentativo.

La convergenza delle lotte rimane una bestemmia politica per coloro i cui rigidi atteggiamenti talvolta mascherano male una forte personalizzazione delle idee. #NuitDebout si sta inventando i suoi propri strumenti per  crearsi uno spazio  e sta invitando tutti   a partecipare come costruttori e architetti per gettare le fondamenta di una nuova cattedrale democratica e popolare.

Che cosa rischiamo potenzialmente se risvegliamo questi sonnambuli politici i cui sogni sono stati sostituiti dall’ambizione?

I funamboli di questo mondo   potrebbero davvero  fare una caduta per risvegliarsi da questo incubo in cui ci hanno gettato.  Passando le notti in piedi, i nostri cittadini forse si arrenderanno all’aspettativa febbrile dell’alba per ammirare un mondo che si sveglia a un nuovo giorno.

 


Benjamin Sourice è un blogger, scrittore e agitatore di base a Parigi.  E’ autore di Plaidoyer pour un contre-lobbying citoyen. Pubblica i suoi blog su Mediapart.


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/nuitdebout-a-convergence-of-struggles-takes-shape-in-france

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