Fonti: La Vanguardia 

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Feb 01, 2016

 

Il leader della CSU Bavarese lancia uno scossone al governo Merkel con la sua visita a Putin

Traduzione e sintesi di Manuel De Silva

 

 

Il leader bavarese della CSU, Horst Seehofer, ha provocato nuove tensioni in seno al governo federale tedesco con il suo annuncio di aver programmato una visita a Mosca per riunirsi con il presidente russo Vladimir Putin. Questo avviene proprio mentre i rapporti tra Germania e Russia sono piuttosto tesi per la subordinazione della Merkel alla campagna propagandistica anti russa lanciata dagli USA ed a cui la cancelliera si è totalmente accodata.

 

Il portavoce del gruppo socialdemocratico Niels Annen ha subito dichiarato ieri, in una dichiarazione rilasciata all’influente giornale “Die Welt”, che “la politica estera si decide da Berlino e non da Monaco”.

Alri esponenti politici tedeschi come il responsabile del gruppo conservatore, Roderich Kiesewetter, hanno auspicato che Seehofer rinunci a fare tale viaggio, previsto per questa settimana. Lo stesso Kiesewetter ha richiesto ironicamente a Seehofer, nel caso in cui questi non rinunci, di cogliere l’occasione per chiedere chiarimenti a Putin circa i finanziamenti che il presidente russo starebbe passando ad alcune formazioni di estrema destra in Germania ed in altri paesi europei, secondo quanto sostenuto da alcuni organi di stampa tedeschi.

 

In realtà il leader della CSU aveva programmato da tempo il suo viaggio, trovandosi  questi già da mesi in polemica con la Merkel verso la quale aveva espresso le sue critiche dovute alla gestione del problema dei rifugiati. Allo stesso tempo, l’esponente bavarese (foto a sinistra)  aveva manifestato la sua insofferenza per la politica della Merkel anche in relazione alle sanzioni decise contro la Russia che sono considerate, da molti ambienti politici ed economici tedeschi, come un appiattimento della cancelliera sulla posizione di Washington che contrasta con gli interessi tedeschi.

In precedenza il governo della Baviera aveva minacciato di portare la Merkel davanti ad un tribunale per la sua politica migratoria. Lo stesso primo ministro bavarese ha dichiarato tuttavia che la sua visita a Mosca è stata concordata con Angela Merkel e con il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier. Egli ha anche osservato che l’attuale situazione di guerre e di tensione nel mondo richiede una cooperazione internazionale.”Con i focolai di crisi in tutta Europa è impossibile farcela senza la Russia” ha detto Seehofer.

 

Questo di Seehofer viene interpretato da alcuni ambienti tedeschi come un preciso segnale di un distacco della fiducia nella cancelliera da parte di un certo numero di esponenti del suo stesso partito che rispecchiamo un forte calo di consensi dell’opinione pubblica tedesca, dovuto alle scelte di politica migratoria fatte dalla cancelliera, come dall’altro lato si registra una forte richiesta degli ambienti industriali ed economici tedeschi di normalizzare i rapporti con la Russia, visti i danni all’economia tedesca prodotti dalle sanzioni.

 

“Quello che viene deciso dagli Stati Uniti non è di sicuro interesse della Germania”, aveva avvertito un influente analista economico tedesco e, aveva proseguito, “non è detto che la Germania debba fare proprie tutte le richieste che arrivano da Washington, visto che la politica estera USA si è rivelata ad oggi del tutto fallimentare sulle questioni come l’Ucraina, la Siria e le sanzioni. Sarebbe ora che la Germania prenda una sua strada tenendo conto dei propri interessi che sono collegati ad un rapporto di cooperazione con la Federazione Russa”.

 

In ogni caso, mentre gli alleati della coalizione di governo si perdono nelle polemiche, il movimento antagonista di “Alternative für Deutschland” (Alternativa per la Germania, ndr) ha raggiunto il massimo storico nei sondaggi.

Secondo una rilevazione della Bild, il partito anti europeista e anti immigrazione è ormai all’11,5% (alle ultime elezioni politiche, nel 2013, aveva raccolto meno del 5%), dietro ai social democratici (21,5%) e ai cristiano-democratici Cdu/Csu con il 35%.

Il nuovo movimento, che si professa euroscettico e contrario all’immigrazione, stacca quindi nei sondaggi i verdi ed il partito Linke, di estrema sinistra. Si tratta di un fenomeno accostabile a quello già in atto in Francia, dove il Front National ha scalato posizioni su posizioni dopo gli attentati di Parigi dello scorso anno. In Germania, tuttavia, l’avanzata di una formazione classificata di estrema destra porta storicamente il suo handicap nella pregiudiziale antinazionalista, ancora fortemente presente.

 

Gli episodi di Colonia, il vergognoso silenzio dei media nei primi giorni seguiti agli avvenimenti,  oltre  alla politica delle porte aperte di Angela Merkel, hanno provocato da mesi nell’opinione pubblica un forte disgusto verso il governo federale accusato di essere sempre più distante dai bisogni e dai problemi dei cittadini comuni.

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