euronews.com - 22/12/2016 - Continua la caccia all’uomo in Germania. Secondo la testata Die Welt un’unità speciale della polizia mercoledí ha fatto irruzione in due appartamenti della capitale, uno nel quartiere di Kreuzberg. La polizia ha tuttavia negato il blitz di Kreuzberg e comunque di Anis Amri, il ventiquattrenne tunisino che si trovava alla guida del tir piombato sul mercato di Natale, nessuna traccia. Il giovane è stato cercato anche ad Emmerich sul Reno, dove si trova un campo per richiedenti asilo in cui Amri, avrebbe soggiornato in passato. L’operazione nell’Ovest della Germania è stata massiva e ha coinvolto 150 poliziotti. La polizia offre una taglia di 100mila euro a chiunque dia l’informazione decisiva per la cattura del presunto attentatore. Mentre continua la caccia all’uomo restano alte le misure di sicurezza in Germania con controlli agli aeroporti e in tutti gli altri obiettivi sensibili. Poco a poco il Paese cerca tuttavia di tornare alla normalità dopo l’attentato di lunedí che ha lasciato sull’asfalto, investite da un tir, 12 persone la cui unica colpa era di trovarsi al mercato di Breitscheidplatz in piena zona commerciale a Berlino.


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giovedì 22 dicembre 2016

 

I musulmani alla veglia di Natale con i cristiani

di Lucia Capuzzi

 

L'idea è stata lanciata dal Consiglio centrale dei musulmani della Germania di cui fa parte un terzo delle 2mila moschee del Paese: partecipare alla Messa del 24 dicembre ciascuno nella propria città.

 

«I morti di Berlino ci appartengono. Come ci appartengono quelli di Parigi, Bruxelles, Istanbul. Ci fa soffrire e ci indigna che, come pare, qualcuno abbia strumentalizzato l’islam per compiere una simile barbarie. Per dimostrare la nostra profonda vicinanza ai parenti delle vittime, ai feriti, alla nazione di cui siamo parte, parteciperemo – ciascuno nella propria città – alle Veglie di Natale, sabato». Aiman Mazyek parla svelto, con una punta di accento di Colonia, dove risiede. E dove ha la sede principale il Consiglio centrale dei musulmani della Germania (Zmd), l’organizzazione di cui è responsabile. Ne fa parte un terzo delle circa 2mila moschee sparse per il Paese.

 

«Là – aggiunge Mazyek – domani pregheremo per quanti sono stati colpiti dalla violenza insensata mentre passeggiavano per un popolare mercatino natalizio». Il Consiglio è in prima linea, in questi giorni, nell’organizzazione di iniziative di solidarietà con le vittime del Kudamm. «Non possiamo limitarci a condannare. Quello di lunedì è stato un attacco alla democrazia. Tutti ne siamo stati feriti. Sentiamo il dolore sulla nostra carne. Dobbiamo reagire. Ribadendo che l’odio e il fanatismo non ci divideranno. Martedì, nella chiesa del Ricordo, l’abbiamo dimostrato in modo inequivocabile. Eravamo là, fianco a fianco, cattolici, protestanti, islamici, ebrei, atei. Abbiamo pianto insieme e insieme abbiamo gridato che vogliamo e possiamo vivere insieme ». Là è maturata l’idea di partecipare alla Messa del 24 dicembre che il Consiglio ha proposto ai propri esponenti.

 

«Abbiamo, inoltre, lanciato due campagne su Twitter e Facebook gli hashtag “Ich bin berliner” (Sono berlinese) e “Muslim against terror” (Musulmani contro il terrore). Dobbiamo sconfessare l’estremismo. In Germania gli islamici radicali sono meno dell’uno per cento. Anche uno solo, però, è troppo».

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