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11 Settembre 2016

 

Commemorazione 11 settembre, malore per Hillary Clinton

 

La candidata democratica si sente male a Ground Zero e viene ripresa in un video. Il portavoce: «Colpa del caldo». Lei rassicura: «Sto alla grande». Ma sulla sua salute si diffondono le speculazioni.

 

Il cielo sopra Manhattan è terso e luminoso, come quella mattina dell'11 settembre di quindici anni fa.

A Ground Zero cala il silenzio, quando la campanella suona per ricordare l'impatto del primo aereo contro la torre nord del World Trade Center. Sono le 8 e 46. L'intera America si ferma per piangere i quasi 3 mila morti di quella tragedia, rimasti sepolti sotto le macerie delle Twin Towers.

 

CLINTON E TRUMP SI IGNORANO.

Hillary Clinton e Donald Trump, entrambi presenti alla cerimonia, hanno stabilito una giornata di tregua della campagna elettorale e si ignorano, si tengono a debita distanza. Poi improvvisamente l'ex first lady abbandona la commemorazione, mentre ancora si leggono come di consueto i nomi delle vittime.

 

OMBRE E SPECULAZIONI SULLA SALUTE DI HILLARY.

Alcuni testimoni raccontano subito che si è sentita male, si diffondono voci di un presunto svenimento. Ma dopo ore di mistero, il portavoce della candidata alla presidenza degli Stati Uniti chiarirà che si è trattato soltanto di un lieve malore, dovuto al caldo. «Sto alla grande», ha detto più tardi lei stessa, uscendo dal portone di casa della figlia Chelsea. Le sue condizioni di salute, dopo il virus intestinale che nel 2012 la fece svenire e battere la testa, provocandole una commozione cerebrale, sono diventate un argomento di speculazione per gli avversari nella corsa alla Casa Bianca.

 

TRUMP CON GIULIANI E CHRISTIE.

Trump non si è accorto di nulla. Alla cerimonia è stato 'scortato' dai fedelissimi Rudolph Giuliani, sindaco di New York nel 2001, e Chris Christie, governatore del New Jersey. L'attuale sindaco Bill de Blasio e Michale Bloomberg, che ha guidato la Grande Mela per ben tre mandati, sono stati snobbati dal tycoon, che non ha gradito gli attacchi ricevuti da entrambi nelle ultime settimane.

 

OBAMA VA AL PENTAGONO.

Intanto al Pentagono, che l'11 settembre del 2001 fu a sua volta colpito, si è svolta un'altra cerimonia. A ricordare le 189 vittime del dipartimento della Difesa c'è Barack Obama: «Non le dimenticheremo mai», nemmeno quelle del quarto aereo che doveva colpire il Congresso e invece precipitò in un campo della Pennsylvania. Nel discorso del presidente riecheggiano inevitabilmente i temi che stanno animando la campagna per le presidenziali: «Non dobbiamo difendere solo il nostro Paese, ma anche i nostri ideali, i nostri valori».

 

IL PRESIDENTE: «LA DIVERSITÀ È LA NOSTRA FORZA».

Parole che sembrano una risposta a quelle pronunciate poco prima da Trump, tornato a chiedere una reazione dura contro «un nemico che vuole distruggere il nostro modo di vivere». Gli americani «non devono cedere alla paura», è stato invece l'appello di Obama. «Sappiamo che la nostra diversità, la nostra variegata eredità, non è una debolezza, ma la nostra più grande forza».

 

CLINTON ACCUSA TRUMP: «DI FATTO AIUTA L'ISIS».

Il terrorismo dunque non si batte erigendo muri o impedendo ai musulmani di fare ingresso nel Paese. La pensa così anche Hillary Clinton, che non ha rinunciato a replicare sulla Cnn: «La retorica di Donald Trump ha solo alimentato le motivazioni che guidano l'Isis. Quello che purtroppo Trump ha fatto, è rendere il nostro lavoro più difficile, dando di fatto un aiuto ai militanti dell'Isis e anche ai loro leader, che sperano in uno scontro tra civiltà e in una guerra di religione».

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