Eadaily.com il 20 settembre 2016
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Set 30, 2016

Hillary Clinton ed i “Fratelli Mussulmani”
di Alexander Nepomnyashchy

Traduzione di Elena

Il giornale «Mondo ebraico» ha pubblicato un articolo del giornalista e pubblicista israeliano Alexander Nepomnyashchy, dal titolo «L’ombra in ascesa della signora Clinton».
Ha quarant’anni, e da metà della sua vita sta vicino ad Hillary Clinton.
Ha ricoperto una varietà di incarichi, da consulente a capo di gabinetto, mantenendo, di fatto, sempre la stessa posizione di persona di fiducia più intima.
Probabilmente queste due donne hanno passato più tempo insieme che con i rispettivi mariti. Tra l’altro, Huma ha lasciato il suo ex marito Anthony Weiner, dopo la perdita del posto al congresso e di tutto il capitale politico, in seguito allo scandalo delle proprie foto sconce che mandava alle donne via internet.
Senza dubbio, Huma Abedin è una figura chiave nella squadra del candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti. Tuttavia, a differenza del suo capo, di lei si sa molto poco.
Chi è dunque questa Huma Abedin, l’ombra in ascesa di Hillary Clinton?

Huma Abedin è nata negli Stati Uniti, in una famiglia di indiani musulmani. Più precisamente, indiano era suo padre Syed Zainul Abedin, mentre sua madre Saleha Mahmood era del Pakistan. Trascorse l’infanzia e la giovinezza a Jeddah in Arabia Saudita, dove i suoi genitori si erano trasferiti dagli Stati Uniti quando Huma aveva due anni. Lì suo padre fondò l’Istituto per le Minoranze Musulmane (IMMA, Institute of Muslim Minority Affaires), e una rivista internazionale, il cui scopo era quello di “garantire i diritti legittimi delle minoranze e delle comunità musulmane in tutto il mondo”; in altre parole, l’ “istituzione globale della Sharia”.
Syed Abedin fu coadiuvato nelle sue attività da Omar Naseef, presidente dell’Università “Re Abdulaziz“, all’epoca anche segretario generale della Lega Musulmana Mondiale (MWL).
Più tardi, Andrew McCarthy, assistente del procuratore federale degli USA, ha definito la MWL come lo strumento principale dei “Fratelli Musulmani” per la diffusione dell’ideologia della supremazia islamica. Secondo la Lega Antidiffamazione, questa organizzazione è stata spesso una piattaforma per la retorica anti-Israele. Nel 2008, era ospite della sua prima Conferenza Internazionale per il Dialogo Islamico, tenutasi a La Mecca, il leader spirituale dei “Fratelli Musulmani”, lo sceicco Yusuf al-Qaradawi, ben noto per la sua “https://it.wikipedia.org/wiki/Fatwa”> ftwa che invocava lo sterminio degli ebrei e degli americani.
In contraddizione con lo spirito di dialogo annunciato come tema della conferenza, lo sceicco dichiarava: “Mai sedersi con gli ebrei e mai dialogare con gli ebrei, che contro di noi praticano l’ingiustizia e sostengono Israele”. Omar Naseef era considerato anche l’uomo più potente dei “Fratelli Musulmani”, e accusato di aver creato la fondazione “Rabita Trust“, formalmente impegnata in opere di carità e di sostegno ai pakistani in Afghanistan e Bangladesh, ma dichiarata nel 2001 organizzazione terroristica dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, per il suo sostegno ad al-Qaeda; dieci anni dopo, anche il governo pakistano aderiva a questa decisione. Oggi Omar Naseef è alla guida del Congresso Mondiale Musulmano con sede a Karachi, il cui primo presidente divenne nel 1947 il noto muftì di Gerusalemme, Haj Amin al-Husseini, leader spirituale dei reparti musulmani del Terzo Reich. Secondo l’ex ambasciatore pakistano negli Stati Uniti Hussain Haqqani, il Congresso ha svolto un ruolo decisivo nel formare, nei musulmani, quella sensazione di essere vittime di una persecuzione, che ha poi portato alla nascita del movimento globale islamista.
Naseef è a capo anche del Consiglio internazionale islamico per il mutuo soccorso (IICDR), creato dalla Lega Musulmana Mondiale nel 1978. Questa organizzazione è stata vietata in Israele a causa dei legami con l’Unione del Bene, fondata dallo sceicco al-Qaradawi, un’organizzazione islamica dedita alla raccolta di fondi per Hamas.
Tra i dirigenti del Consiglio Islamico Internazionale per il mutuo soccorso c’è la madre di Huma Abedin Saleha, che dopo la morte di suo marito è diventata direttore del giornale da lui fondato. Della redazione fanno parte anche il fratello e la sorella di Huma. Lei stessa è stata aiuto-redattore per 13 anni, dal 1996 al 2008, partecipando al progetto di conquista islamica dell’Occidente.
In altre parole, sembra che tutta la famiglia di Huma, lei compresa, abbia occupato posizioni di alto livello in una struttura chiave internazionale dei Fratelli Musulmani.
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Nel giugno 2012, Michele Bachmann, deputata del Minnesota, insieme ad altri quattro colleghi del Comitato per i servizi segreti e del Comitato giuridico del Congresso, ha presentato un memorandum di 16 pagine ai dirigenti degli organi giuridici e di sicurezza del paese. Nella lettera agli ispettori generali del Dipartimento della Difesa, del Dipartimento di Stato, del Dipartimento di Giustizia e di Sicurezza Nazionale, così come al direttore dell’ufficio di intelligence nazionale, i membri del Congresso hanno espresso preoccupazione per la possibile infiltrazione dei Fratelli Musulmani nelle più alte sfere del governo degli Stati Uniti. Tuttavia, questo documento non è divenuto di dominio pubblico, né è stato estesamente discusso, né ha avuto alcuna risposta dettagliata. Ma Hillary Clinton, la cui fedele consigliera era appunto Huma Abedin, nel 2011 fu artefice, come Segretario di Stato, del rovesciamento del leader libico Muammar Gheddafi, nemico giurato dei Fratelli Musulmani.
Già in precedenza l’amministrazione americana aveva svolto un ruolo fondamentale anche nel rovesciamento del presidente egiziano Hosni Mubarak da parte dei Fratelli Musulmani, portando al potere uno dei loro leader, Mohammed Mursi. Allo stesso tempo, in Siria, i Fratelli Musulmani scatenavano la guerra contro il presidente Bashar Assad. Secondo quanto pubblicato dalla rivista politica americana Hill, il Segretario di Stato Hillary Clinton ha attivamente collaborato anche con l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC), un gruppo che riunisce circa sessanta paesi con popolazione a maggioranza musulmana, che promuove la diffusione della Sharia nei paesi non musulmani, e sfrutta le leggi americane sui crimini basati sull’odio per criminalizzare la critica all’Islam. L’autorevole canale di notizie americano Breitbart, riferendosi a un’indagine dell’FBI, ha comunicato che proprio Huma Abedin ha convinto la Clinton ad usare un server privato per la posta elettronica: una palese violazione delle norme di sicurezza. Tra l’altro, lo stesso giornale ha pubblicato materiali su come – quando la Clinton era a capo del Dipartimento di Stato – la Abedin, in qualità di rappresentante della Clinton Foundation (la fondazione che raccoglie donazioni per la campagna elettorale della Clinton) sia stata una sorta di canale attraverso cui i donatori del fondo avevano un accesso prioritario alle attività ufficiali del Dipartimento.
Ora che Hillary Clinton è candidata alla presidenza degli Stati Uniti, la stessa Huma Abedin, secondo molti osservatori, è candidata a Segretario di Stato e, dal 2024, alla presidenza dal Partito Democratico.

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Quindici anni fa, l’11 settembre 2001, quando il ramo più radicale dei Fratelli Musulmani – Al-Qaeda – compì una serie di attentati terroristici contro gli Stati Uniti, poteva sembrare che la struttura internazionale divenuta forse il problema globale più pericoloso del XXI secolo avrebbe subìto un colpo decisivo. Sicuramente non si poteva prevedere che invece, in meno di vent’anni, i suoi rappresentanti sarebbero giunti così vicini alle più alte cariche dell’amministrazione USA.

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