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2 ottobre 2016

 

Scalfari dice che Renzi ha battuto Zagrebelsky 2 a 0

 

Nel dibattito televisivo sul referendum costituzionale: e aggiunge che l'oligarchia è la migliore forma di democrazia.

 

Nel suo consueto editoriale domenicale su Repubblica, Eugenio Scalfari oggi ha commentato il dibattito televisivo sul referendum costituzionale andato in onda su La 7 venerdì sera, a cui hanno partecipato il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. Il dibattito è durato circa due ore e mezzo, e ci sono stati alcuni momenti un po’ tesi, soprattutto alla fine: entrambi hanno portato argomenti piuttosto solidi, e nella giornata di sabato i commentatori si sono un po’ divisi su chi avesse “vinto”. Qualcuno ha detto che Renzi ha argomentato bene e che è stato migliore di Zagrebelsky per le sue innegabili capacità comunicative, mentre altri hanno sostenuto che le tesi più solide le ha portate Zagrebelsky, che conosce meglio la Costituzione. Scalfari ha scritto:

Conosco bene Gustavo e c’è tra noi un sentimento di amicizia che non ho con Renzi e, mi dispiace doverlo dire, a mio avviso il dibattito si è concluso con un 2-0 in favore di Renzi.

 

Quello che scrive Scalfari è un po’ sorprendente perché è stato spesso molto critico nei confronti di Renzi, ed è invece, come dice lui stesso, amico di Zagrebelsky. Scalfari continua spiegando che «il primo errore riguarda proprio la contrapposizione tra oligarchia e democrazia: l’oligarchia è la sola forma di democrazia, altre non ce ne sono salvo la cosiddetta democrazia diretta, quella che si esprime attraverso il referendum. Pessimo sistema è la democrazia diretta». Scalfari suggerisce che Zagrebelsky, che «detesta l’oligarchia», forse «non sa bene che cosa significa e come si è manifestata nel passato prossimo e anche in quello remoto». L’oligarchia è sempre stata in realtà la forma di governo in Italia, quella praticata dalla Democrazia Cristiana e dallo stesso Partito Comunista: l’oligarchia è quindi auspicabile, perché è, in sostanza, la stessa cosa della democrazia, dice Scalfari.

Fonte: Il Primato Nazionale

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Ott 04, 2016

 

“Viva l’oligarchia!”: il clamoroso, ma sincero, editoriale di Scalfari

di Adriano Scianca

 

Gli anziani, a volte, dicono cose che ci lasciano di stucco. In taluni casi è perché non hanno più niente da perdere e possono permettersi di dire la verità, in altri è perché sono un po’ rimbambiti. Nel caso di Eugenio Scalfari c’è la tentazione di pensare che siano vere entrambe le cose, sia detto con il rispetto che si deve a colui che è pur sempre stato un ex caporedattore di Roma Fascista. Il suo editoriale di qualche giorno fa sul referendum costituzionale, e più precisamente sul dibattito televisivo tra Renzi e Zagrebelsky, è stato illuminante.

Il costituzionalista, in quella trasmissione, ha rimproverato al premier di voler modificare l’assetto istituzionale italiano in senso oligarchico. Una osservazione che non è andata giù a Scalfari: “L’oligarchia – ha tuonato – è la sola forma di democrazia, altre non ce ne sono salvo la cosiddetta democrazia diretta, quella che si esprime attraverso il referendum.”

 

Pessimo sistema è la democrazia diretta. La voleva un tempo Marco Pannella, oggi la vorrebbero i 5 Stelle di Beppe Grillo”. Come, come? L’oligarchia è la sola forma di democrazia? Ma quindi la critica alla democrazia vecchia di due secoli che le rimproverava proprio di essere un finto sistema partecipativo aveva ragione? È una notizia. O, almeno, è una notizia che lo dica Scalfari. Ma non è un lapsus occasionale. Tutto l’articolo parla di questo.

Secondo Scalfari, “l’oligarchia è la classe dirigente, a tutti i livelli e in tutte le epoche”. Segue pistolotto su Platone, Pericle, le Repubbliche marinare, i Comuni, la Dc, il Pci (è peraltro curioso difendere la democrazia citando Platone, che Popper trattò più o meno da nazista – e i nazisti pure).

Arriva poi il rimprovero bonario all’amico: “Caro Zagrebelsky, oligarchia e democrazia sono la stessa cosa e ti sbagli quando dici che non ti piace Renzi perché è oligarchico. Magari lo fosse ma ancora non lo è. Sta ancora nel cerchio magico dei suoi più stretti collaboratori. Credo e spero che alla fine senta la necessità di avere intorno a sé una classe dirigente che discuta e a volte contrasti le sue decisioni per poi cercare la necessaria unità d’azione. Ci vuole appunto un’oligarchia”.

Bene. Se non altro da oggi affronteremo un nemico che non indossa più maschere di bellezza. Viva la sincerità (e la vecchiaia).

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