Centro di ricerca per la pace e i diritti umani

Viterbo, 17 novembre 2016

 

"Primum non nocere".

Con dieci ippocratici apoftegmi sulla propaganda referendaria governativa

di Peppe Sini

responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

 

"Al qual proposito diceva un filosofo francese del secolo passato: i politici antichi parlavano sempre di costumi e di virtu'; i moderni non parlano d'altro che di commercio e di moneta"

(Giacomo Leopardi, Pensieri, XLIV)

 

Innanzitutto non nuocere.

La prima buona azione e' non farne una cattiva. A chi ci propone di fare una cosa errata, una cosa ingiusta, una cosa malvagia, una cosa indegna, occorre saper dire di no. Come Bartleby.

 

Al referendum del 4 dicembre votiamo No alla riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

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I. La propaganda governativa sostiene che chi si oppone alla riforma costituzionale e' un complice del sistema di potere. Dimenticando che del sistema di potere il governo e' magna pars.

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II. La propaganda governativa sostiene che chi difende la Costituzione repubblicana porta il paese alla catastrofe. Dimenticando che questa Costituzione e' in vigore dal 1948 e non solo non ha provocato alcuna apocalisse, ma ha garantito la civile convivenza.

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III. La propaganda governativa sostiene che chi vota No al referendum difende l'indifendibile. E l'indifendibile sarebbero dunque le istituzioni repubblicane, la Costituzione democratica, la sovranita' popolare, il diritto di voto, la separazione e il controllo dei poteri.

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IV. La propaganda governativa sostiene che chi difende la Costituzione e' un babbeo o un mascalzone. Lo erano anche coloro che la Costituzione hanno scritto? Lo sono anche tutti i pubblici ufficiali che alla Costituzione hanno giurato fedelta' (compresi i signori e le signore del governo stesso)?

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V. La propaganda governativa secondo cui chi vota No e' ipso facto un reprobo dimostra la vocazione totalitaria di chi ci governa.

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VI. La propaganda governativa sostiene che la sua riforma semplifica. Basta leggere l'articolo 70 della Costituzione (che recita: "La funzione legislativa e' esercitata collettivamente dalle due Camere") e il testo della riforma che a quell'articolo di nove semplici e chiare parole ne sostituisce un altro di oltre quattrocento parole che impone un grottesco guazzabuglio che moltiplica le procedure e apre la via ad infiniti contenziosi.

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VII. La propaganda governativa sostiene che l'abolizione del Senato eletto dal popolo (e quindi la negazione della piena e diretta sovranita' popolare nell'elezione di una meta' dell'organo legislativo) sia una gran bella trovata. Anche l'attribuzione del laticlavio al cavallo di Caligola.

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VIII. La propaganda governativa insiste nel voler fare del referendum del 4 dicembre un plebiscito sul Presidente del Consiglio e sul suo gabinetto. Bisogna davvero essere ben megalomani per ritenere la carriera politica di un giovanotto e di un pugno di suoi sodali piu' importante della legge fondamentale dello stato dalla quale tutte le altre leggi e la stessa civile convivenza dipendono.

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IX. La propaganda governativa sostiene che maciullata per un terzo la Costituzione repubblicana in questo paese si vivra' assai meglio. Abolendola del tutto dovrebbe essere l'Eden.

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X. "Poiche' non sanno o non vogliono opporsi al malaffare, preferiscono abolire le buone leggi" (Eleandro di Trapezunte, Supplementi alla Storia segreta di Procopio di Cesarea).

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Innanzitutto non nuocere.

La prima buona azione e' non farne una cattiva. A chi ci propone di fare una cosa errata, una cosa ingiusta, una cosa malvagia, una cosa indegna, occorre saper dire di no. Come Bartleby.

Al referendum del 4 dicembre votiamo No alla riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

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