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Nov 18, 2016

 

Un NO grande quanto una casa

di Michele Rallo

 

Diciamolo chiaramente: la “riforma” che porta il nome della fatina dagli occhi turchini è una truffa a ventiquattro carati.

Altri l’hanno smontata pezzo per pezzo, compresi i richiamini per i gonzi (tipo: riduzione dei costi della politica). Non starò quindi a ripetere cose che sono note e arcinote.

D’altro canto, è il concetto stesso di “riforma” ad essere una truffa. Perché? Perché “riforma” significa soltanto “cambiamento”, mentre Renzi e soci (e prima di lui Amato, Prodi, Monti e onorata compagnia) le hanno attribuito un significato diverso, quello di “cambiamento in meglio”. La verità è che le riforme che ci sono state imposte, i cambiamenti – almeno dal 1990 ad oggi – sono stati tutti rigorosamente “in peggio”. Sfido chiunque a dimostrare il contrario.

 

Abbiamo avuto riforme su riforme, in tutti i settori e in tutti i campi, dalle pensioni alla scuola, dal fisco al lavoro, e tutte rigorosamente peggiorative. Alzi la mano il pensionato che oggi stia meglio di ieri. Alzi la mano lo studente che abbia tratto un minimo vantaggio dalle ricorrenti “innovazioni”. Alzi la mano il contribuente meno tartassato. Alzi la mano il lavoratore meno precario.

Ebbene, questa riforma si inscrive a pieno titolo nell’alveo di tutte le riforme in peius che hanno distrutto la nostra società e massacrato la nostra qualità di vita, dalla caduta del muro di Berlino e dalla nascita dell’Unione Europea in poi, da quando siamo stati espropriati dei nostri beni comuni con le privatizzazioni, da quando siamo stati invasi da una ondata migratoria eterodiretta. D’altro canto, la prova provata che questa riforma va contro i nostri interessi è data dal “tifo” sfegatato con cui ne invocano l’approvazione tutti i nostri nemici.

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