Fonte: www.carmillaonline.com

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Domenica, 07 agosto 2016

 

Io l'ho visto

di Alessandra Daniele

 

Fra tutte le bugie che ci vengono sistematicamente raccontate su questa guerra, una delle più false è che sia cominciata l’undici settembre 2001. In realtà, quando le torri gemelle sono crollate lo Scontro di Civiltà andava già in onda da quasi undici anni.

 

Io l’ho visto.

 

Il cielo verde di Baghdad.

Emilio Fede che esulta per il primo bombardamento, e poi durante la diretta notturna, mentre si rifà il trucco, molla una battutaccia sulle cosce della D’Amico come un generico in pausa sul set.

Il sosia di Saddam del Tg iracheno.

Bellini e Cocciolone che leggono il gobbo.

L’inviato della CNN che si mette la maschera antigas soltanto durante il collegamento.

Il cormorano incatramato che in realtà viene dall’incidente con una petroliera.

La scia di automobili carbonizzate delle vittime d’una bomba USA Daisy Cutter.

I soldati iracheni che si arrendono alla troupe del Tg3.

Nel 2001 la guerra non è cominciata, ha solo avuto il primo reboot.

Le stesse immagini già viste centinaia di volte nei Disaster movies, Arrmageddon, Deep Impact, Godzilla, Indipendence Day, che improvvisamente invadono tutto il palinsesto.

George W. Bush che avvertito dell’attacco continua a leggere favole ai bambini.

Le voci su un quinto aereo. Un sesto aereo. Una bomba atomica portatile. Suore kamikaze in Vaticano.

Bruno Vespa che legge male “defilati” e commenta “I sospetti terroristi si sono depilati? Dev’essere un rituale islamico”.

L’esperto di strategia militare che s’impapera, e chiama le regole d’ingaggio delle truppe “regole d’inganno”.

La fialetta d’antrace mostrata all’ONU dal generale Powell, che in realtà contiene zucchero.

I video di Bin Laden dalla grotta del presepe.

Paolo Liguori che si vanta ” La notizia era falsa, ma noi siamo stati i primi a darvela!”

George W. Bush che complimenta l’inglese di Berlusconi, che effettivamente è migliore del suo.

Saddam Hussein pescato da un tombino.

I selfie dei torturatori di Abu Grahib.

Gli effetti del fosforo bianco su Falluja.

Lo striscione “Mission Accomplished”.

Obama che assiste via satellite al blitz contro Osama, e il cadavere di Bin Laden che sparisce. Un caso di lupara bianca.

Col secondo reboot, l’ISIS prende il posto di Al Qaeda, e agli effetti speciali da blockbuster si sostituisce l’orrore quotidiano stile Bowling a Columbine.

I censori di Guzzanti e Luttazzi che twittano Je Suis Charlie.

Gli snuff dell’ISIS su YouTube.

Papa Bergoglio che promette un cazzotto in bocca a chi parlasse male di sua madre.

L’Aria Che Tira che usa i funerali di Valeria Solesin come promo.

I soldati USA nel deserto che cantano Call Me Maybe.

I profughi sotto la pioggia ammassati dietro il filo spinato.

I media che ormai di default fino a prova contraria attribuiscono qualsiasi fatto di cronaca all’ISIS.

Renzi in jeans e mimetica.

La guerra durerà 30 giorni, promette il governo, che s’appresta a partecipare all’ennesimo bombardamento. Questa guerra è cominciata nel 1990. Fra 4 anni potremo chiamarla la nuova Guerra dei Trent’anni.

Una Magdeburg grande come un sub-continente.

Che cosa abbiamo visto?

Perlopiù quello che volevano farci vedere.

E qualche volta quello che non sono riusciti a impedirci di vedere.

I film post-apocalittici si aprono spesso con un montaggio rapido d’immagini da telegiornale che riassume le circostanze del crollo della civiltà umana.

Nel nostro caso, sarà una puntata di Blob.

 

Scheggetaglienti è aggiornato

 


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7.08.2016

 

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