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31 Dicembre 2015

 

Università gratuita, Camila Vallejo: "Orgogliosi di questa riforma"

di Roberto Naccarella

 

Santiago - La riforma educativa in Cile è realtà. La Camera e il Senato hanno infatti approvato la legge che stabilisce la gratuità del sistema educativo a partire dal 2016, come riportato da Uninews24.  Un provvedimento, quello del governo guidato da Michelle Bachelet, che interessa 178.000 universitari fra i più poveri, ma che potrà interessare tutti gli altri studenti entro il 2020.

La riforma educativa abolisce una volta per tutte quella ereditata dalla dittatura di Augusto Pinochet, che ha obbligato le università pubbliche ad autofinanziarsi e gli studenti a pagare migliaia di dollari all’anno di tasse.

Soddisfatta la giovane deputata comunista Camila Vallejo Dowling, in passato Presidente della Federación de Estudiantes de la Universidad de Chile (FECh) e dallo scorso marzo Presidente della Commissione 'Educazione' della Camera. La Vallejo, in un'intervista con la Radio Universidad de Chile, ribadisce l'attacco all'opposizione, rea di aver tentato di ostacolare in tutti i modi possibili la storica riforma. 

"La destra radicale non è d'accordo con l'applicazione di tali misure per motivi ideologici - tuona la Vallejo - e non riescono a distinguere l'istituzione statale dal privato. Pensano che dovrebbero essere trattati tutti allo stesso modo, per loro lo stato non dovrebbe fare distinzioni nei finanziamenti agli studenti tra pubblico e privato". 

Per Camila Vallejo è un errore parlare solo di gratuità: "E' riduttivo, il diritto all'istruzione non si ottiene semplicemente con la gratuità. Quella è solo una parte, il diritto all'educazione è molto più complesso. Si tratta di definire l'istruzione che vogliamo, qual è la missione e la visione delle istituzioni, che tipo di professionisti e tecnici vogliamo per il nostro Paese. Inoltre si deve parlare di ricerca". 

L'obiettivo non è formare solo un professionista o un tecnico, quindi, "ma anche un cittadino che dovrà contribuire alla società". 

La deputata rivendica la capacità dell'Esecutivo nell'essere riusciti a discutere "in modo chiaro e trasparente il percorso che vogliamo affrontare, qual è il ruolo dello Stato o del sistema pubblico che vogliamo costruire, qual è il ruolo del mondo privato che riceve risorse statali e anche il ruolo di quello che non riceve queste risorse". 

Un dibattito aspro, che ha fatto sollevare molte critiche da parte della destra. "Loro sostengono, in maniera molto irresponsabile, che vogliamo nazionalizzare tutto o che non crediamo nella qualità - conclude la deputata comunista - Non rispondiamo a queste provocazioni: siamo all'inizio di un percorso che svilupperemo e man mano renderemo sempre più preciso". 

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