euronews - 05/03/16 - Stanco ma soprattutto furioso, Ignacio Lula da Silva si è immediatamente presentato davanti ai giornalisti dopo esser stato sentito dal giudice in una caserma della polizia federale, dove era stato portato in forza di un ordine del giudice. Un accompagnamento coatto, ordinato dopo il suo rifiuto a testimoniare nel caso Petrobras. L’ex presidente ha detto di non aver nulla da temere dall’inchiesta, ma ha contestato l’esibizione muscolare: “bastava che mi dicessero che stavano arrivando, ma hanno preferito la presunzione, l’arroganza, quella specie di spettacolo pirotecnico”, ha detto. Ad appoggiarlo, l’attuale presidente Dilma Rousseff, del suo stesso partito, il Partito dei Lavoratori: “Voglio esprimere il mio completo disaccordo sul fatto che l’ex presidente Luis Ignacio Lula da Silva sia di nuovo chiamato con un inutile accompagnamento coatto per testimoniare”, ha detto. A chiamare in causa Lula, ma anche la stessa presidente Rousseff, era stato un senatore, Delcidio Amaral, dello stesso Partito dei Lavoratori. Su Lula, il Pubblico Ministero usa parole prudenti: “Al momento – spiega – stiamo indagando sulla base di indizi che lasciano supporre che l’ex presidente e la sua famiglia abbiano ottenuto benefici per eventualmente portare dei progetti nel governo”. Al centro della vicenda, due residenze non intestate a Lula ma delle quali si ritene fosse il beneficiario reale.  Davanti all’abitazione dell’ex presidente e alla caserma in cui è stato interrogato, nell’aeroporto Congonhas di San Paolo, sono scoppiati tafferugli tra sostenitori e oppositori.


Fonte: TeleSur

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04/03/2016

 

Lula al contrattacco: «Hanno paura che io ritorni alla Presidenza»

di Fabrizio Verde

 

Dietro la vicenda 'Lava Jato' vi è la volontà di gettare fango su Lula e Dilma, oltre che chiedere la privatizzazione della statale Petrobras

 

«Oggi in questo paese essere un amico di Lula sembra sia diventato pericoloso. Ciò che si cerca di fare è criminalizzare il PT e Lula. Non esiste una spiegazione logica, hanno paura che io ritorni alla Presidenza», con queste parole, l'ex sindacalista e presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, ha commentato quanto accaduto in una conferenza stampa tenuta in seguito al suo rilascio avvenuto dopo tre ore d'interrogatorio. 

 

Lula è passato quindi al contrattacco aggiungendo che tali azioni condotte contro di lui, non fanno altro che aumentare la voglia di tornare a partecipare da protagonista alla vita del paese: «Sono indignato per il comportamento tenuto nei miei confronti.

 

Mi hanno danneggiato e offeso la mia storia, mi sento tradito ma voglio dire che non riusciranno a fermarmi!». 

 

Un'interessante chiave di lettura dell'intera vicenda 'Lava Jato', la offre il giornalista brasiliano Beto Almeida, che spiega come l'obiettivo delle forze di destra sia quello di chiedere la privatizzazione della statale Petrobras: «Vogliono far intendere che se Petrobras non fosse statale queste cose non accadrebbero. La soluzione ai problemi di Petrobras è molto lontana dalla privatizzazione, vi è bisogno di un maggiore controllo statale».


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04/03/2016

 

Poco dopo aver annunciato la candidatura nel 2018, Lula Da Silva viene arrestato

 

La polizia federale brasiliana ha arrestato venerdì l'ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva per un interrogatorio nell'ultima fase delle indagini del caso di corruzione e riciclaggio di denaro della compagnia petrolifera statale Petrobras. Lo riporta AFP.

 

Prima dell'arresto, la polizia aveva perquisito la sua casa a San Paolo dopo un mandato emesso. L'ex presidente, che ha lasciato l'incarico nel 2011, ha sempre negato le accuse di corruzione.

 

Nel 2015, il presidente brasiliano Dilma Rousseff e Lula erano stati scagionati da ogni responsabilità sul caso. Nella relazione finale della commissione parlamentare che ha indagato sul caso si era escluso ogni coinvolgimento. Il fermo contro Lula avviene a meno di una settimana dell'annuncio della volontà del leader sudamericano di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali nel 2018. 

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