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21/04/2016

 

Spionaggio, Intercettazioni e Intrighi per abbattere la Democrazia in Brasile.

di Gian Pietro  Bontempi

 

La campagna di proteste contro il governo e contro i rappresentanti della opposizione, in particolare contro la Presidente Dilma, viene alimentata  dai giornali e da alcune emittenti televisive. Non c’è partito non coinvolto nella corruzione.

 

Questo perlomeno  è quanto viene annunciato dai notiziari locali. Ma la corruzione non manovra solamente la politica, spesso la corruzione prospera negli ambienti più insospettabili. Proprio qualche giorno fa si è scoperto che una emittente carioca ha firmato un contratto di collaborazione con l’ intelligence americana al fine di ripassare informazioni segrete e di infuocare con le sue notizie, il dissenso popolare. Agenzie segrete americane, tra cui la Stratfor, avrebbero assunto hackers per captare informazioni politiche, industriali e commerciali. Dal 2004 al 2011, gli americani con i loro hackers hanno intercettato cinque milioni di e-mails e registrato un numero incalcolabile di telefonate.

 

Tutti i terminali del governo di Brasilia erano sotto controllo americano, incluso il cellulare della Presidente; tutti gli ufffici di Petrobras, con altre importanti società, erano sorvegliate dagli Yankees. Nell`archivio Wikileaks appaiono Ongs, la NSA e la Global Stratfor come attive promotrici della destabilizzazione del Brasile. (Archivio Wikileaks, tredicesima riga).

 

In particolare, valida si è dimostrata la collaborazioine dello hacker Geremy Hammond che, sebbene condannato negli Stati Uniti per danni al sistema Web, era stato incaricato dai servizi segreti a indagare sugli affari brasiliani. Altro personaggio di dubbia fama è Rodrigo Chequer, uno degli organizzatori delle proteste brasiliane.

 

Anche questo soggetto appare nella lista Wikileaks per le sue relazioni con I servizi segreti americani. A seguito di un processo nel Connecticut-UEA, Chequer è ritornato in Brasile per organizzare le rivolte popolari.

 

La sua foto è apparsa alcune volte accanto ai leaders dei partiti di opposizione. Partiti che in occasione delle ultime elezioni, due anni fa, hanno avuto il sostegno nord-americano. Cosa spinge gli Stati Uniti a interferire nella politica del Brasile? Innanzitutto l`obiettivo è quello di indebolire i BRICS con la loro politica di sviluppo.

 

Impedire il funzionamento del Fondo Monetario dei BRICS, la Banca di Sviluppo che si prefigge di contrastare il monopolio FMI, che come si sa, è gestito dagli americani. Contrastare la creazione della moneta dei BRICS che potrebbe indebolire la moneta americana. Impedire il funzionamento  del Mercosul, unione commercialie dei paesi latino americani. Ostacolare la collaborazione con l`Argentina per quanto riguarda la ricerca del petrolio vicino alle isole Malvinas. Ma soprattutto aver parte attiva nella immensa giacenza di petrolio del Pré- Sal, attulmente  nelle mani di Petrobras e quindi del governo di Brasilia. Come si può immaginare, le pressioni al governo non provengono solamente dall`interno, ma da intenzioni colonialiste e soprattutto da ambizioni commerciali estere. Tutto questo, al fine di contrastare il progresso sociale e economico, in un paese libero e ricchissimo.

 

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