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26 giugno 2016

 

Stà per Realizzarsi un’altra “Comune di Oaxaca”?

di Eric Larson

Traduzione di Francesco D’Alessandro

 

Il Messico, e specialmente lo stato di Oaxaca, a composizione altamente indigena, costituiscono il centro della lotta globale contro le riforme della pubblica istruzione che impongono tests standardizzati e la privatizzazione delle scuole, e dove i sindacati e gli insegnanti del Coordinamento Nazionale dei Lavoratori dell’Istruzione (CNTE) e della Sezione Locale di Oaxaca (Seccion 22), dell’Unione Nazionale dei Lavoratori dell’Istruzione (SNTE), hanno provato a sfidare gli ordini del governo federale di mettere in pratica la riforma nazionale del 2013. La riforma cancello’ le garanzie costituzionali dell’istruzione pubblica gratuita stabilita nell’immediato periodo post-rivoluzionario dell’inizio del XXmo secolo.

Come scrissi lo scorso Dicembre, una massiccia campagna dei mass media nel 2015, volta a denigrare gli insegnanti sindacalizzati come pigri, ignoranti e persino criminali, diede la possibilita’ al governo dello stato di Oaxaca di smantellare quasi completamente l’agenzia statale dell’istruzione, di cancellare gli accordi contrattuali con i sindacati, e alla fine imporre la riforma a livello nazionale sull’unico stato che l’aveva rifiutata con successo. Ugualmente importante, questa mossa diede la possibilita’ al governo dello stato di rompere la schiena dell’istruzione democratica del movimento dei lavoratori, una delle voci piu’ potenti del paese e consistente per la democrazia e la giustizia sociale. Il 2016 sta’ tuttavia mostrando che la lotta e’ lontana dalla conclusione. I lavoratori della pubblica istruzione insitendo sul fatto che il focus delle riforme sulla valutazione degli insegnanti con tests standardizzati non e’ “l’istruzione di qualita’” quanto invece un mezzo per licenziare gli insegnanti, ridurre la forza lavoro e chiudere le scuole nelle aree rurali indigene, hanno occupato la piazza centrale della citta’, che e’ un sito UNESCO, patrimonio dell’umanita’ e un luogo favorito dai turisti.

Il governo dello stato usando pietre, gas lacrimogeni e bastoni has sfrattato una piccola occupazione di fronte all’agenzia statale dell’istruzione, la notte del 10 Giugno. Ma gli insegnanti hanno innalzato barricate quella stessa notte nel centro della citta’ mentre circolavano voci di possibili assalti da parte della polizia. Lunghe file di taxi e di gente fuori per divertirsi abbandonarono il centro della citta’ intorno a mezzanotte, molto prima dell’ora di chiusura dei clubs nel centro della citta’, di solito molto attivo. La tensione era molto alta. Ma da allora l’occupazione, o planton, si e’ rafforzata sempre di piu’.

Il giorno seguente, secondo un racconto di Pedro Matias, gli insegnanti e coloro che li supportano eressero 23 blocchi stradali a Oaxaca, incluso uno all’intersezione che porta all’aeroporto internazionale. La solidarieta’ locale con gli insegnanti e’ vasta e diversa. Il Coordinamento dei Genitori dello Stato e altri che li supportano hanno bloccato una colonna di autobus della polizia federale diretta a Oaxaca, ad Asuncion Noxchtilan, a breve distanza dalla capitale dello stato. Le stesse cose sono successe  dappertutto a Oaxaca e nello stato di Puebla. In diverse comunita’ di Oaxaca, specialmente nelle aree indigene, gli stessi genitori hanno chiuso le scuole, invitando gli insegnanti a recarsi ai planton. Il sindacato dei lavoratori pubblici della sanita’ ha manifestato in aiuto agli insegnanti e ha iniziato uno sciopero di 24 ore il 14 Giugno. Settantuno organizzazioni hanno firmato una lettera chiedendo l’apertura di negoziati tra il Presidente, il governatore di Oaxaca e il sindacato. Gli Zapatisti, dal vicino Chiapas, hanno annunciato il loro supporto.

Questo tipo di solidarieta’ e’ evidente anche negli sforzi fatti dagli insegnanti stessi. Dopo anni di affermazioni che gli insegnanti partecipavano alle enormi dimostrazioni non per convinzione, ma piuttosto per gli incentivi finanziari pagati dai sindacati, la riforma ha eliminato quei benefici l’anno scorso. Tuttavia i planton di quest’anno sono uguali per estensione a quelli degli anni passati. Ne’ il tempo piovoso consistente ne’ le minacce di sgombero violento stanno facendo andar via gli occupanti. Mentre camminavo tra l’occupazione la scorsa Domenica notte ho visto insegnanti che dormivano su pezzi di cartone bagnato. Li’ vicino un gruppo di insegnanti in pensione aveva portato del caffe’ caldo e del pan dolce. Studenti di medicina volontari avevano aperto una tenda per l’assistenza medica gratuita.

Non solo gli occupanti non ricevono nessun pagamento – essi stanno rischiando il loro posto di lavoro. Il governo continua a minacciare il licenziamento per le classi cancellate. A un insegnante della citta’ di Oaxaca fu intimato di ritornare a lavorare Lunedi’ o “altrimenti…”, ci disse. Invece di uno sciopero totale la Sezione 22 ne fatto partire uno a rotazione: le scuole e le classi fanno a turno per mantenere l’occupazione. Ma il governo sta’ usando multe e deduzioni dal salario mensile e altre manovre amministrative per punire economicamente i ribelli, che sono gia’ tra i meno pagati in tutto il paese. Al alcuni insegnanti che partecipano alla rivolta hanno trattenuto tutta la paga anche se avevano partecipato in maniera occasionale. Il governo dello stato, allo stesso modo in cui fece nel 2006, sembra sperare che le misure repressive, sempre piu’ pesanti, diventino la nuova normalita’ a Oaxaca. Si e’ rifiutato di negoziare con i sindacati degli insegnanti e durante il fine settimana ha fatto arrestare i due funzionari sindacali piu’ elevati, imprigionandoli a centinaia di miglia da Oaxaca. Ha installato videocamere nel centro della citta. Ha utilizzato la presenza della polizia federale dal momento in cui ha smantellato l’agenzia statale dell’istruzione lo scorso Luglio.

Misure di intimidazione sempre piu’ aggressive fanno parte sempre piu’ del paesaggio repressivo; squadroni di elicotteri circolano sopra la citta’ durante le manifestazioni e i blindati della polizia volarono attraverso alcuni quartieri della citta’ la notte dello sfratto del IEEPO.

Dieci anni fa centinaia di migliaia di cittadini locali si associarono alle manifestazioni e alle barricate quando la polizia tento’ di sfrattare il planton. Nei prossimi giorni vedremo probabilmente se avverra’ la stessa cosa , dieci anni dopo la rivolta del 2006.

 

Eric Larson e’ un Professore Associato con il Dipartimento di Studio sui Crimini e la Giustizia all’Universita’ del Massachusetts a Dartmouth.

 

Da Z Net Italy- Lo Spirito della Resistenza E’ Vivo

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