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19/09/2016

 

Al Palazzo di Vetro il primo summit Onu dedicato ai profughi. Nel mondo sono 65 milioni

 

L’obiettivo è sottoscrivere fra i 193 Paesi membri la “Dichiarazione di New York”. Una carta comune per coordinare e guidare gli aiuti “ai rifugiati e ai migranti”. Rischio “sabotaggio” da parte di nazioni che agiscono “per tornaconto personale”. Ban Ki-moon: l’86% dei rifugiati trova accoglienza nei Paesi in via di sviluppo. 

 

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite si riunisce oggi al Palazzo di Vetro per discutere di migrazione - per la prima volta nella sua storia - con l’obiettivo di sottoscrivere fra tutti e 193 i Paesi membri la cosiddetta “Dichiarazione di New York”. Come spiega lo stesso segretario generale Onu Ban Ki-moon si tratta di un testo che delinea una “strategia pragmatica” fondata su “principi” condivisi, grazie ai quali “venire in aiuto ai rifugiati e ai migranti” senza negare per questo “i nostri valori più preziosi”.

Capi di Stato e di governo si riuniscono nella sede delle Nazioni Unite a New York, per l’approvazione di un documento comune che sappia affrontare la più grave emergenza in materia dalla fine della Seconda guerra mondiale. L’obiettivo è quello unificare l’azione dei 193 Paesi membri e favorire un approccio coordinato che sappia tutelare i diritti umani di rifugiati e migranti. 

Per gli esperti Onu un accordo potrebbe favorire la nascita di soluzioni di lungo periodo e risposte efficaci alle emergenze in corso.

Tuttavia, non mancano problemi e difficoltà in vista dell’approvazione della “dichiarazione” comune, anche perché essa non avrebbe valore vincolante. Inoltre, in questo momento storico la questione migranti è diventato una fonte di divisione fra Stati Uniti ed Europa. Attivisti e Ong internazionali pro diritti umani sottolineano inoltre che il summit potrebbe essere “sabotato” da nazioni che agiscono “per solo tornaconto personale” e incuranti della sorte di milioni di rifugiati. 

Presentando l’incontro il segretario generale delle Nazioni Unite sottolinea che il tema rifugiati è fra quelli che “si prestano maggiormente alle manipolazioni dei demagoghi”. Ban Ki-moon denuncia anche la “spinta xenofoba” che “troppo spesso si esprime attraverso la violenza”. 

Un fenomeno che tocca soprattutto i Paesi industrializzati, mentre - come ricorda il capo della diplomazia Onu - “contrariamente al pensiero comune, non sono i Paesi ricchi quelli in cui si concentra il maggior numero di rifugiati: l’86% di loro ha trovato accoglienza in Paesi in via di sviluppo” e gli aiuti forniti a questi governi “è ben lungi dall’essere sufficiente”. 

Secondo fonti dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati a fine 2015 si è toccata quota 65,3 milioni di sfollati; un numero “mai registrato prima”, con un aumento di oltre cinque milioni rispetto all’anno precedente. Di contro, i migranti nel mondo sono oltre 244 milioni. 

Nel totale vi sono 21,3 milioni di rifugiati, 3,2 milioni di richiedenti asilo, oltre che 40,8 milioni di migranti. Secondo la definizione fornita dal dipartimento delle Nazioni Unite, i rifugiati sono persone costrette ad abbandonare il proprio territorio a causa di un conflitto armato in corso o perché vittime di persecuzione; di contro, i migranti sono persone che hanno deciso di proposito di lasciare il proprio Paese in cerca di una vita migliore. 

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