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21 settembre 2016

 

Obama all’Onu, ‘dobbiamo aprire i cuori ai rifugiati’

di Guido Keller

 

“Sono davanti a voi per l’ultima volta”: con queste parole il presidente degli Stati Uniti Barak Obama ha aperto il suo intervento all’assemblea generale delle Nazioni Unite, un discorso incentrato sulla crisi dei profughi, su un’economia più giusta, sui valori democratici ma anche un’occasione per un affondo sulla Russia di Vladimir Putin.

Per Obama “dobbiamo fare di più per aiutare i rifugiati, dobbiamo aprire i nostri cuori per accogliere i rifugiati nelle nostre case”.

“Dobbiamo – ha continuato – respingere qualsiasi forma di razzismo, fondamentalismo e di idee superiorità di razza, bisogna abbracciare la tolleranza e il rispetto di tutti gli esseri umani e di tutte le culture”. “Dobbiamo – ha insistito il presidente Usa – correggere la globalizzazione, ma no ai nazionalismi e ai populismi. Un Paese circondato dai muri imprigiona se stesso”.

A margine del vertice ha poi annunciato che “Le oltre cinquanta nazioni che partecipano al Summit sui rifugiati in corso all’Onu raddoppieranno l’accoglienza dei profughi, arrivando ad accoglierne 360 mila”, poiché “Dobbiamo riconoscere che i rifugiati sono sintomo di un più ampio fallimento, di tensioni e persecuzioni”. “Come Stati Uniti – ha spiegato – siamo determinati a fare la nostra parte, aumentando il numero dei profughi reinsediati a 85 mila quest’anno, e 110 mila per il 2017, ma ho organizzato questo vertice perché tutti dobbiamo fare di più”.

 

Parlando di povertà e di disuguaglianza sociale ha detto che

“Le economie funzionano meglio se si riduce il gap tra i salari, tra ricchi e poveri. L’obiettivo non è punire i ricchi ma rendere più equa la società e prevenire nuove crisi”.

“Negli ultimi 25 anni – ha detto Obama – il numero di persone che vive in povertà estrema è stato tagliato da quasi il 40% a sotto il 10% dell’umanità”; ha quindi chiesto che “si faccia di più affinché l’economia globale funzioni meglio per tutti, non solo quelli in cima”, poiché “un mondo in cui l’1% dell’umanità controlla la ricchezza del restante 99% non sarà mai stabile”.

In tema di democrazia ha esclamato un secco “No agli uomini forti e a modelli di società guidate dall’alto. La democrazia resta il vero percorso da compiere. E la strada verso la vera democrazia è meglio dell’autoritarismo”.

Poi è arrivata la stoccata verso la Russia, la quale “sta cercando di riguadagnare la gloria perduta attraverso la forza”: “Se la Russia continua a interferire negli affari dei paesi vicini, questo renderà i confini del Paese meno sicuri”.

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