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28 agosto 2016

 

Il negoziato Ttip è fallito

 

Si era capito dai molti problemi e dati tanti segreti. Poi la Brexit aveva rotto il ponte tra Unione Europea e Stati Uniti. Ora l'annuncio ufficiale da parte del Vice Cancelliere e ministro dell'Economia tedesco, Sigmar Gabriel. "Ritengo che i negoziati con gli Stati Uniti siano 'de facto' falliti, anche se nessuno lo vuole ammettere veramente".

In 14 round di colloqui, le parti non hanno trovato un'intesa su un solo capitolo dei 27 sul tavolo. «I negoziati con gli Stati Uniti sono effettivamente falliti perché come europei non possiamo accettare supinamente le richieste americane» .

Con questa ultima precisazione Gabriel chiarisce anche che – come da sempre sostenevano i suoi critici – in realtà il Ttip era un modo per azzerare anche quel poco di differenza ancora esistente tra il "modello europeo" e il "modello anglosassone".

Ma non fatevi soverchie illusioni: questa "non accettazione delle richieste americane" è stata fatta alla luce degli interessi delle società multinazionali europee, non certo in difesa delle popolazioni del continente…


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28 agosto 2016

 

«TTip, negoziati falliti»: salta il trattato di libero scambio Usa-Ue

 

“Obiettivo del Ttip è integrare i mercati Ue e Usa, riducendo i dazi doganali e rimuovendo le barriere non tariffarie, le differenze sui regolamenti tecnici, norme e iter di omologazione, standard applicati ai prodotti, regole sanitarie e fitosanitarie”

 

Il vicecancelliere e ministro dell’Economia tedesco, Sigmar Gabriel, ammette il fallimento dei negoziati Usa-Ue sul trattato di libero scambio (Ttip). «I negoziati con gli Stati Uniti sono effettivamente falliti perché come europei non possiamo accettare supinamente le richieste americane» ha detto il ministro socialdemocratico in un'intervista alla rete tedesca Zdf, sottolineando come ormai «non ci sarà più alcun passo avanti, anche se nessuno lo vuole ammettere veramente». Gabriel ha anche sottolineato che in 14 round di colloqui le parti non hanno trovato un'intesa su un solo capitolo dei 27 sul tavolo.

 

I negoziati, avviati nel 2013, non hanno mai avuto vita facile. Non solo la Germania ma anche la Francia non ha mai nascosto le perplessità per quello che sembrava uno strumento unilaterale americano.

 

In realtà non giunge inaspettata una dichiarazione del genere vista la congiuntura politica di qua e di là dell’Atlantico. Già a maggio sui media americani si poteva leggere che l’accordo sul Ttip era morto quando il candidato repubblicano Donald Trump e la candidata democratica Hillary Clinton hanno iniziato a dire le stesse cose: il primo lo attacca ogni giorno, le ultime dichiarazioni della seconda sono state all’insegna di «dubbi e preoccupazioni».

L’America aspetta infatti le elezioni presidenziali di novembre e Hillary Clinton ha fatto marcia indietro sul Ttip che un tempo appoggiava in linea con Obama perché la questione in patria è tutto fuorché popolare: in tempi in cui i due candidati alla Casa Bianca promettono il ritorno di manodopera che non tornerà più, parte dell’opinione pubblica vede nel trattato una ulteriore minaccia alla working class americana impoverita. Una paura che Trump ha cavalcato da subito e a cui Clinton ha ceduto anche per non perdere quell’elettorato democratico che ha sostenuto il suo sfidante interno, Bernie Sanders. Allo stesso tempo, l’attuale presidente Obama ha il potere dell’anatra zoppa (lame duck) - così si chiama il presidente a fine mandato - e un Congresso ostile.

 

In Europa chi dovrebbe decidere non se la passa meglio: sia la Francia sia la Germania aspettano le elezioni nel 2017 per cui prima della fine del prossimo anno qualsiasi iniziativa sarebbe improduttiva perché manca un mandato forte agli attuali leader. E perché, come in America, parte dell’opinione pubblica si è schierata contro l’accordo in nome della tutela dei posti di lavoro e dell’ambiente nonché la paura per gli Ogm (si veda il video sotto, la manifestazione a Berlino un anno fa).

 

All’inizio dell’estate, già il ministro italiano dello sviluppo economico Carlo Calenda aveva avvertito che il Ttip era in bilico: «Il Ttip - aveva detto - secondo me salta perché siamo arrivati troppo lunghi sulla negoziazione» quindi «sarà molto difficile che passi e sarà una sconfitta per tutti».

 

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A Berlino in più di centomila contro il trattato TTIP

swissinfo.ch - 19 AGOSTO 2016  - TTIP, il trattato che fa paura anche in Svizzera - Minacce per il settore agricolo: “Vogliamo il libero scambio con l’UE e gli USA, dato che siamo chiaramente dipendenti dai nostri due più grandi partner economici. Però non si possono mettere sullo stesso piano prodotti agroalimentari con componenti di automobili o apparecchi elettrici. La nostra alimentazione è legata alla nostra salute, al benessere degli animali, all’ambiente, alle risorse disponibili. Chiediamo quindi che questi prodotti vengano esclusi da un eventuale accordo”, dichiara Maya Graf, deputata del Partito ecologista svizzero, che fa parte della coalizione anti-TTIP. 

L’adesione della Svizzera al TTIP inquieta anche gli ambienti contadini, che temono di vedere invaso il mercato svizzero da prodotti agroalimentari americani a basso prezzo. Dieci anni fa, proprio le pressioni del settore agricolo avevano spinto il governo ad abbandonare i negoziati in corso per un accordo di libero scambio con gli Stati uniti. 

“Siamo chiaramente preoccupati, poiché non boxiamo nella stessa categoria degli USA. La nostra agricoltura non può rivaleggiare con le grandi aziende americane che hanno anche più di mille bovini. L’accordo raggiunto nel 2013 con la Cina ha però dimostrato che si possono concludere dei trattati di libero scambio, prevedendo dazi dissuasivi a partire da determinati contingenti sui prodotti agricoli importati”, afferma Jacques Bourgeois, direttore dell’Unione svizzera dei contadini. 


euronews.com - 28 agosto 2016 - Le trattative per il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) si sono arenate sulle diverse posizioni di Europa e Stati Uniti. A spiegarlo il ministro dell’Economia e vice cancelliere tedesco, Gabriel Sigmar: “Secondo il mio giudizio, i negoziati con gli Usa sono di fatto falliti, anche se nessuno lo ammette. E questo è perchè dopo 14 round di colloqui non si è trovato l’accordo neanche per uno dei 27 capitoli sul tavolo. Noi europei non dobbiamo soccombere alle richieste americane. In Europa abbiamo già il nostro modo di vivere insieme”. La discussione sul TTIP, che prevede una zona di libero scambio tra Stati Uniti ed Unione Europea che comprenda 800 milioni di persone, è iniziata nel 2013, ed ha sempre suscitato accese critiche da parte dell’opinione pubblica, specie degli ambientalisti. Gli attivisti che si sono opposti al TTIP sin dall’inizio dei negoziati sostengono che l’affare potrebbe favorire solo le multinazionali e danneggiare i consumatori.

Vedi anche:

http://contropiano.org/news/news-economia/2016/06/28/la-francia-ribadisce-no-al-ttip-081025

http://contropiano.org/news/politica-news/2016/06/01/segreto-del-ttip-riduce-parlamentari-comparse-ignare-079894

http://contropiano.org/interventi/2016/05/30/ttip-partito-della-nazione-vendita-079812

http://contropiano.org/documenti/2016/05/31/ttip-gli-altri-trattati-libero-commercio-gia-firmati-079825

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