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2 nov 2016

 

Basta con sta idiozia della Clinton nucleare. E’ l’impero.

di Paolo Barnard

 

Una cosa è certa, quando parte un’isteria, dilaga e fa un’unica cosa, sempre la stessa: spegne i cervelli di tutti e nessuno si fa la seconda domanda, mai, tutti si bloccano sul Mantra isterico e lì i neuroni vanno ai Caraibi. Volo di sola andata.

 

Adesso è partita l’isteria HILLARY CLINTON SCATENERA’ LA GUERRA ATOMICA CON LA RUSSIA, TRMUP E’ MEGLIO. Un’idiozia.

Il famoso secondo pensiero al quale nessuno del 99% arriva è questo: Non va visto il candidato, va visto il Paese. Il Paese è gli Stati Uniti d’America. Gli Stati Uniti d’America sono un Impero. Un Impero che sta crollando. Tutto, tutto dipende da questo, va visto il Paese non il candidato.

Sui motivi del crollo dell’Impero ci vorrebbe un saggio e non è possibile qui dire quasi nulla, ma due cose vanno segnalate: l’annuncio ufficiale del presidente cinese Xi Jinping di ricostruire la Via della Seta, cioè di ricostruire l’Impero cinese dallo stretto di Malacca fino alle porte della Turchia, e che è già in pieno svolgimento. E la seconda cosa è il girone infernale del Medioriente, quel manicomio criminale alla deriva in cui gli USA letteralmente si sono persi, e che li ha già succhiati dentro a una catastrofe che dissanguerà Washington anemica fino alla morte di tutta la sua politica estera. E forse, come dirò dopo, fino a una guerra nucleare.

Allora il punto è questo: se si accende il cervello oltre l’isteria, diventa ovvio che qualsiasi candidato americano, qualsiasi presidente, in tutto l’arco che va da Bernie Sanders a Ted Cruz, DOVRA’ AFFRONTARE IL CROLLO DELL’IMPERO, e questo significa letteralmente che ogni giorno nei prossimi cento anni è il giorno del possibile scoppio della Terza Guerra mondiale, guerra convenzionale o meno, ma ripeto INDIPENDENTEMENTE DAL CANDIDATO ALLA CASA BIANCA.

La questione non è, assolutamente non è, che la Clinton è più guerrafondaia di Trump. La questione è quale candidato americano assillato dal crollo dell’Impero RESISTERA’ PIU’ TEMPO prima di una dichiarazione di guerra mondiale. Solo questo è il punto. E la risposta fra Trump e Clinton è senza dubbio la Clinton. Perché Hillary almeno pensa e almeno deve rispondere ai suoi padroni, Trump non pensa e risponde solo agli sbalzi di serotonina del suo cervello da mucca pazza, basta.

Detto questo vengo all’isteria della Clinton atomica con la Russia.

Sappiamo con certezza chi, fin dai tempi della giovane coppia Clinton in Arkansas, chi, dicevo, governa e possiede quella coppia di criminali internazionali. Ne conosciamo nomi cognomi e soprattutto gli INTERESSI, che oggi si sono spostati da quelli delle lobby agricole e immobiliari degli anni ’90, a quelli di Wall Street. E QUI VIENE IL PUNTO CRUCIALE, se si vuole in particolare capire le possibilità dell’altra guerra, quella atomica:

L’ultima cosa al mondo che la finanza vuole è una guerra nucleare, semplicemente perché non esiste modello algoritmico, statistico, o tendenza di Borsa che racconti all’uomo con le scarpe da 5.000 dollari a Manhattan o a Francoforte cosa accadrebbe alla finanza in caso di guerra nucleare. NON ESISTE, NON CE L’HANNO. E gente che oggi ha in mano assets per oltre 30 volte il PIL mondiale, non rischia il culo su un modello che NON CONOSCE. Al contrario, sanno benissimo che bottoni premere, dove investire, che profitti si fanno in caso di guerra convenzionale, ma NON in caso di guerra atomica. La Clinton dovrà guardarli tutti in faccia prima di schiacciare il bottone rosso e non lo farà mai per prima. Trump guarderà solo la sua faccia contorta quel giorno, Trump non risponde a nessuno all’esterno del suo encefalo di pecorino. Capite ora la realtà del pericolo Trump?

E qui s’innestano altri 4 fattori che fanno di Trump il candidato più probabile per una guerra sia convenzionale che nucleare. 1) L’espansionismo NATO alle soglie di Mosca. 2) Le nuove bombe nucleari “MINI”. 3) Israele e Iran. 4) L’espansionismo delle basi militari USA.

Come dicevo all’inizio, il vero rischio di conflitto, anche atomico è il crollo dell’Impero americano, e ripeto che qualsiasi candidato alla Casa Bianca potrebbe scatenare una Terza Guerra da un giorno all’altro perché qualsiasi candidato alla Casa Bianca dovrà preservare l’Impero per la sopravvivenza di 350 milioni di americani nel loro stile di vita, che non verrà mai messo in discussione, mai. Lo dimostra il fatto che persino Sanders appoggia le guerre “utili”, ha speso parole mielose per “i nostri migliori e valorosi americani”, cioè le truppe USA in guerra, e mai ha pronunciato una singola parola per lo smantellamento totale, ripeto totale, della finanza speculativa.

L’espansionismo NATO nasce ben prima di Trump/Clinton, fu Ronald Reagan che con la faccia come il culo tradì le promesse fatte a Gorbachev negli anni ’80 di non espandere la NATO di un metro a Est. Oggi la NATO è letteralmente arrivata al confine con la Russia, e deve farlo, sempre per il solito motivo, cioè il controllo delle risorse materiali e finanziarie di più nazioni possibile, e dei flussi di energia nell’interesse dell’Impero al crollo. Trump NON si oppone all’espansionismo, dice solo che lo devono pagare gli altri. Trump NON ha mai messo in programma il ritiro NATO a ovest della Polonia, mai. E allora? Allora la scintilla finale con Mosca rimarrà tale e quale, pronta a scoppiare, con Donald o con Hillary o con chiunque altro. La donna non è affatto peggio.

Obama ha finanziato con 1.000 miliardi di dollari la ricerca sulla produzione di armi nucleari, fra cui la famose ‘MINI’ bombe, e già ci sono, si chiamano B61 Model 12. Escluso che la Clinton possa prendere per prima una decisione atomica per i motivi detti sopra, la facilità dell’uso di una testata mini capace di, ad esempio, distruggere selettivamente un’area grande come 4 quartieri di Milano si addice molto di più a un rantolo cerebrale di Trump se, poniamo, vi fosse un attentato ISIS a Filadelfia con 100 morti. Questo è evidente, Trump ha più volte chiesto da ebete “Ma perché non potrei usare l’atomica?” e lui veramente se lo chiede come un dodicenne scemo incazzato con la scuola. Ma possibile che non sia evidente al pubblico che questo uomo è clinicamente un ritardato mentale? Non sto facendo battute, e fra una criminale telecomandata da chi non ha interesse a una guerra atomica e un demente, voi mettereste le B61 Model 12 in mano al secondo?

Ma in assoluto il maggior e più realistico pericolo di guerra atomica NON risiede in una consolle di un bunker di Washington, ma a Tel Aviv. Cito Norman G. Finkelstein quando definì Israele “uno Stato psicotico”, e lo è. I Sionisti sono non solo dei criminali internazionali di comprovata devastante letalità, ma sono anche letteralmente dei pazzi. Attenti: la Storia recente ci dimostra che l’unico fattore che ha impedito a Israele di usare l’atomica sull’Iran è stata la mano del Padrone a Washington. Questo significa una Washington attivamente ingaggiata al 100% negli interessi di Tel Aviv, quindi padrona e in controllo dalla pazzia Sionista.

Ma Trump vuole il disingaggio degli Stati Uniti soprattutto dai rapporto Iran-USA-Israele, e l’ha detto: prima cosa ripudierà l’accordo Obama-Rouhani sul nucleare. Questo significa solo una cosa, state attenti: che verrà tolta la ‘sicura’ dalla pistola dei pazzi genocidi Sionisti, e mano libera di sti assassini di massa di far partire le testate contro l’Iran. E quindi la Prima Guerra Atomica. Qui dobbiamo scongiurare Dio di far vincere la Clinton, che invece la mano sugli psicopatici eredi di Theodor Herzl la terrà eccome.

L’America iniziò con l’allora Capo di Stato Maggiore Colin Powell la famosa politica di espansione della basi militari chiamata dal Pentagono “Lillypad expansion”, cioè l’espansione a foglia di ninfea, espansione a chiazze in tutto il mondo. Oggi, di nuovo, questa espansione è un dovere assoluto dell’Impero, pena appunto la sua morte, in particolare nell’accerchiamento della Cina, per strangolare come dicevo prima la costruzione della nuova Via della Seta, cioè un nuovo l’Impero cinese dallo stretto di Malacca fino alle porte della Turchia. E stanno succedendo entrambe le cose contemporaneamente, con Pechino che ha già piazzato 46 miliardi di dollari in Pakistan protetti da oltre 10.000 soldati con la mira al Golfo Persico, che sta costruendo piste di decollo per bombardieri in tutti i distretti del Sud Est asiatico che controlla, e gli USA che appunto stanno circondando i cinesi a “Lillypad expansion” mirando proprio agli stretti di Malacca da cui passa la gran parte dell’energia di cui necessita Pechino.

Washington semina basi, flotte, con l’aiuto dell’Australia, come ha recentemente rivelato il grande John Pilger. Avete voi sentito Trump parlare di un piano sensato per la distensione con la Cina? Ma soprattutto, Donald Trump E’ CAPACE DI PENSARE A UNA COSA IMMENSA COME UN PIANO DI DISTENSIONE FRA POTENZE? NO! La Clinton in questo ha invece ben altre capacità, almeno non reagirà a una crisi dei missili nel Pacifico con lo sguardo demente sotto alla parrucca di un Trump. E qui appunto qualcuno si rende conto dei rischi per il mondo e della differenza fra i due candidati, Cristo!

Credo di aver detto tutto. Ma se si usasse la testa almeno, e cito G.B. Shaw, una volta alla settimana credo che quanto sopra avrebbe dovuto essere ovvio.

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