Originale: The Guardian
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26 novembre 2016

“Dove andiamo? Dove è la speranza?”
di Bernie Sanders e Spike Lee

Traduzione di Maria Chiara Starace

Bernie Sanders si precipita a capofitto in una stanza d’albergo nel centro di Manhattan, un uomo che non ha tempo da perdere. Questo non è il Bernie dell’epoca della campagna elettorale, il Bernie delle imitazioni, e dei gusti del gelato e del gioco di parole “Senti come brucia” (Feel the Bern, che nella pronuncia si può confondere con “burn”, bruciare, n.d.t.). Tutto questo è stato spazzato via e sostituito con qualcosa di più duro, più urgente, con il senso che, svanita la Clinton, arriva l’ora, arriva l’uomo, quindi anche chiamarlo Bernie, a questo punto sembra sbagliato. Sotto queste spoglie, il Senatore Sanders, un outsider in tutta la campagna elettorale, dimostra di essere un politico con 40 anni di carriera, con il desiderio di combattere la politica con la politica e senza tolleranza per il pianto, i lamenti insistenti o per la necessità della catarsi. L’unico notevole retaggio del suo stile precedentemente estroso, è la sua abitudine di dire ogni cosa due volte. Sanders fa sembrare il “Sì, sì”, come il giudizio più serio del mondo.
Spike Lee, invece, è emotivo. Ha fatto la campagna per Sanders e vuole un abbraccio da lui, la rassicurazione che le cose andranno bene e l’ammissione che il mondo è impazzito, appelli verso i quali il senatore dimostra una certa comprensione e anche una palese irritazione. I due uomini occupano diversi ruoli dalla stessa parte: uno rappresenta l’opposizione politica a Trump, l’altro l’opposizione culturale. Lee vuole indicazioni da Sanders sul modo in cui quella opposizione potrebbe funzionare, ma vuole anche la consapevolezza che la conciliazione con Trump, l’istinto del politico, non sia a spese dei valori fondamentali.
In questo, Sanders e Lee differiscono. Lee, come così tanti di noi, si potrebbe dire che possa concedersi il lusso dell’opposizione totale, del totale rifiuto di Trump e della denigrazione dei suoi sostenitori. Sanders, piuttosto sorprendentemente, data la sua reputazione di persona inflessibile, adotta una linea più strategica anche rispetto a quella dei suoi colleghi, come Harry Reid, il capo della minoranza al Senato, che all’inizio di questo mese ha espresso un forte ripudio di Trump quando lo ha definito “un predatore sessuale che ha perduto il voto popolare e ha alimentato la sua campagna con intolleranza e odio.”
Sanders condanna quegli aspetti di Trump ma è riluttante a definire razzisti milioni di elettori banchi della classe operaia, per mezzo di quello che sospetto sia pragmatismo politico e profondo sentimentalismo, dato che il suo background è la classe operaia bianca. Lee non è così pronto a dare agli elettori di Trump il beneficio del dubbio. E’ uno scambio di idee affascinante.
Bernie Sanders: Ehi, Spike, come stai?
Spike Lee: Sto malissimo, Senatore.
BS: Lo capisco, lo capisco.
SL: Comunque voglio ringraziarla perché quello che ha fatto è grandioso. E leggo questa roba che sta uscendo – le rivelazioni su Wasserman [Debbie Wasserman Schultz, ex presidente del Comitato Nazionale Democratico che durante la campagna elettorale ha fatto trapelare le email che si dimostrava fossero faziose contro Sanders a favore della Clinton] e su Donna Brazile [presidente a interim del CND la quale ha dato alla Clinton un avviso sulle domande in anticipo per un dibattito della CNN] e che conosco. Imbrogliare è valido per entrambe le parti. [Risate].
BS: Beh, sai abbiamo affrontato tutto l’establishment e questo è ciò che accade, ma stiamo attraversando momenti enormemente difficili. Dobbiamo andare avanti e io non vedo l’ora di lavorare con lei per fare sì che questo accada.
SL: Va bene, farò qualsiasi cosa che potrà per aiutare. Ma guardi queste persone nominate da Trump – chi è questo tizio, Bannon, Brannon?
BS: Bannon.
SL: Hoooo!
BS: Diventerà consigliere politico o qualcosa del genere
SL: Ahahahahahahahahaha!
BS: Sì
SL: Sa che cosa ha detto Malcom X? E’ stata una citazione famosa che lo ha messo nei guai, ma che ora mi viene in mente. Ha detto: “Tutti i nodi vengono al pettine.”
Mi sembra che tutte queste cose di oggi sono state una reazione a quel primo giorno in cui Obama mise la sua mano destra sulla Bibbia di Lincoln. Penso che tutto sia cominciato il giorno che un uomo di colore è diventato presidente degli Stati Uniti. Tutto questo è accaduto otto anni fa.
BS: Ebbene, Spike, penso che sia una parte di questo, anche se non penso che sia tutto.
SL: Penso, però, che ne sia una gran parte.
BS: Ebbene, credo che molte persone che hanno votato per Obama una volta, o due volte, hanno votato per Trump. E penso che il problema sia che ci sono milioni di persone in questo paese che hanno votato per Trump ma che non lo accettano…Non negherò neanche per un secondo che lì fuori c’è moltissimo razzismo e xenofobia e discriminazione sessuale, certamente c’è. Ma c’è anche moltissima altra gente che sta realmente, realmente soffrendo. Fanno due o tre lavori, sono preoccupati per i loro figli, non possono permettersi di mandarli all’asilo o all’università. E Trump arriva e dice. “Sono il difensore della classe operaia.” Ed è un bravo showman, un bravo intrattenitore, e la gente gli ha creduto.”
Il nostro compito, però, mi sembra che ora riguardi tre aree. Numero uno: combatterlo con le unghie e coi denti in qualsiasi movimento verso il razzismo, la xenofobia, la discriminazione dei sessi che cerchi di dividere il nostro paese. E, numero due: se è sincero – e vedremo se è così – riguardo allo sviluppo di programmi per creare lavoro e aumentare i salari, penso che dovremmo operare con lui. Ma le dirò che un’altra cosa che mi preoccupa, non solo per il paese, ma anche per il pianeta, è il fatto che questo tizio pensi che il cambiamento del clima sia una balla. Ebbene, lasci che le dica che non è una balla. Il cambiamento del clima è reale, e se non trasformiamo il nostro sistema dell’energia, il pianeta che lasceremo ai nostri figli e nipoti potrebbe non essere un bel posto.
SL: Quello che è anche problematico e che mi ha fatto girare e rigirare nel letto di notte è: quell’ uomo ha i codici nucleari.
BS: Sì, sì.
SL: [ride incredulo]. L’uomo ha i codici nucleari.
BS: Sono d’accordo.
SL: Mi scusi, signore: lei sa che amo gli sport. Ho visto troppe volte che, quando una squadra pensa che ha la vittoria in mano , proprio impacchettata, e si vedono i giocatori che vanno sulla linea laterale e cominciano a festeggiare e poi arrivano alla linea di porta e perdono la palla. I Clinton – non le chiedo un commento, è la mia opinione – hanno pensato di avere in mano la vittoria. E che cosa dicono sempre i grandi allenatori? Continuate a giocare fino a quando il tempo non è scaduto! E mi sembra che i Clinton abbiano festeggiato prima che sorgesse il giorno.
BS: [mestamente] Ah.
SL: Non era diritto di nascita di Hillary Clinton essere presidente degli Stati Uniti d’America! E Trump, ha giocato come se dovesse continuare a farlo fino al fischio finale, fino a quando il tempo è scaduto.
BS: Giusto. Hai ragione. Nessuno può negare che Trump facesse tre o quattro comizi al giorno, correva in tutto questo paese, lavorando 20 ore al giorno. E questa è la verità. Ma penso che indichi anche, Spike, una cosa che va al di là di Hillary Clinton. Trump arriva proprio alla natura del Partito Democratico.
SL: Il DNC! (Comitato Nazionale Democratico)*.
BS: Proprio così. E chiede la trasformazione del Partito Democratico e chiarisce che sarà un partito che metterà insieme neri e bianchi e latino-americani, e donne e gay, e chiunque altro. Ma sarà anche un partito…
SL: Vorrebbe dire che ora il DNC è un disastro, Senatore?
BS: Sì, sì. E io appoggio…(manca il seguito nel testo)
SL: E ci sono tanti che puntano il dito.
BS: Sì, penso che abbiamo bisogno di fare le pulizie di casa. Penso che il DNC abbia bisogno di prendere una direzione completamente nuova. Penso che abbia bisogno di una dirigenza e penso che debba chiarire bene il fatto che sta dalla parte delle famiglie operaie e che è pronto ad affrontare la classe dei miliardari e Wall Street e l’America delle grosse aziende e le compagnie farmaceutiche e le compagnie di assicurazione
La gente sta soffrendo. Abbiamo bisogno di un programma che stia dalla parte delle famiglie operaie e che metta insieme le persone.
SL: Le hanno mai offerto la carica di Vice presidente, signore?
BS: No, assolutamente no.
SL: L’avrebbe accettata?
BS: Mm, probabilmente, sì. Ma anche questo significa riuscire solo a guardare lo specchietto retrovisore.
SL: Intendo dire che tutti guardiamo la rovina e cerchiamo di dire, mi scusi l’espressione: che cazzo? Cioè, quando mi sono svegliato quella mattina, il mondo era diverso. E’ un mondo diverso.
BS: E’ un mondo molto diverso. Ed è un mondo molto spaventoso.[Bruscamente]. Ma dobbiamo andare oltre questo.
SL: L’uomo ha i codici nucleari.
BS: Sì.
SL: Mi permetta di farle un’altra domanda. Come si può dire a un altro paese che devono pagare per un muro? O delle recinzioni? Come funziona?
BS: Ebbene, Spike. Penso che quello si troverà è che un sacco delle iperboli, un sacco della retorica che il Signor Trump ha usato nella sua campagna, alla fine non sono molto rilevante per il mondo reale.
SL: Quindi lei pensa che i suoi elettori non lo riterranno responsabile delle esagerazioni che ha detto che avrebbe fatto?
BS: Ebbene, penso che forse non lo faranno. Penso che quello che dobbiamo fare è di considerarlo responsabile delle affermazioni circa l’aumento dei salari e la creazione di posti di lavoro; penso che dobbiamo combatterlo con le unghie e con i denti per… (frase interrotta nel testo)
SL: Ma come facciamo a fare questo se i Repubblicani hanno la Camera e il Senato? BS: Ebbene, lo facciamo perché risulta che, per ogni problema importante che gli americani affrontano, la nostra opinione è l’opinione popolare, e quella del Signor Trump non lo è. Per esempio: lavoreremo sodo per aumentare il salario minimo e avere il salario minimo sufficiente per vivere rapportato al costo reale della vita. La vasta maggioranza dei Democratici e, in realtà, dei Repubblicani, credono in questo. Combatteremo per ricostruire le infrastrutture e creare milioni di posti di lavoro, rendendo gratuite le università , occupandoci del debito studentesco, dei servizi per l’infanzia; tutti questi problemi hanno l’appoggio degli Americani. Dobbiamo mettere Trump sulla difensiva e questo segnala la necessità di dove si può svolgere un grande ruolo – lei e le altre persone che sanno come fare con i media, cioè mettere insieme le persone attorno a un piano di azione progressista.
SL: Va bene, ma il Presidente degli Stati Uniti non nomina i giudici della Corte Suprema?
BS: Oh, certamente. Va bene. Guarda. Quella è la realtà, Spike; lei parla della realtà. Sì, farà il presidente. Questo è il fatto. Il nostro compito è di determinare che cosa possiamo fare per opporci a lui. Questo è il punto in cui siamo proprio adesso. E dobbiamo essere molto, molto riguardo a questo.
SL: Avremo bisogno della sua guida, Senatore.
BS: Ebbene, Spike, ecco la storia, nella misura in cui la mia leadership significa qualcosa. Sai una cosa? La grande maggioranza degli Americani non pensano che si debba mettere fine alla legge Roe v Wade sull’aborto. ** Il nostro compito è di chiarire che se Trump va avanti in quella direzione, c’è un prezzo da pagare. Questa è la politica: si può avere un punto di vista, ma se si può raccogliere un’opposizione massiccia al vostro punto di vista, si può riconsiderarlo. Siamo impegnati in questo. Non penso che gli Americano vogliano ribaltare la Roe v Wade. Non penso che gli Americani vogliano espellere milioni di persone. Non penso che gli Americani vogliano fermare i musulmani che vengono in questo paese. Ma penso davvero che gli Americani vogliano un piano d’azione economico che funzioni per la gente che lavora, non soltanto per i miliardari. Quindi il modo in cui si sconfiggono o si rallentano i propri oppositori è che si radunino insieme le persone e che si dimostri loro che Trump è dalla parte sbagliata della storia. E’ la cosa migliore che possiamo fare.
SL: Quali sono i suoi commenti, Senatore sulle rivolte che abbiamo visto in tutti gli Stati Uniti dopo i risultati?
BS: Ebbene, come ha appena indicato, lei ed io quella mattina ci siamo svegliati molto turbati e sconvolti e la gente scendeva nelle strade per esprimere la loro delusione e la loro rabbia. Il nostro compito è di trasformare la rabbia in uno sforzo costruttivo di fermare le peggiori politiche di Trump e di costringerlo a fare qualcosa che sia rilevante per il popolo americano.
SL: Non ci sono stati vari studi che dimostrano che lei avrebbe sconfitto Donald Trump?
BS: Sì. Ci sono stati vari sondaggi che hanno fatto capire questo.
SL: [Lungo silenzio]. Mm, Questa è una domanda retorica, ma voglio soltanto che i lettori capiscano questo molto chiaramente. Dove andiamo? Dove è la speranza?
BS: OK. Ecco dove è la speranza. La speranza è comprendere che il partito Democratico ha barcollato in modo molto serio negli scorsi decenni. Non è soltanto questa elezione, Spike, per quanto disastrosa sia stata. E’ il fatto che il partito Repubblicano controlla il Senato, controlla la Camera degli Stati Uniti, controlla qualcosa come due terzi dei posti di governatore in questo paese, e che i Democratici hanno perduto oltre 900 seggi di stati della legislatura negli ultimo otto anni. Questo mi fa capire che il partito Democratico deve ripensare fondamentalmente a chi è e a dove va. Deve cambiare la situazione attuale in cui è un partito dell’élite liberale, un partito di ricchi che danno somme sostanziose; possiamo usare il denaro, e va bene,
ma deve identificarsi di nuovo come partito dei lavoratori. Se si è neri o bianchi, o latino-americani, ci sono milioni di persone oggi che lavorano per più ore con salari più bassi e vedono quasi tutti i nuovi redditi e la ricchezza che va ai più ricchi dell’1%. Il partito Democratico deve dire che siamo dalla parte del 99%. Il nostro partito non è a favore di fantasiose raccolte di fondi, ma preferisce le sale di riunione dei sindacati, quelle dei reduci, le comunità agricole, i quartieri periferici. Deve radunare le persone intorno a un piano di azione progressista e fare in modo che il governo funzioni per tutti noi e non per l’1%. Questo è il motivo per cui sostengo Keith Ellison (come eventuale presidente del DNC).
SL: Chi?
BS: Keith Ellison. Del Minnesota.
SL: Ah, sì. E’ il fratello musulmano, giusto?
BS: Sì. E’ una bravissima persona ed è copresidente del caucus progressista della Camera. Molto progressista. E penso che Keith comprenda che il futuro del partito Democratico è un partito di gente comune. Quindi lo appoggerò e riorganizzerò il partito Democratico.
SL: Mi permetta di farle un’altra domanda: La coalizione che ha avuto Obama, gli ha permesso di ottenere la sua carica; le persone che hanno fatto la campagna della Clinton pensavano che avrebbe automaticamente vinto senza dover lavorare? Non capisco. Non ho sentito per Hillary Clinton l’energia che c’era stata per Obama, anche per lei. Rispetto la donna, ma non c’era entusiasmo.
BS: Credo che nessuno discuterebbe con lei in proposito. Quello che abbiamo visto è che nel 2008 Obama ha condotto una campagna storica dove l’affluenza era stata estremamente alta: l’entusiasmo nella comunità di minoranza, il forte appoggio dalla classe operaia bianca, e questo è andato avanti fino al 2012. Nel 2016, però, quello che abbiamo visto – penso che sia molto giusto – sarebbe difficile far pensare che le persone di questo paese fossero entusiaste della campagna della Clinton. Non c’era l’energia che avevamo visto nella campagna di Obama, e quello che è successo alla fine è stato che l’affluenza dei votanti è stata bassa. Ha avuto una vittoria schiacciante nella comunità nera, ma l’affluenza è stata bassa. Ha perduto un sacco di elettori della classe operaia bianca. Il fatto è proprio questo.
SL: Sto ancora cercando di capire qualcosa.
BS: Come Hillary ha perduto le donne bianche?
SL: Sì.
BS: Le dirò io come. A: Hillary Clinton ha preso più voti popolari rispetto a Donald Trump. Non dimentichiamolo. B: ogni sondaggio ha dimostrato che Donald Trump era enormemente impopolare. C: un sacco di gente che ha votato per Donald Trump non lo ha votato per le sue affermazioni razziste, quelle sugli immigrati, sulle donne. Non hanno appoggiato questo, ma quello che Trump ha sfruttato la grande angoscia economica e la rabbia e la frustrazione. SL: Lei pensa che le persone possono separare i commenti razzisti e sessisti che ha fatto, dalle sue politiche?
BS: Sì. Penso che quello che dicono ora è: “Ho bisogno di un lavoro, mio figlio deve andare al college; il Signor Trump promette questo. Penso che probabilmente non metterà in pratica le sue politiche razziste e sessiste. Votiamo per i problemi economici.” Questo è ciò che penso sia accaduto. Ci sono quindi state molte donne bianche della classe operaia che non hanno apprezzato le sue osservazioni sessiste di Trump, ma che vogliono vedere un miglioramento nell’economia.
Adesso devo scappare, Spike, ma incontriamoci in un futuro non troppo lontano.

Note

*https://it.wikipedia.org/wiki/Comitato_nazionale_democratico

**https://it.wikipedia.org/wiki/Roe_contro_Wade

Il libro di Bernie Sanders, Our Revolution: A Future To Believe In [La nostra rivoluzione: un futuro in cui credere] (Profile Books) è stato pubblicato. Per ordinarne una copia a 12,29 sterline, andate sul sito bookshop.theguardian.com

Il film Chi-Raq, diretto da Spike Lee, sarà nei cinema il 2 Dicembre.


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/bernie-sanders-meets-spike-lee-where-do-we-go-where-is-the-hope/

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