Fonte: RT Actualidad

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Dic 08, 2016

 

Le istruzioni squilibrate che hanno dato a Trump gli alti dirigenti di Israele

Traduzione di Luciano Lago

 

L’esperto della Fondazione russa di Cultura Strategica, Nikolái Bobkin, in un suo nuovo articolo, analizza le dichiarazioni dei politici israeliani nell’ambito del “Foro Saban”, un convegno che si è svolto negli Stati Uniti, sotto sul tema: “Il posto di Israele nella regione e nel mondo”, e arriva alla conclusione che Israele propone a Trump qualche cosa di impossibile”.

 

Le istruzioni “squilibrate” di Lieberman

Il ministro della Difesa di Israele, Avigdor Lieberman, ha affermato nel suo discorso che qualsiasi sviluppo in Siria deve prevedere la deposizione del presidente Bashar al-Assad e dei suoi sostenitori iraniani, ed ha dichairato di aspettarsi un ruolo più attivo da parte degli USA in Medio Oriente.

 

Secondo l’opinione di Bobkin, l’intervento del massimo responsabile militare israeliano “non può non richiamare l’attenzione”, in primo luogo perchè il politico “si azzarda a dare istruzioni” al presidente eletto sul come dovrebbe questi imbastire la sua politica estera sul Medio Oriente, e in secondo luogo, perchè queste istruzioni sembrano “tanto squilibrate” da risultare poco probabile che, qualsiasi altro paese, a parte Israele, possa trovarsi d’accordo con quelle”.

Inoltre l’esperto segnala che, secondo le dichiarazioni di Trump e della sua equipe, loro (l’Amministrazione Trump) vedono il ruolo di Al Assad nella risoluzione del conflitto in un modo diverso, così come non negano l’importanza della presenza iraniana in Siria e riconoscono l’impossibilità di combattere i terroristi in Medio Oriente seza l’interazione con la Russia.

 

Politica “pericolosa” verso l’Iran

L’accordo sul nucleare con l’Iran è stato un altro tema chiave tanto nel discorso di Lieberman come in quello del primo ministro Benjamín Netanyahu, il quale era intervenuto a mezzo di videoconferenza per dichiarare che Israele continua ad opporsi all’accordo con l’Iran ed ha intenzione di tornare ad esaminare tale questione con il nuovo presidente degli Stati Uniti. Tanto Netanyahu come Lieberman hanno richiesto sanzioni più dure contro l’Iran.

Rispetto a questo, l’analista si domanda quale sarebbe la reazione di Trump a queste proposte di Israele, visto che appare chiaro che la politica anti iraniana è molto “pericolosa” e la sua implementazione da parte degli USA minaccerebbe il ” ritorno ad un drammatico confronto sulla questione del programma nucleare dell’Iran”.

Israele fa quello che vuole in Cisgiordania

Alla fine si è toccato il problema Palestina-Israele. Nel suo discorso, Netanyahu ha voluto avvisare il presidente eletto che Israele “fa quello che vuole ” in Cisgiordania e che continuerà a costruire gli insediamenti dei coloni sulle terre della Cisgiordania.

Lo stesso segretario di  Stato USA, John Kerry, rispetto a questo problema,  ha commentato che alcuni membri del Governo israeliano hanno  fatto dichiarazioni “molto preoccupanti” e li ha accusati di voler sotterrare gli sforzi di mediazione fatti dagli USA nella preparazione di un accordo di pace con i palestinesi.

Allo stesso modo ha ricordato che Israele non è tutto il Medio Oriente e si è mostrato sicuro che i paesi arabi saboteranno la normalizzazione delle relazioni con Tel Aviv se non si adottano misure serie per ottenere un accordo con i palestinesi.

“Mi domando che cosa sia quello che si aspettano i leaders di Israele quando vogliono imporre i loro punti di vista al presidente eletto degli Stati Uniti nella forma in cui lo hanno fatto Lieberman y Netanyahu”, conclude l’analista.

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