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lunedì 28 marzo 2016

 

Peltier, un’ingiustizia che dura da 40 anni

di Riccardo Noury

 

Il 26 giugno 1975, durante uno scontro nella riserva indiana di Pine Ridge tra membri del Movimento degli indiani americani e le forze federali, vengono uccisi due agenti dell’Fbi, Ronald Williams e Jack Coler.

Nel febbraio 1976 Leonard Peltier, un attivista del Movimento che nel frattempo è riparato in Canada, viene estradato e, l’anno successivo, giudicato colpevole e condannato a due ergastoli.

Peltier ha ammesso di essere stato presente durante gli scontri di Pine Ridge ma, da 40 anni, nega di aver ucciso i due agenti federali.

A testimoniare contro di lui, prima del processo (durante il quale, stranamente, non viene chiamata a farlo) è una nativa Lakota di Pine Ridge, Myrtie Poor Bear. Nel 2000 ritratta, dichiarando di essere stata costretta a incastrare Peltier dopo mesi di pressioni psicologiche da parte dell’Fbi.

Nel corso di quattro decenni, Peltier ha fatto ricorso svariate volte. Nel 1986, la corte d’appello dell’ottavo circuito ha ammesso che “ci sono alcune prove riguardanti la condotta impropria di agenti dell’Fbi”.

La commissione federale per la grazia da un lato ha riconosciuto che “la pubblica accusa non ha presentato alcuna prova diretta del coinvolgimento nell’uccisione dei due agenti federali” ma dall’altro ha sempre negato la grazia in quanto Peltier ha sempre respinto ogni responsabilità per i due omicidi.

Dal punto di vista della dubbia correttezza del processo terminato con la doppia condanna all’ergastolo vi sarebbero molte ragioni, come per anni ha chiesto Amnesty International, per annullare tutto e ricominciare da capo. Solo che, da tempo, le possibilità di ricorrere per via giudiziaria si sono esaurite.

Resta una nuova richiesta di grazia, che Peltier ha presentato al dipartimento di Giustizia.

Peltier ha 71 anni. Si trova in una prigione della Florida, a 2000 miglia di distanza dalla sua famiglia nel Nord Dakota che riesce di rado a visitarlo. In più, la salute del detenuto non è buona: Peltier soffre di diabete e nel gennaio di quest’anno gli è stato diagnosticato un aneurisma all’aorta addominale, che potrebbe risultare fatale.

Ecco perché Amnesty International ha sollecitato l’amministrazione Obama a rilasciare Leonard Peltier per ragioni umanitarie e nell’interesse di una giustizia equa e imparziale.

 


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lunedì 22 giugno 2015

 

Libertà per Leonard Peltier

di Doriana Goracci

 

Sono passati esattamente 40 anni: il 26 giugno 1975 avvenne nella riserva indiana di Pine Ridge il cosiddetto "incidente a Oglala", quando al termine di una lunga e terribile sparatoria morirono due agenti dell'FBI e un nativo della tribù dei Lakota.

 

In quegli anni gli indiani dell'American Indian Movement morivano come mosche, la tensione era altissima, soprattutto nel Sud Dakota, ma per quelle morti non vi erano né indagini né colpevoli o responsabili.

Leonard Peltier da 39 anni e mezzo è invece nelle carceri di massima sicurezza degli USA.

Sta pagando il prezzo delle lotte di quegli anni dell'American Indian Movement quando una parte degli indiani cercò di reagire, un'ennesima volta, di fronte ai soprusi e alle ingiustizie del governo degli Stati Uniti e delle multinazionali pronte a espropriare e sfruttare le terre dei nativi

 

Gli stessi giudici ammisero alla fine che non vi erano prove che fosse stato Peltier ad uccidere i due agenti dell'FBI, ma qualcuno doveva pagare, e Leonard Peltier con l'accusa di favoreggiamento entrò in carcere a 31 anni. Ora ne ha più di 70 e le sue condizioni di salute non sono certo buone. Secondo la legge statunitense potrebbe uscire a 92 anni.

 

Quando Bill Clinton, a fine mandato, stava per firmare la sua liberazione, 500 agenti dell'FBI manifestarono davanti alla casa bianca. Clinton non firmò. Solo una firma del presidente Obama può ridare la libertà a quest'uomo, il Nelson Mandela degli indiani d'America. I nativi di quel continente vivevano in equilibrio con la natura, furono massacrati, e tutte le ricchezze della terra e del sottosuolo furono preda degli uomini bianchi.

 

Chiediamo a tutti voi che state leggendo di fare in modo che il nome di LEONARD PELTIER torni a essere noto. Che si rompa il silenzio che permette che questa ingiustizia continui.

 

Libertà per Leonard Peltier, come per Mumia Abu-Jamal, malato grave, da 33 anni nelle carceri Usa.

(Questo testo l'ho trascritto da una mail privata ricevuta da Andrea De Lotto, insegnante italiano residente in Spagna, che da anni lotta per i diritti umani di persone come Leonard Peltier)

 

Io sono chiunque

sia morto

senza una voce

né una preghiera

né una speranza

né una opportunità...

Chiunque abbia sofferto

perché è indiano

perché è umano,

perché è indigeno, 

perché è libero,

perché è Altro

perché è impegnato....

Io sono chiunque di loro.

Ciascuno di loro.

Sì.

Perfino te.

Io sono ciascuno.

 

Leonard Peltier

 

Guarda il video: https://youtu.be/iBPfEHhFJ-0

 


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martedì 3 febbraio 2015

 

6 febbraio: 39 anni di carcere per Leonard Peltier. Presidente Obama, a quando la liberazione?

di Doriana Goracci

 

Raccolgo l’ accorato appello per Leonard Peltier, attivista per i diritti dei nativi americani che si è sempre detto innocente per l’uccisione di due agenti nel giugno del 1975, passandovi tutta la lettera che mi ha inviato Andrea De Lotto, un insegnante italiano che vive a Barcellona e si batte da anni per la sua liberazione, pregandovi di condividere e fare altrettanto. I Media siamo anche noi, usiamoci! Grazie

 

Carissimi e carissime, non sappiamo più come gridarlo, a chi scrivere, da un anno esatto manifestiamo tutte le settimane qui a Barcellona, abbiamo cercato di far uscire questa vicenda, qui come in Italia, qualcuno in più lo sa, ma non è ancora abbastanza: questa settimana noi saremo per tre giorni consecutivi in piazza, vi prego di far girare la voce.

Questo uomo esiste e soffre da 39 anni esatti: 14.245 giorni e notti. Leonard Peltier ha più di 70 anni. Cosa aspetta Obama a firmare la sua liberazione? Ho anche chiesto quanto costerebbe fare uno striscione trainato da un aereo che qui a Barcellona dica “FREE LEONARD PELTIER”

Qui uno dei tanti riassunti usciti questo anno, più sotto un’altra poesia di Leonard. 

 

Libertà per Leonard Peltier, indiano d’America, da 38 anni nelle carceri di massima sicurezza statunitensi

 

Peccato Aborigeno

Ognuno di noi ha inizio nell’innocenza.

Tutti diventiamo colpevoli.

In questa vita ti ritrovi colpevole

di essere quello che sei.

Essere te stesso, questo è il Peccato Aborigeno,

il peggiore di tutti i peccati.

E’ un peccato per il quale non sarai mai perdonato

Noi indiani siamo tutti colpevoli,

colpevoli di essere noi stessi.

Quella colpa ci viene insegnata dal giorno in cui nasciamo.

La impariamo bene.

A ognuno dei miei fratelli e delle mie sorelle dico,

siate orgogliosi di quella colpa.

Siete colpevoli solo di essere innocenti,

di essere voi stessi,

di essere indiani,

di essere umani.

E’ la vostra colpa a rendervi sacri.


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