Mondoweiss

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2 maggio 2016

 

A proposito di Sanders, prima intifada, BDS e dieci anni di disoccupazione

Scott Roth e Phil Weiss intervistano Norman Finkelstein

 

Abbiamo intervistato Norman Finkelstein, il famoso studioso del conflitto israelo-palestinese, a Brooklyn l’8 aprile e abbiamo fatto seguito con scambi di e-mail. Il testo che segue contiene risposte scritte e orali alle nostre domande.

 

PARTE 1: SANDERS

Hai sollecitato voti per Bernie Sanders. Dicci perché sei così entusiasta.

Nella mia vita ho assistito a tre grandi movimenti sociali: il Movimento per i Diritti Civili, il Movimento Contro la Guerra e questo è il terzo. La campagna di Bernie ha preso il movimento Occupy, che era localizzato, e lo ha elevato a livello nazionale. Non so che cosa succederà poi. Dubito che qualcuno lo sappia. Ma è inebriante esserne partecipi.

Se mi aveste chiesto un anno fa se i giovani si sarebbero presentati in questi numeri mi sarei messo a ridere. La mia impressione era che erano drogati di chiacchiere in Internet e antidepressivi. Ma i giovani della campagna sono così seri, così intelligenti; mi ricordano quelli del Comitato di Coordinamento degli Studenti Nonviolenti (SNCC) dei primi anni ’60. Mi sono recato in Massachusetts in autobus per fare campagna a favore di Bernie. Ero uno dei cinque della brigata dei vecchi cagoni [‘alte kaker’, espressione yiddish, nell’originale – n.d.t.]. Il resto erano giovani. Mi ha colpito che tornando a casa non c’erano droghe, nessuno fumava marijuana, niente alcol. Siamo arrivati a casa a mezzanotte o all’una. Era una specie di austerità morale. Qualcosa, questa è una cosa seria, che non abbiamo intenzione di sminuire.

Devo dire che mi ha fatto sentire orgoglioso, per una volta, di essere statunitense. D’altro canto questi giovani hanno un buon motivo per essere seri. Stanno lottando per il loro futuro. Se da questo non verrà nulla, sarà davvero un buco nero per loro, un futuro privo di futuro. Frequentano l’università pagando tasse astronomiche; ne vengono fuori carichi di debiti astronomici; poi devono pagare tassi d’interesse astronomici e, quel che è peggio, non ci sono posti di lavoro là fuori. Dunque hanno un interesse materiale reale (come eravamo soliti dire) alla campagna di Bernie Sanders.

Se Bernie perde, potrebbe comunque venir fuori qualcosa da questo?

E’ sperabile che i giovani ideeranno il passo successivo. E’ indicativo quanto facilmente e intelligentemente hanno operato la transizione dal movimento Occupy. Occupy aveva un mucchio di elementi di un culto. Quella faccenda del microfono aperto; mi pareva di essere a un matrimonio del reverendo Moon. E la politica dell’unanimità; semplicemente non funzionava. Quando continuano a chiedere a Bernie, ragionevolmente, come si aspetta di far passare un programma radicale attraverso il Congresso egli continua a dire la stessa cosa: “Io non posso fare nulla da solo. Ci vogliono milioni di persone nelle strade”. Non dice mai di organizzarsi all’interno del Partito Democratico. Dice semplicemente: organizzatevi, organizzatevi, organizzatevi. Come può dissentire da questo messaggio chi si dice radicale?

Questa è l’occasione di una vita. Bernie ha una piattaforma nazionale. Un giorno sì e l’altro anche egli si accanisce contro Wall Street, indica Goldman Sachs, accusa la famiglia Walton – una sola famiglia – di accumulare più ricchezza del 40 per cento della nostra società. Lo dice in continuazione. Al punto che anche i suoi sostenitori se ne lamentano. Ma Bernie capisce che deve continuare a ripetere il messaggio se esso deve ottenere seguito. I suoi sostenitori devoti possono aver già sentito questa parte del suo discorso migliaia di volte, ma la maggior parte delle persone lo sente una volta sola. Per loro non è noioso: è una rivelazione. Tuttavia non si saprebbe mai dai media dominanti ciò che lui va dicendo. Non si saprebbe che sta dicendo un decimo dell’un per cento possiede maggior ricchezza del 90 per cento. E’ un’affermazione semplice e lui continua a ripeterla. Ma il New York Times non la riferisce mai. Tuttavia neppure la contesta mai. E’ semplicemente sbianchettata. Invece, quando Sanders ha avviato la campagna a New York, il Times è uscito con un articolo agiografico sulla Goldman Sachs, parlando di quanto fico e alla moda era il posto, poiché il principale addetto alle informazioni era un latino gay. Per quello che ne sanno tutti, lo stesso era Dracula; ma è comunque un vampiro.

Hillary continua a dire: “Dobbiamo costruire su Obama”. Ma che cosa ha realmente fatto Obama su cui si presume noi dobbiamo costruire? Ha ridotto le tasse universitarie o il debito studentesco? Ha creato posti di lavoro con un orario normale, da 40 ore la settimana, a un salario decente? Ha ridotto la disuguaglianza di reddito? Se il suo mandato in carica è stato un clamoroso successo – cosa che ora proclamano postulanti ansiosi di potere come Paul Krugman – siete in grado di dirmi perché tanta gente si sta schierando dietro Trump e Sanders? Avete mai visto in vita vostra una tale disaffezione di massa nei confronti della dirigenza politica e del sistema che essa rappresenta?

Vedi provenire una reale riforma economica dalla campagna?

Non nel breve termine. L’un per cento è tenace; c’è in gioco molto per loro. L’ex sindaco di New York e miliardario Michael Bloomberg potrebbe essere ridotto a possedere solo dieci case. Anche se Bernie vincesse la candidatura la dirigenza politica, e i miliardari che la controllano, tenterebbero di distruggerlo. Lo “stato vero” (come lo chiamano gli egiziani) farà tutto quello che può per rovinarlo, in modo da impartire una lezione alla gente: non provocate il sistema. La dirigenza Repubblicana preferirebbe che vincesse Hillary se fosse nominato Trump e la dirigenza Democratica preferirebbe che vincesse Trump se fosse nominato Sanders. Gli apparatcik di entrambi i partiti stanno tremando, perché il potere sta loro sfuggendo di mano. “Com’è successo tutto questo?” Per loro il partito è stato dirottato. Il loro veicolo per il potere è stato dirottato. I servi stanno togliendo loro il feudo da sotto i piedi. L’intero vertice è unito perché l’intera base sta scuotendo le travi. Ciascun partito preferirebbe perdere un’elezione piuttosto che perdere il controllo del rispettivo apparato.

Non è possibile che il Partito Democratico esploda proprio come i Repubblicani?

Molto dipende da Sanders. Un momento di svolta nella memoria politica della mia generazione è la Convenzione Democratica del 1968 a Chicago. Il nominato era Hubert Humphrey; era il vicepresidente di Lyndon Johnson. Molti hanno incolpato le proteste contro la guerra e le cosiddette rivolte fuori dalla convenzione e la successiva disaffezione nei confronti del Partito Democratico di aver causato la sconfitta di Humphrey e di aver portato al potere Richard Nixon. Ora, c’è una vera questione: se Sanders dovesse dire: “Vogliamo un milione di persone fuori dalla Convenzione Democratica che facciano sentire i loro sentimenti”, ciò sarebbe spettacolare. Ma lui sarà sotto una forte pressione a non ripetere la convenzione del ’68.

Riesci a immaginare Bernie che fa campagna elettorale per Hillary Clinton?

Sì, è difficile da immaginare. Noam Chomsky ha detto che naturalmente voterà per la Clinton se sarà lei la candidata Democratica. Poiché anche se le differenze di politica tra i candidati sono minime, quando si esercita un simile potere anche una differenza minima si traduce in una questione di vita o di morte per molti. Questo è un argomento stringente. Trump ha anche liberato detestabili impulsi latenti che, anche se esistono in molti, se non in tutti noi, vanno mantenuti repressi, e ha legittimato la violenza di strada e il teppismo. Questi argomenti mi persuaderanno? Non sono ancora in grado di dirlo. Ma dubito che persuaderanno la maggior parte dei giovani. Loro non avvertono di avere un interesse alla vittoria della Clinton; lei rappresenta semplicemente la solita minestra.

Citi Occupy. E che dire di Black Lives Matter [il movimento ‘Le vite dei neri contano’ – n.d.t.] come fattore?

Il voto afroamericano è stato il bastione della reazione in questa elezione. Sta affondando Bernie e tenendo a galla Hillary. Per quanto ispiratori siano il loro coraggio e la loro convinzione, e per quanto successo abbiano avuto nel suscitare la coscienza del pubblico, non posso concordare con gli attivisti di Black Lives Matter che affermano di essere sopra e oltre la politica elettorale. E’ un atteggiamento radicale, una posa e un darsi delle arie. Dicono che Sanders non parla alla … il neologismo in voga è ‘intersezionalità’. Dimmi, qual è il gruppo di persone oggi negli Stati Uniti che ha più da guadagnare da un programma di creazione di occupazione, di assistenza sanitaria universale e di istruzione universitaria gratuita? Il neologismo di moda oscura il fatto elementare che gli afroamericani sono quelli che soffrono di più nel nostro sistema economico e che trarrebbero il vantaggio maggiore se fosse attuata la piattaforma di Sanders. In gioventù ero un radicale e lo resto enfaticamente. Ma sono arrivato a capire che avevo torto su molte cose. E’ un aspetto deplorevole non solo della storia dominante ma anche di quella radicale che si concentrino su personalità attraenti, chic, fotogeniche che spesso non sono quelle che hanno realizzato il cambiamento reale, concreto. Prendiamo il caso delle diverse fasi del Movimento per i Diritti Civili. La fase che ha realmente cambiato il volto degli Stati Uniti non è stata il movimento del Potere Nero. E’ stata la prima fase del SNCC, le trasferte della libertà, i sit-in e la spinta agli elettori a registrarsi [per il voto – n.d.t.]; il periodo dall’inizio del boicottaggio dei bus a Montgomery all’approvazione delle Leggi sui Diritti Civili nel 1964 e 1965. Se si guarda a chi furono gli eroi della base, persone semplicemente mozzafiato per il loro coraggio, intelligenza, maturità e onestà – Bob Moses, Diane Nash, James Forman, James Bevel, Fanny Lou Hamer – della maggior parte di loro nessuno ha sentito parlare. Ma tutti conoscono Eldridge Cleaver, Bobby Seale, Huey Newton e Angela Davis (anche se non voglio essere duro su Angela; è una figura unicamente impressionante). Tutta conoscono le Pantere, ma chi conosce il SNCC? Il Movimento per i Diritti Civili è stato forse il capitolo più ispiratore della storia statunitense. Ma gli attivisti di oggi si concentrano sulla fase sbagliata di esso. Come me, sono stati sedotti dallo stile a spese della sostanza.

E il coraggio che hai visto in Palestina?

Sono stato personalmente testimone di un mucchio di coraggio durante la prima intifada. Era una specie di dissonanza cognitiva. Erano persone comuni, ordinarie e allo stesso tempo ciascuna di esse a proprio modo mostrava una forma di eroismo di cui io ero totalmente incapace. Ricordo di essere stato seduto nella cucina della casa in cui vivevo. Aveva una finestra panoramica. Ogni volta che fuori c’era uno sparo volevo gettarmi al riparo. Ma tutti gli altri semplicemente continuavano le loro attività come se non stesse accadendo nulla. Tutti erano impegnati, tutti mostravano un coraggio che incuteva soggezione. Una nonna – se un soldato cominciava a malmenare un bambino – affrontava il soldato, non aveva paura. Andava dritta dal soldato e diceva: “Dio è più forte di te”.

La prima intifada non è stata dissimile dal Movimento per i Diritti Civili. La domanda più ovvia quando si utilizza la nonviolenza è: “Chi si sta cercando di raggiungere con questa tattica?” Si tratta in effetti di una domanda complessa. Si sta cercando di convertire i sudisti bianchi, si sta tentando di raggiungere i nordisti bianchi, si sta tentando di indurre il governo federale ad agire? Era del tutto chiaro fin dall’inizio, si era reso conto il Movimento: i bianchi sudisti? Possiamo scordarceli; non saranno scossi dalle fotografie di neri (o bianchi) picchiati. La cosa non li toccherà. Erano come la maggioranza degli israeliani oggi che sono svuotati dentro, moralmente brutalizzati. Non saranno mossi a pietà. Non c’è nessuna possibilità che gli israeliani saranno raggiunti da scene di sofferenza palestinese; al contrario, sembrano goderne. Così se si sceglie come proprio pubblico, per così dire, il bersaglio sbagliato, si può finire per sprecare il proprio tempo. Ma il Movimento per i Diritti Civili comprese presto: “Il nostro bersaglio non sono i sudisti bianchi; il nostro bersaglio sono i nordisti bianchi liberali e il governo federale. Continuano a far finta di essere una democrazia, così noi li imbarazzeremo facendo qualcosa riguardo alla disemancipazione degli elettori e alla segregazione.”

A questo tipo di domanda non è stata data risposta quando si è trattato della prima intifada. Ha avuto vita troppo breve. Solitamente è datata dal dicembre 1987 a[gli accordi di] Oslo nel settembre del 1993, ma la prima intifada era già finita nel 1990. Ed è stato per questo che i palestinesi tifarono per Saddam Hussein e per i missili che lanciava contro Israele. Stavano tornando a cercare di essere liberati da qualcuno sopra o esterno a loro. L’intera idea della prima intifada era: “Ci emanciperemo”. Ma era già finita all’epoca dell’invasione del Kuwait da parte di Saddam nel 1990, quando guardavano a lui come a un salvatore.

E per quanto riguarda la posizione di Sanders su Israele-Palestina?

All’inizio ho evitato di leggere le sue dichiarazioni. Sapevo che mi avrebbero provocato una smorfia. Penso addirittura che non credesse a molto di quanto andava dicendo. Suo fratello Larry è nel Partito Verde in Gran Bretagna; appoggia il BDS [Movimento per boicottaggio, sanzioni e disinvestimenti contro Israele – n.d.t.]. Bernie deve sapere che quello che sta succedendo è vergognosamente sbagliato. E, in realtà, le sue dichiarazioni recenti sono state tremende. La dichiarazione politica formale da lui fatta all’epoca del congresso dell’AIPAC (cui non ha partecipato) non era male. Ha esplicitamente chiesto la revoca del blocco di Gaza. Se gli abitanti di Gaza organizzassero una dimostrazione nonviolenta di massa per rompere il blocco, potrebbero avere Bernie al loro fianco. Il rapporto del Comitato dell’ONU per i Diritti Umani sull’operazione Protective Edge [Margine di protezione] (2015) è stato orribile, una disgrazia, ma c’era un paragrafo che lo riscattava. Sollecitava la revoca del blocco immediatamente e senza condizioni. A ciò si è aggiunto ora l’avallo inequivocabile di Bernie. Segnala che esiste la possibilità di convincere lui e il suo elettorato di massa, nonché vasti strati dell’opinione pubblica internazionale, a por fine al blocco disumano e illegale. Il suo appello, nel corso del dibattito con Hillary a New York, a una politica statunitense imparziale che riconoscesse l’umanità dei palestinesi è stata senza precedenti in una primaria democratica. Nonostante tutte le pressioni locali, e tutto ciò che era cavalcato nelle primarie di New York, non si è tirato indietro. Per inciso, il settantaquattrenne ebreo di Brooklyn ha perso il voto ebreo alle primarie ma sta conquistando dappertutto il voto mussulmano. Chi avrebbe potuto prevederlo? Deve toccarti – io sono ebreo – quando Bernie continua a conquistare il voto mussulmano. Chiedetevi: gli ebrei statunitensi voterebbero in maggioranza per un mussulmano? Mai, impossibile. Ma i mussulmani statunitensi si stanno schierando con Sanders anche se lui appoggia il riconoscimento di Israele e del suo diritto a vivere in pace. Perché? Perché si presenta come una persona corretta e onesta. E’ così commovente, magnifico, ispiratore! Fa sperare che un mondo migliore sia possibile.

 

PARTE 2: PALESTINA

Che cosa non avresti previsto dieci anni fa riguardo a dove ci troviamo ora nel conflitto?

E’ una domanda che ha molte dimensioni, ciascuna delle quali ha visto considerevoli svolte: i palestinesi, la regione, la comunità internazionale e la diaspora ebraica. Alcuni di questi cambiamenti avrebbero potuto essere previsti, altri hanno costituito un’assoluta sorpresa.

Sul fronte palestinese lo sviluppo saliente è stato la riuscita conversione della West Bank in una mini Giordania. Gli israeliani hanno fatto un calcolo nel 1993. Perché non possiamo creare una piccola Giordania nei territori palestinesi occupati? Pagheremo semplicemente abbastanza VIP dell’OLP e gli USA o la Giordania addestreranno i servizi di sicurezza. L’OLP allora condurrà tutte le torture, farà tutto il lavoro sporco e noi saremo sollevati dai due mal di testa maggiori, inflittici dalla prima intifada: la catastrofe in termini di pubbliche relazioni, causata da immagini mediatiche di soldati con mitra Uzi che picchiano bambini con sassi e l’onere di dover mobilitare le riserve per reprimere una rivolta di massa.

L’accordo di Oslo era progettato per liberare Israele da questi due mali di testa. Numero uno: facciamo fare tutto il lavoro sporco ai palestinesi. Questi gruppi liberali e per i diritti umani non ci staranno più addosso perché non saremo noi a condurre le torture. Ha funzionato. Non riesco a pensare a nessun singolo rapporto nello scorso decennio di una grande organizzazione per i diritti umani, come Amnesty International e Human Rights Watch (HRW), sulla West Bank. Occasionalmente diffondono rapporti organizzazioni locali israeliane e palestinesi per i diritti umani. Ma, per quanto preziosi, non sono di alto profilo; non guadagnano attenzione mediatica. Sono arabi che torturano arabi; a chi importa? E ora quando c’è un massacro israeliano a Gaza l’Autorità Palestinese (PA) reprime le dimostrazioni nella West Bank, cosicché sono necessari molto meno soldati e non c’è bisogno di richiamare i riservisti. La PA copre le spalle di Israele. E’ lo stesso ora, con la cosiddetta terza intifada. E’ la PA che reprime la ribellione su richiesta di Israele.

Ecco un altro dettaglio indicativo. La dimensione delle devastazioni condotte da Israele a Gaza nel corso dell’Operazione Protective Edge sfida l’immaginazione. Nell’Operazione Cast Lead [Piombo fuso] sono state distrutte 6.300 case. Ma sapete quante case sono state distrutte in Protective Edge? 19.000. In Cast Lead sono stati uccisi 350 bambini, 550 in Protective Edge. Ma ecco la cosa. Dopo Cast Lead sono stati diffusi qualcosa come 300 rapporti sui diritti umani, che hanno documentato la carneficina israeliana. Ma dopo Protective Edge c’è stato un silenzio di tomba. La sola grande organizzazione per i diritti umani che ha pubblicato rapporti su Protective Edge è stata Amnesty e i rapporti di Amnesty sono stati orribili. Il silenzio è stato in parte dovuto al fatto che i rapporti sui diritti umani non avevano prodotto niente dopo Cast Lead. Gli Stati Uniti, agendo in combutta con la PA, hanno impedito ogni azione. I rapporti non hanno fatto che raccogliere polvere, così le organizzazioni hanno smesso di interessarsi. E’ stato anche per il fatto che la comunità internazionale è divenuta assuefatta alle atrocità israeliane e al folle primo ministro d’Israele. Ma il motivo maggiore è stato la codardia – o, se preferite, la prudenza – della comunità dei diritti umani dopo la crocefissione di Richard Goldstone. Non sono in grado di dimostrarlo, voglio sottolineare questo, ma secondo me, sulla base di molte prove circostanziali, Israele ha scavato fuori dello sporco su Gladstone e lo ha costretto a capitolare. Dunque, il primo è stato Gladstone. La vittima successiva è stata Christian Tomuschat, un giurista tedesco. E’ stato cacciato dalla lobby israeliana da uno dei comitati di approfondimento su Cast Lead del Comitato per i Diritti Umani. Poi c’è stato William Schabas, un’insigne istituzione nella comunità dei diritti umani. E’ stato allontanato dall’inchiesta del Comitato dell’ONU per i Diritti Umani su Protective Edge dalla lobby israeliana. Era evidente che era meglio non avere nessuno scheletro nell’armadio se si attaccava Israele. Human Rights Watch ha pubblicato cinque rapporti sostanziosi dopo Cast Lead, alcuni dei quali molto buoni, come Rain of Fire [Pioggia di fuoco] sul fosforo bianco. Ma non ha detto praticamente nulla su Protective Edge, persino quando tale operazione è stata di gran lunga la più distruttiva. Le organizzazioni per i diritti umani si sono semplicemente astenute o, nel caso di Amnesty, sono regredite a sfornare scuse. Il Comitato dell’ONU per i Diritti Umani è stato un disastro ancora maggiore. Mary McGowan Davis, questo giudice dello stato di New York che ha sostituito Schabas, è stata un’autentica storia dell’orrore.

L’unica crepa nell’armatura di Israele dopo Protective Edge è stata Breaking the Silence [Rompiamo il silenzio]. Diversamente Israele ha intimorito tutti costringendoli alla passività. Non c’è stato nulla che si potesse citare contro la, so che la chiamano narrazione ma io la chiamo propaganda, ufficiale israeliana. Non ho potuto citare nulla. Le organizzazioni per i diritti umani sono tuttora scrupolosamente corrette nella raccolta dei fatti. Dove s’insinua la distorsione è nell’interpretazione giuridica dei fatti. E’ lì che si vede la mano di persone come Ken Roth del HRW. Era solito – non so se lo fa ancora – rivedere personalmente i rapporti su Israele-Palestina – erano i soli che rivedeva personalmente – perché è lì che entra in gioco la legge. E’ consentito descrivere cose agghiaccianti, ma poi nella sezione legale forse si afferma che erano indiscriminate, forse si afferma che erano sproporzionate, ma la cosa da cui ci si tiene alla larga è affermare che un attacco era deliberato, come nel caso dell’attacco deliberato contro civili. Così nel rapporto del Comitato per i Diritti Umani sono descritti in continuazione attacchi deliberati contro civili e infrastrutture civili, ma non li si vede mai nella conclusione legale. E’ lì che è entrata in scena Mary McGowan Davis. Ha spudoratamente mascherato le atrocità israeliane, proprio come faceva l’esperto legale di HRW nel 2006, nei suoi rapporti sull’uso israeliano di testate a grappolo nel Libano meridionale.

A parte segnalare le discrepanze tra quanto rilevato di fatto e le interpretazioni legali nei rapporti di Human Rights Watch e di Amnesty, non c’era molto che potessi dire riguardo alle atrocità israeliane durante Protective Edge. Non c’era documentazione di organizzazioni “neutrali” per i diritti umani che io potessi citare. Potevo citare organizzazioni palestinesi per i diritti umani, che sono, naturalmente, rispettabili e affidabili ma, sfortunatamente e ingiustamente, mancano di credibilità presso il vasto pubblico. La sola cosa che mi restava e cui ho fatto costante ricorso in un nuovo libro che sto scrivendo su Gaza è stata Breaking the Silence. E’ una fonte non incriminabile e le sue testimonianze oculari demoliscono la propaganda ufficiale. Se Israele riuscirà a zittire Breaking the Silence, se Israele riuscirà a spezzare Breaking the Silence, allora la prossima volta si tratterà semplicemente della parola di Israele contro quella dei palestinesi. E’ un disastro in attesa di verificarsi. Noto che alcuni palestinesi “radicali” in occidente si sono dati a screditare Breaking the Silence. E’ un’idiozia incomprensibile.

Così il calcolo di Israele nel 1993 si è rivelato più vincente di quanto chiunque avrebbe potuto concepire. I servizi di sicurezza della PA sono stati avviati come un’operazione insignificante. Oggi sono un’organizzazione professionale, addestrata dalla CIA e dalla Giordania. Forse, se scoppiasse una rivolta palestinese di massa, i servizi di sicurezza della PA crollerebbero. Ma per ora si sono dimostrati molto efficaci. Questo livello di collaborazione e cooperazione tra la PA e Israele l’avrei predetto? No. La PA ha sabotato il rapporto Goldstone, ha pregato per la vittoria di Israele in Protective Edge, ha agito da nastro trasportatore per il regime israeliano della tortura.

La dimensione successiva è quella regionale. Non avrei previsto che, mentre Israele stava massacrando gli abitanti di Gaza nel corso di Protective Edge, l’Egitto avrebbe appoggiato apertamente Israele, l’Arabia Saudita avrebbe appoggiato apertamente Israele, la Lega Araba avrebbe appoggiato apertamente Israele. La Lega Araba si è riunita una volta durante Protective Edge e ha sostenuto la cinica proposta di cessate il fuoco di Al-Sisi. Se Israele è stato in grado di condurre un massacro senza precedenti a Gaza è stato in parte perché non aveva solo l’appoggio tacito ma anche quello esplicito di così tanti paesi arabi. Quanto all’opinione pubblica occidentale, il ricatto dell’Olocausto funziona ancora a livello statale, ma non tra la gente comune. Sono trascorsi sette interi decenni dalla fine della seconda guerra mondiale, nel corso dei quali l’Olocausto è stato usato come uno shmatte, uno straccio multiuso. E’ stato svuotato del suo eco emotivo; non ha più la capacità di zittire gli europei e in ogni caso non le giovani generazioni.

D’altro canto sono stato forse il primo a notare il volgere delle correnti nell’ebraismo statunitense. Ero solito tenere conferenze in circa 40 università l’anno. Era diventato chiaro, parlando con quegli uditori, che Israele stava perdendo la battaglia per l’opinione pubblica. Nel 2007 ho tenuto una conferenza pubblica su questo tema presso la Judson Memorial Church, vicino all’Università di New York. Ho detto che i giovani ebrei statunitensi non difenderanno la condotta criminale di Israele. Israele ha sganciato qualcosa come quattro milioni di bombe a grappolo sul Libano meridionale nel 2006, nelle ultime 72 ore della guerra, quando essa era già finita. Ha sganciato fosforo bianco, che raggiunge una temperatura di 1.500 gradi Fahrenheit [circa 816 Celsius – n.d.t.] su ospedali e scuole nel corso di Cast Lead. Se sei un giovane ebreo statunitense probabilmente sei liberale e idealista; non difenderai roba di questo genere. Puoi esporti a fare il tifo contro Israele, ma abbasserai la testa per l’imbarazzo e la vergogna. Ho registrato lentamente questa metamorfosi. Qui sta succedendo qualcosa. I giovani ebrei stanno cambiando. Anche alcuni vecchi ebrei, ma non la maggioranza.

E l’intifada dei coltelli?

E’ una denominazione impropria chiamarla intifada. Quando la prima intifada stava morendo ci furono tutti quegli accoltellamenti, a Gerusalemme e altrove. Non erano un segno di speranza, bensì una manifestazione di disperazione. Questa cosiddetta terza intifada è cominciata con gli accoltellamenti; è cominciata su una nota di assenza di speranza, che è ciò che è un accoltellamento a caso. La prima intifada iniziò spontaneamente ma nel giro di giorni furono coinvolte tutte le organizzazioni di massa; crearono un Comando Nazionale Unificato di tutti i partiti politici (eccettuato Hamas, all’inizio). Distribuivano opuscoli ogni settimana. Era una cosa fatta professionalmente. C’erano bollettini che ti dicevano cosa fare. Oggi è una giornata di scioperi, oggi dovremmo fare questo, oggi dovremmo fare quest’altro. Può essere cominciata spontaneamente. Ma c’era una rete di organizzazioni di massa pronte a buttarsi dentro. Oggi non c’è nessuna organizzazione.

Questo segnala uno dei miti diffusi dalla dirigenza del BDS. Afferma di rappresentare quasi 200 organizzazioni della società civile palestinese. Se ci fossero 20 – scordiamoci 200, solo 20 – organizzazioni simili con una base reale in Palestina, la terza intifada dopo otto mesi non avrebbe ancora alcuna forma organizzativa? Se le organizzazioni che BDS afferma di rappresentare esistessero davvero, sarebbero balzate a colmare il vuoto, proprio come fecero le organizzazioni di massa nella prima intifada. E nella prima intifada tutti si rimettevano a esse, perché appartenevano a loro. Questa è società civile. Di fatto la caratteristica saliente di questa cosiddetta terza intifada è che è priva di organizzazione. Avete mai sentito di una genuina rivolta popolare che consista interamente in accoltellamenti a caso e nell’investire persone per la strada? La verità è che la “società civile palestinese” è un’illusione. Si tratta semplicemente di ONG finanziate dall’estero – squadre di una o due persone – che punteggiano il paesaggio privilegiato di Ramallah.

In generale c’è del romanticismo sul “popolo oppresso”. Lo vediamo negli Stati Uniti. Chi avrebbe predetto che gli afroamericani avrebbero affondato il candidato alla presidenza più radicale a memoria d’uomo? Nella mia giovinezza i neri erano definiti l’”Avanguardia della rivoluzione”, ma in questo ciclo elettorale si sono rivelati essere l’avanguardia della reazione. Guardate John Lewis. E’ stato un eroe genuino del Movimento per i Diritti Civili, non se ne discute. Ma oggi è un patetico lacchè della macchina razzista dei Clinton. Ha calunniato grottescamente il passato di Bernie nel Movimento per i Diritti Civili e ha rilasciato un certificato di sana costituzione ai Clinton. Analogamente, poiché i palestinesi sono stati romanzati, non è stato mandato giù che in questo momento – non farò previsioni per il domani, l’ho imparato dalla campagna di Sanders – i palestinesi sono un popolo sconfitto. Le cause e i sintomi di questo riguardano il cinismo nei confronti della politica dopo che tanti sacrifici e speranze hanno prodotto i frutti amari della continua occupazione e di altri insediamenti, una dirigenza collaborazionista, la lotta quotidiana per la sopravvivenza, il rifiuto della lotta collettiva a favore dell’”ognuno per sé”, l’assenza di organizzazioni popolari. Non so chi in occidente se lo sia inventata, ma una tattica abile è consistita nel prendere qualsiasi palestinese che avesse talento, qualsiasi palestinese che fosse eloquente, qualsiasi palestinese che potesse essere radicalizzato e nel dargli una ONG a Ramallah, dargli un computer e un ufficio, raddoppiare o triplicare il suo salario e poi chiarire che se va fuori dal seminato si ritroverà in strada. Ha funzionato come per magia. Il genere di persone che un tempo costituivano il personale delle organizzazioni popolari di massa ora sta seduto in un ufficio di Ramallah a scrivere rapporti trimestrali sull’economia palestinese, anche se l’economia palestinese è inesistente. Questo settore critico dei leader del futuro è stato pacificato.

Ma forse, se i palestinesi dei territori occupati sono sconfitti, il BDS è qualcosa che sta avvenendo nella diaspora, che non è sconfitta.

Gente sconfitta, per il momento. Non so cosa succederà in futuro. Guardate quanto mi sono sbagliato riguardo ai giovani negli Stati Uniti! L’élite dominante in occidente è molto sveglia. Commette errori, ovviamente, ma non andrebbe sottovalutata la sua intelligenza. Uno dei motivi per cui il Sudafrica abolì l’apartheid fu che guardò agli Stati Uniti nell’era post Diritti Civili e constatò che si può farla finita con la discriminazione formale, legale e tuttavia continuare a controllare l’economia. E ciò che è successo qui negli Stati Uniti. Non c’è stata alcuna ridistribuzione di ricchezza tra neri e bianchi, salvo la creazione di nuova borghesia nera post Diritti Civili. La Palestina è un luogo minuscolo. E’ stata schiacciata dalle grandi potenze che hanno calcolato e cospirato come neutralizzarla. Gli europei provvedono alla generosità per mantenere a galla la PA mentre i torturatori della CIA addestrano i servizi di sicurezza. Ci sarebbe voluta una forza d’animo sovrumana per resistere alle tentazioni e alle torture. Non posso dire di essere scandalizzato dalla sconfitta che è stata inflitta. Ma dovremmo essere onesti nel riconoscere che la situazione è senza speranza, per adesso. Non significa che dovremmo arrenderci. Io non mi arrendo. Ma dovremmo anche evitare di nutrire illusioni. Quando la bolla scoppia, non fa che alimentare ancora altro avvilimento e disperazione.

 


https://zcomm.org/znetarticle/on-sanders-the-first-intifada-bds-and-ten-years-of-unemployment/

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