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Giugno 16, 2016

 

Non siamo pronti per una guerra vera

di Franco Iacch

 

“Potremmo non essere in grado di affrontare una nuova crisi, non abbiamo i soldati per fronteggiare una guerra vera“.

 

È questa l’analisi del vice comandante dell’Esercito degli Stati Uniti, Daniel B. Allyn, durante un dibattito organizzato dalla Fondazione Heritage sulle sfide attuali e future delle forze armate statunitensi.

 

Ad oggi, solo un terzo delle brigate dell’esercito è realmente pronto per il combattimento. Il quadro descritto è il seguente. Alla fine della guerra fredda, l’esercito americano aveva 770.000 soldati in servizio attivo,  ridotto a 481 mila unità a settembre 2001. I conflitti in Iraq e in Afghanistan hanno determinato il reclutamento di ulteriori 90 mila soldati. Oggi, nonostante svariati teatri operativi, si è in una nuova fase di restringimento con il taglio di 30.000 soldati.

 

Come ha spiegato Allyn, i tagli al bilancio hanno costretto l’esercito a scegliere tra la prontezza (formazione delle truppe e la manutenzione dei mezzi) e la modernizzazione (l’acquisto di nuove attrezzature per migliorare le capacità). I numeri sono comunque fuorvianti. Centomila soldati americani non possono essere inviati in combattimento perché impegnati in attività non operative. La forza reale combattente è di 380 mila unità, ma oggi il Pentagono ha schierato in operazioni 162 mila soldati. Ciò significa che quasi la metà dell’esercito Usa schierabile in combattimento, è già impegnato in svariati conflitti.

 

È un passo che dovrebbe far riflettere: nonostante non siano impegnati in una vera e propria guerra convenzionale (almeno in termini), gli Stati Uniti schierano in operazioni nel globo 162 mila effettivi. Dei 200 mila soldati in servizio attivo sul suolo americano, solo un terzo è realmente considerato pronto al combattimento per operazioni all’estero.

 

“Dovremmo essere preoccupati per il futuro del nostro esercito e di come rispondere alle minacce crescenti contro gli interessi americani. Invece di continuare a tagliare, è il momento di iniziare a far crescere l’esercito ed investire i fondi necessari affinché possa proteggere il nostro Paese”.

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