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venerdì 08 luglio 2016

 

Sparatoria a Dallas, quattro poliziotti uccisi

 

Quattro poliziotti sono stati uccisi a Dallas durante una manifestazione di protesta dopo i fatti del Minnesota e della Louisiana. Un sospetto ha trattato la resa dopo essere stato bloccato dalla polizia. Se ne cerca un altro

 

Quattro agenti di polizia di Dallas sono stati uccisi da cecchini durante le manifestazioni di protesta dopo i fatti del Minnesota e della Lousiana. Il capo della polizia di Dallas David Brown ha detto in un comunicato che uno o due cecchini hanno sparato a 11 agenti, quattro dei quali sono stati uccisi. Si parla di una trentina di colpi sparati. Due ufficiali sono ricoverati e sotto i ferri, uno è in condizioni critiche. Secondo la CBS uno dei killers sarebbe finito in un garage dove avrebbe trattato con la polizia e ora è in custodia. Un pacco trovato vicino al sospetto sarebbe sotto investigazione. In questo video si vedono gli attimi successivi alla sparatoria:

 

https://youtu.be/NiJWtzodr90

 

Secondo ABC il sospetto potrebbe aver piazzato delle bombe nell’area.

 

In un video si vede passare il sospetto mentre sta arrivando la polizia; il sospetto viene indicato come quello la cui foto è stata diffusa dalla polizia di Dallas ma qui sta passando senza armi (e ciò dimostrerebbe che l’uomo non c’entra nulla:

 

Sparatoria a Dallas, poliziotti uccisi

A meno di 48 ore da quando un agente ha freddato l’afroamericano Alton Sterling a Baton Rouge, in Louisiana, un altro giovane di colore è morto per mano di un poliziotto, questa volta a Falcon Heights, un sobborgo di St. Paul, in Minnesota. Le due sparatorie, entrambe finite sulle reti sociali, hanno scosso il Paese e “profondamente turbato” il presidente Barack Obama: il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, parlando dall’Air Force One, ha spiegato che la divisione tra le forze dell’ordine locali e le molte comunità che devono essere protette non deve diventare la nuova normalità. Ma il clima tra i gruppi afroamericani e la polizia è tesissimo. L’ultima vittima si chiamava Philando Castile, 32 anni, ed è stato ucciso nella sua auto dopo essere stato fermato ad un semaforo da una volante per un banale controllo, mentre era con la fidanzata e la figlioletta di lei. A rendere ancora più drammatica la vicenda è il video shock della donna, di nome Diamond Reynolds, che ha mostrato in diretta streaming gli ultimi istanti di vita di Castile. Nel filmato di quasi 10 minuti, postato sull’account Facebook di Reynolds e poi eliminato dal social network per i contenuti troppo cruenti ma nel frattempo diventato virale, si vede il 32enne – che lavorava come responsabile alla mensa della St. Paul’s J.J. Hill School – in un lago di sangue. Mentre la fidanzata, costretta a rimanere immobile con le mani in vista, urla che un agente ha appena sparato “quattro o cinque colpi” al compagno. “Per favore non mi dica che è morto. La prego non mi dica che il mio ragazzo se n’é appena andato in quel modo”, implora. La donna poi spiega che Castile, fermato per un controllo, aveva detto di avere la licenza per avere un’arma e stava estraendo il documento dalla tasca quando il poliziotto ha aperto il fuoco. Intanto di ora in ora monta la protesta: il governatore del Minnesota Mark Dayton, che ha chiesto di aprire un’indagine federale sul caso, è stato portato via per motivi di sicurezza dopo che centinaia di persone si sono riunite nella notte davanti alla sua residenza, per manifestare contro l’uccisione del giovane. “Era un nero nel posto sbagliato”, ha detto da parte sua la madre del 32enne ucciso alla Cnn.

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