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Sabato, 09 luglio 2016

 

Un Terzo Mandato per la Presidenza Obama?

di Alexander Azadgan

Traduzione di Vollmond

 

Recentemente, si è sollevato un certo interesse (qui negli Stati Uniti e all’estero) sulla validità giuridica di un eventuale terzo mandato della presidenza Obama nel caso di una guerra imminente in forma di attacco terroristico stile 11 settembre che, senza essere di quelle proporzioni, permetterebbe una sospensione temporanea delle elezioni presidenziali di novembre.

Queste supposizioni si devono in parte ad alcuni esponenti della destra dell’intellighenzia americana. In parte a fonti indipendenti e alle prime armi dei servizi di informazione. E a numerosi neofiti dell’intellighenzia straniera che manifestano il medesimo interesse per l’argomento – tutto relativamente affidabile e impregnato di una forte coscienza cospiratrice.

 

Come tale, la verità diventa ancora più difficile da decifrare in mezzo a tutte queste dicerie e insinuazioni, tra allarmi falsi e altri più probabilmente veri.

È molto difficile prevedere con precisione chi a novembre si stabilirà (se mai eletto) alla Casa Bianca.

Ciò che appare lampante, è che ormai è evidente a tutti che Wall Street [come i cospiratori del PNAC] desideri il proseguimento della politica di Obama attraverso la candidatura di Hillary Clinton, dal momento che lei rappresenta per loro l’opzione più sicura, la più prevedibile, malleabile e controllabile. Wall Street è ossessionata in maniera compulsiva dalla prevedibilità ed esecra il contrario, benché il disastro che ha prodotto e che ha portato al quasi collasso economico del 2008, possa lasciare intende il contrario. Non è il caso. Non ci cascate.

D’altra parte, l’assoluta stupidità, i pregiudizi profondi e l’ignoranza generale comune al 30% se non persino al 51% dell’elettorato americano non può essere mai, e dico mai, sottovalutato, soprattutto quando l’elemento “paura” e quelle tattiche infami note come False Flag sono, come tutti possiamo testimoniare, regolarmente utilizzate nel mondo post 11 settembre.

Queste astuzie diaboliche sono sempre state usate nel corso della storia umana, ma abbiamo assistito a una concentrazione senza precedenti del loro impiego a partire dall’11 settembre, che altro non era che una ricetta prefabbricata per garantire la durata del primo mandato di Bush (2000-2004) e, poi, della sua rielezione nel 2004-2008.

Facendo riferimento a queste tattiche perverse praticate nel corso della storia, occorre citare qualche esempio riguardante il solo XX secolo:

1)  Il naufragio di Lusitania nel 1915 come preludio all’entrata di Washington nella prima guerra mondiale.

2)  La macchinazione di Hitler per bruciare il Reichstag tedesco nel 1933 con lo scopo di accusare [e di eliminare], una volta per tutte, nel corso dei 12 anni del terzo Reich, i suoi avversari politici schierati a sinistra.

3)  L’attacco giapponese a Pearl Harbor nel 1941 servito come pretesto per l’ingresso di Washington nella seconda guerra mondiale malgrado i pareri di numerosi analisti dell’epoca che tentarono ferocemente di mettere in guardia la sorda amministrazione di Franklin Delano Roosevelt.

4)  L’incidente nel golfo di Tonkin che è servito come scusa per la guerra di Washington in Vietnam.

E ultimo ma non meno importante,

5)  Gli attacchi dell’11 settembre che ci hanno volontariamente coinvolto in un ciclo azione-reazione apparentemente senza fine per giustificare ciò che chiamano la guerra contro il terrorismo di Washington, ma che in verità è una guerra per il terrore. Tutto questo con l’intenzione di procurare ulteriori danni in quella parte già caotica del mondo che chiamiamo Medio Oriente – per i combustibili fossili così come per fini ideologici e, con questo, intendo dire per fini escatologici.

Tutti questi fatti, in particolare l’ultimo, sono stati progettati con astuzia, attraverso un calcolo preprogrammato avente come conseguenza la fabbricazione fallace del consenso del popolo americano, ipnotizzato da paure largamente false e mal percepite.

Ma ritorniamo al punto precedente riguardante un eventuale colpo di stato di Obama nel caso in cui Trump abbia la meglio contro Clinton. Tutti questi fattori di paura, in combinazione con il crollo economico del 2008 che non è mai stato veramente risolto (tranne che per quell’1% a scapito del 99%), così come le dispendiose e sconsiderate guerre del primo decennio del 2000, e non solamente nel Medio Oriente, ma anche alle porte della Russia [attraverso l’Ucraina], tutto questo ha creato un’avversione molto profonda [e della diffidenza] nei confronti di Hillary Clinton essendo lei coinvolta in pieno in queste decisioni rivelatesi errate, ossia l’invasione del 2003 e l’occupazione dell’Iraq e la seguente in Libia con la destituzione di Muammar Gheddafi nel 2011 e l’assassinio dell’ambasciatore Stevens, un colpo organizzato dai servizi americani in associazione con quel guazzabuglio chiamato Benghazi.

Il coinvolgimento di Hillary Clinton in tutti questi fatti, e più ancora il suo comportamento sospetto ed evasivo e la sua intenzionale mancanza di trasparenza – vale a dire la soppressione di migliaia di mail dal server del suo computer personale nel corso delle sue attività per sovvertire il regime libico, fatto nel quale lei è invischiata fino ai collo - tutti questi fattori così come il suo comportamento arrogante e solitamente aggressivo hanno prodotto [ed esacerbato] una profonda avversione e sospetto da parte di una notevole porzione di elettorato americano, democratico e repubblicano in ugual misura, ciò che spiega il fenomeno Bernie Sanders benché quest’ultimo fosse ormai a fine carriera.

Tutto questo favorisce la campagna di Donald Trump, che fino a oggi, effettivamente, ha offerto uno spettacolo clownesco della realtà, un palcoscenico politico che è riservato solo a lui (certamente grazie alla sua vanità e il suo lavoro, ma su un terreno di gioco molto più grande), nel quadro di una politica demagogica tossica e pericolosa.

Tutto ciò ci conduce ad antiche speculazioni a fronte d’una possibile [ma a mio avviso poco probabile] continuazione del regime Obama, se le strutture di potere a Wall Strret (e a Washington) si sentissero minacciate da ciò che potrebbe somigliare a una presa di controllo imminente da parte di Trump, e se questo dovesse essere il caso nei prossimi mesi a venire.

Questi gruppi di analisti sostengono che la cricca di Washington neocon/neolib potrebbe produrre un'altra operazione sotto falsa bandiera stile 11 settembre, ma non di pari grandezza, al fine di sostenere il regime Obama con il falso pretesto di un’urgenza nazionale.

Essi inoltre denunciano che il complesso delle percezioni, dei sentimenti e dei timori americani è già stato [e lo è ancora] plasmato per preparare le masse ad accettare questo possibile scenario attraverso una serie di operazioni False Flag. Dall’ “inside job”dell’11 settembre al 7 luglio 2005 nel Regno Unito, e tutto il cammino percorso per arrivare alla creazione di uno stato di ferocia permanete attraverso gli agenti Isis a Parigi, San Bernardino, Bruxelles, e adesso nell’orribile atto di Orlando, in Florida.

 

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Link: http://lesakerfrancophone.fr/un-troisieme-mandat-pour-la-presidence-obama

15.06.2016


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