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24 september 2014

 

ISIS non è una risposta alla politica estera occidentale, l’ISIS è la politica estera occidentale

 

Si noti che ISIS sono nemici giurati di Siria, Hezbollah e Iran. Questo di per sé dà un indizio più che evidente circa l'identità dei benefattori del gruppo.

Un luogo comune liberale prevalente è la teoria del contraccolpo, la teoria che gli attacchi terroristici dell’ISIS, e quindi l'esistenza stessa del gruppo, siano in qualche modo in rappresaglia ad azioni politiche straniere di Stati Uniti, occidentali e israeliani.

Questa è una teoria in malafede che è stata diffusa al fine di mantenere i cittadini sul lato dell'impero. Fondamentalmente, essa distrae da una verità fondamentale.

L’intelligenza degli Occidentali e di Israele ha storicamente effettuato profonde infiltrazioni di cellule jihadistie del terrorismo in tutto il mondo arabo e l'Occidente; questi gruppi vengono letteralmente usati come fanti (vedi l'Afghanistan per tutto il 1980) per raggiungere gli obiettivi strategici e militari occidentali e di Israele. La teoria della risposta nemica distrae da questo fatto fondamentale.

ISIS non attua rappresaglia contro la politica estera occidentale; essi sono la politica estera occidentale. Queste stesse persone sono state mobilitate contro Muammar Gheddafi durante la rivoluzione fasulla in Libia del 2011, come con la Siria nello stesso anno.

Nel passaggio attraverso il confine siro-iracheno, le truppe ISIS, fanti del sionismo, hanno subito una magica trasformazione mediatica in cattivi ragazzi. La guerra contro ISIS è una truffa, una truffa totale. Si tratta di un pretesto per una guerra contro l'asse di resistenza: soprattutto la Siria, Hizbu'llah, l'Iran, e la resistenza palestinese. Si tratta di un pretesto per spingere il Piano Yinon, al fine di garantire l'egemonia israeliana, ad attivare il meccanismo di balkanizzare il mondo arabo.

Le menzogne ??del 2003 sulle Armi di Distruzione di Massa, non sono mai scomparse; sono semplicemente state ri-confezionate per la massa liberale nel periodo post-Bush.

 


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24 september 2014

 

ISIS is not ‘Blowback’ from Western Foreign Policy; They ARE Western Foreign Policy

 

Notice that ISIS are sworn enemies of Syria, Hizbu’llah, and Iran. This in itself gives a most obvious clue as to the identity of the group’s benefactors.

A prevalent liberal cliché is the “blowback” theory – the theory that ISIS terror attacks, and indeed the group’s very existence, are somehow in retaliation to US/Western/”Israeli” foreign policy actions.

This is a disingenuous theory that is disseminated in order to keep the empire’s citizens on side. Crucially, it distracts from a key truth.

Western and “Israeli” intelligence has historically effected deep infiltration of ‘jihadist’ terror cells throughout the Arab world and the West; these groups are used literally as footsoldiers (see Afghanistan throughout the 1980s) to achieve Western and “Israeli” military and strategic objectives. The “blowback” theory distracts from this key fact.

ISIS aren’t retaliating against Western foreign policy; they are Western foreign policy. These very people were mobilised against Muammar Gaddafi in Libya’s bogus ‘revolution’ of 2011, as with Syria in the same year.

In moving across the Syrian-Iraqi border, ISIS – Zionism’s footsoldiers – underwent a magical media transformation into the ‘bad guys’. The ‘war against ISIS’ is a con, a total scam. It is a pretext for a war against the resistance axis: chiefly Syria, Hizbu’llah, Iran, and the Palestinian resistance. It is a pretext to kick the ‘Yinon plan’ – the plan to balkanise the Arab world to ensure “Israeli” hegemony – into high gear

The WMD lies of 2003 never went away; they simply got re-packaged for the liberal crowd in the post-Bush era.

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