Fonte: Il Corriere delle regioni

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22/11/2016

 

Si stanno assumendo una responsabilità tremenda

di Francesco Lamendola

 

I politici mondialisti, massoni e rappresentanti dell’oligarchia finanziaria e gnostico-nichilista si stanno assumendo una responsabilità tremenda: quella di spingere i loro popoli all’esasperazione, di farli diventare intolleranti e razzisti, nonché di preparare un clima da guerra civile, che prima o poi potrebbe provocare un incendio devastante.

Sempre più evidente appare lo scollamento fra i popoli dell’Occidente e le loro classi dirigenti, specialmente i politici di lungo corso; sempre più evidente è il divario, per non dire l’abisso, che si sta creando fra essi, e che continua ogni giorno ad allargarsi, come mai era accaduto prima. Fino a qualche tempo fa, il segno del divario era dato dalla scarsa partecipazione delle masse alla vita politica e le bassissime percentuali dei votanti alle elezioni, sia politiche che amministrative; da qualche tempo in qua, esso ha preso una forma nuova: quello di una protesta sempre più ampia e generalizzata. In questo senso, la inaspettata vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane del novembre 2016 segna realmente una svolta, uno spartiacque: è difficile pensare, adesso, che le cose potranno tornare come prima. Sono due o tre decenni che sorgono e si sviluppano dei movimenti di contestazione alla politica ufficiale dei governi: alla politica mondialista, immigrazionista, omosessualista, islamofila (e si noti l’incongruenza degli ultimi due elementi: ma tant’è, qualcuno provi a spiegarlo ai soloni del politically correct); nessuno, però, finora, ha acquistato dimensioni consistenti, e perciò sono stati tutti snobbati, derisi e liquidati come manifestazioni di “populismo”, di “provincialismo”, di “conservatorismo” e di “razzismo”.

Adesso le cose sono cambiate. Contro tutti i pronostici (ma chi li aveva fatti, quei pronostici? e quanto erano truccati, quei sondaggi?), Trump ha battuto senza scusanti Hillary Clinton, portato alla presidenza da un’America profonda che i liberal di casa nostra, e di casa, loro possono anche permettersi di disprezzare e di equiparare al Ku-Klux-Klan, ma che, piaccia o non piaccia, sa molto bene quello che vuole, o, quanto meno, quello che non vuole: non vuole essere dominata dagli immigrati clandestini, dalle minoranze aggressive, dalle lobby finanziarie e dalla Massoneria. È stato un vero e proprio moto di popolo, che ha rovesciato tutte le aspettative della stragrande maggioranza degli osservatori, dei giornalisti, dei sedicenti intellettuali, nonché dei politici europei. L’America profonda, che è, fino a prova contraria, l’America “vera” (New York e Los Angeles, per motivi simili e complementari, non lo sono affatto), è stanca di un Partito Democratico che vorrebbe trasformare la presidenza in una dinastia; è stanca di un Obama che, alla faccia del suo Premio Nobel per la Pace, ha portato il mondo vicinissimo alla terza guerra mondiale; è stanca di una politica estera assurdamente ostile alla Russia, prona ai voleri d’Israele, fiancheggiatrice e finanziatrice dell’Isis e di altre frange del terrorismo islamico; è stanca di quella ipocrisia per cui si vuole abbattere a ogni costo il “dittatore”Assad in Siria, ma si va d’amore e d’accordo, più che mai, con la becera monarchia saudita, finanziatrice, a sua volta, di tutti i terroristi e di tutti i migranti/invasori, con il preciso scopo d’islamizzare e negrizzare sia l’Europa che l’America. Il popolo americano non vuole esser trascinato in guerra né per la Crimea, né per la Lettonia: capisce che sono solo pretesti per tagliare le ali a Putin e per rafforzare la presa sull’Europa tramite la NATO, divenuta ormai uno strumento dello sfrenato imperialismo yankee. L’americano medio, però, ha mostrato di avere più buon senso di Barack Obama e della sua candidata alla successione, Hillary Clinton, per la cui vittoria si era speso in maniera così plateale e così poco corretta.

Ora assisteremo al penoso voltafaccia di tutti i politici europei che avevano scommesso sulla vittoria democratica e fatto i loro conti in base ad essa; li vedremo tutti, Merkel, Hollande e Renzi in testa, abbozzare un sorriso e dichiarare la loro immutata e indefettibile amicizia per il grande alleato americano. Perfino Giovanna Botteri, prima o poi, elaborerà il lutto e riprenderà i suoi collegamenti televisivi, sia pure con il cuore pesante; perfino la signora Boldrini dovrà farsene una ragione.

Resta il fatto che, se in America il popolo ha fatto sentire la sua voce, e ha sventato le arroganti manovre della finanza massonica (si tenga presente che Trump ha vinto pur disponendo di un budget per la campagna elettorale che era la metà di quello della sua rivale: il che dimostra da che parte si fossero schierati i miliardari americani), in Europa, dove la situazione economica e quella della migrazione/invasione è ancora più drammatica, il potere, per il momento, resta nelle mani degli stessi politici, screditati e antipatriottici, i quali vogliono persuadere i loro concittadini che tutto sta andando bene, e che accogliere i migranti/invasori è la sola cosa giusta da fare, oltre che la sola scelta eticamente possibile. Vale a dire che intendono seguitare a fare orecchi mercante rispetto al malcontento che sta montando, dal basso, sempre più; e che ha già dato luogo ad episodi, come quello di Gorino, di fiera ripulsa, da parte dei cittadini, della imposizione dell’accoglienza. In Francia vi sono state le grandi manifestazioni dei poliziotti, esasperati per una presenza magrebina sempre più massiccia e sempre più ingestibile, in particolare dopo il gravissimo attentato contro due agenti che stavano pattugliando un quartiere periferico di Parigi ad altissima densità criminale, e i cui residenti, quasi tutti nordafricani, non gradivano l’installazione di una telecamera di sorveglianza, perché volevano completa libertà di spacciare droga e di delinquere, nonché far vedere che, nelle “loro” strade, i rappresentanti delle autorità francesi non hanno neppure il diritto di farsi vedere, a meno di voler rischiare d’essere bruciati vivi.

I mass media di regime, però, hanno parlato poco, in Italia, dei fatti di Gorino, e di tanti altri piccoli e medi comuni in rivolta; e, soprattutto, non hanno parlato affatto delle ragioni che spingono la gente a protestare con forza sempre maggiore. Le cose sono arrivate a un punto tale che i prefetti cominciano a requisire gli alberghi per metterci dentro i sedicenti rifugiati d’autorità, con o senza il benestare dei legittimi proprietari: scene da comunismo di guerra. Se proprio ne parlano, i giornali e i telegiornali lo fanno sporadicamente, episodicamente, quando accadono, ora qui, ora là, gli episodi più clamorosi; ma tutti fanno finta di non vedere qual è lo sfondo del problema: ossia l’installarsi in Italia (e nel resto d’Europa) di una massa d’immigrati africani e asiatici “regolari” che ammonta, ormai, a più del 10% della popolazione totale, e che, stante l’enorme divario nel tasso d’incremento demografico fra essi e i cittadini, come chiamarli?, “indigeni”, prospetta una Europa islamizzata nel giro di due generazioni al massimo. Le ultime ondate di profughi, che tali non sono al novanta per cento, rappresentano solo la goccia che sta facendo traboccare il vaso. Anche senza di loro, l’Italia, la Francia, il Belgio, la Germania, l’Olanda, la Svezia, la Gran Bretagna, hanno accolto una quota di gran lunga esorbitante di stranieri, in parte già divenuti cittadini in senso tecnico, ma che tali non si sentono nell’intimo, perché non hanno alcuna intenzione d’integrarsi; e si ricordi che i terroristi islamici che hanno colpito, negli ultimi mesi, in diverse città europee, sono, tutti, cittadini francesi, belgi, britannici, eccetera, di seconda o piuttosto di terza generazione.

Qualcuno (il “filantropo” George Soros? gli esecutori del Piano Kalergi?) ha deciso, almeno tre decenni fa, ma probabilmente già da prima, che la popolazione europea, peraltro sempre più vecchia e stanca, deve essere sostituita da una popolazione nuova, giovane e afro-asiatica, dal poderoso tasso di natalità; una popolazione islamica, che farà sparire le chiese e le sostituirà con le moschee, che farà sparire la Croce e la sostituirà con la Mezzaluna. La Chiesa cattolica, in questa congiuntura, si sta comportando esattamente come i politici europei nei confronti dei loro concittadini: tenta ostinatamente d’imporre ai fedeli una politica immigrazionista e “interreligiosa” che essi non capiscono, che non approvano, che giudicano con estrema preoccupazione; tuttavia, se per caso qualche fedele, o qualche prete, o qualche vescovo, osano parlare a voce alta ed esprimere il loro disagio, la loro perplessità, il loro dissenso, l’unica cosa che sanno fare papa Francesco, i cardinali “progressisti” e tutti i vescovi buonisti e neomodernisti, è rimproverarli aspramente, accusarli di essere “rigidi”, di essere egoisti, di essere ipocriti, di non esse misericordiosi, di non aver capito che il Vangelo è amore (certo che lo è; ma è anche discernimento, prudenza e giustizia), di non voler lasciar fare a loro, che hanno capito tutto e che stanno fedelmente interpretando lo spirito del vangelo (anche se, forse, non è proprio lo Spirito Santo, con la maiuscola, e nemmeno il Vangelo di Gesù, il solo che vada scritto con la lettera maiuscola). I governanti sono con i clandestini e contro i cittadini, come i vescovi sono con gli islamici e contro i fedeli.

Peraltro, la neochiesa non ha scelto solo di schierarsi con i migranti/invasori di religione islamica – quelli, per intenderci, che gettano in mare, durante la traversata del Mediterraneo, i loro compagni  di religione cristiana, o che, nei centri di accoglienza, li maltrattano e li costringono a mangiare gli avanzi -, ma anche con un certo giudaismo filo-sionista, molto vicino alle grandi banche americane che fanno il bello e il brutto nella finanza mondiale, e, ancor più, con le potenti lobby gnostico-massoniche, che controllano buona parte della stampa, dell’industria e degli altri mezzi di comunicazione, e che, tramite le lobby omosessualiste, vogliono imporre l’ideologia gender nelle scuole e nell’intera società. E se qualcuno stesse pensando che ciò è esagerato, pensi all’elogio funebre di Marco Pannella fatto da padre Lombardi, portavoce ufficiale del pontefice, o dei continui andirivieni in Vaticano di Emma Bonino; e pensi a come il pontificato di Francesco sia iniziato con una intervista a Eugenio Scalfari, i cui contenuti e i cui toni hanno fatto polpette di buona parte di ciò che la sana dottrina cattolica è stata per decenni e per secoli, e di ciò che ha rappresentato nella evoluzione sociale, culturale e spirituale del popolo italiano. Curiose circostanze: Hillary Clinton, la paladina dei poveri, finanziata dalle grandi banche ebreo-americane; e il Vaticano di Bergoglio, paladino dei migranti, in ottime relazioni con le maggiori banche d’Europa e con… George Soros. Il quale non ha nascosto di aver puntato su questo papa, sostenendolo finanziariamente, per sostenere la sua riforma della Chiesa in senso favorevole alle migrazioni/invasioni, e alle lotte per i diritti civili: leggi aborto, eutanasia e matrimoni omosessuali.

Quello che più dovrebbe preoccupare, e, anzi, spaventare i nostri uomini politici – nostri, non solo d’Italia, ma d’Europa, e anche di altri Paesi – è la silenziosa, irresistibile mutazione che si sta operando nei loro cittadini, in quei cittadini che costituiscono la parte più profonda e, piaccia o no, più “vera” delle rispettive nazioni: se è esatto affermare che un francese della Normandia è più autenticamente francese di un parigino, o un italiano della Lombardia più autenticamente italiano di un romano, e un americano del Midwest, più autenticamente americano di un newyorkese. Le grandi città, si sa, sono liberal, progressiste, multiculturaliste e omosessualiste; ma le piccole città ed i paesi non la pensano allo stesso modo; ed è lì, nelle province, nelle campagne, che si è conservato quel che resta dell’anima dei popoli. L’urbanizzazione del XIX e XX secolo ha ammassato milioni di persone nelle metropoli, ma le ha sradicate dalle loro tradizioni e ne ha fatto altrettanti alienati, anonimi e spersonalizzati. Ed ecco perché Trump ha vinto col voto dell’America interna, ma non di New York; perché Le Pen trionfa nei dipartimenti, ma non a Parigi; e perché, in proporzione, sono più combattivi e decisi a resistere alla globalizzazione omologante i piccoli Stati “arretrati” dell’Europa centro-orientale, come la Slovacchia e l’Ungheria, che i grandi Stati, ormai assuefatti, e quasi rassegnati, alle “meraviglie” della modernità, invasione compresa.

La mutazione silenziosa che si sta operando nella maggioranza dei cittadini europei è questa: che, dopo avere accolto con simpatia, calore ed autentico spirito di solidarietà i primi profughi, i primi immigrati, poi, un poco alla volta, davanti al fatto che dalle migliaia si passava ai milioni, e che sia i politici, sia gli uomini di Chiesa, predicavano e predicano, anzi, esigono ed impongono, l’accoglienza indiscriminata, nonostante i problemi ormai gravissimi a livello sociale che tali presenze provocano, e lo sconcerto dei popoli che non capiscono perché mai la civiltà europea, con tutto ciò che ha prodotto nei secoli in fatto di arte, scienza, storia, cultura, debba essere gettata via e sommersa da ondate su ondate di persone le quali, molto spesso, non mostrano alcuna voglia d’integrarsi, e neppure di lavorare, ma che assumono sempre più i modi e lo stile dei conquistatori, ebbene, ora non ne possono più, e hanno deciso di dire: Basta. Se i nostri politici e i nostri monsignori si prendessero la briga di scendere dai loro palazzi (anche ideologici) e parlassero un po’ con la gente comune, si accorgerebbero di una cosa: che il popolo italiano, che non è mai stato razzista, ora lo sta diventando. E lo sta diventando per la rabbia di vedere come l’Italia viene svenduta, ogni santo giorno, in nome di non si sa quale ordine sceso dall’alto, e di non si sa quale astratto imperativo categorico; che la sua Marina militare è ridotta a fungere da servizio taxi agli invasori e ai falsi profughi; che le sue risorse finanziarie vengono destinate a mantenere, per un tempo medio di due anni, migliaia di baldi giovanotti che non fanno nulla tutto il giorno e vengono alloggiati in albergo e spesati d’ogni cosa, mentre i nostri pensionati vivono di stenti e umiliazioni...

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