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Giu 10, 2016

 

A Falluja o stai con Isis o muori di fame

di Daniele Bellocchio

 

“O con noi o morite di fame!”, è questo il diktat che l’Isis ha imposto alla popolazione irachena di Falluja. E a diffondere la notizia della situazione che sta vivendo la popolazione civile della città irachena in mano allo Stato Islamico, è stata l’agenzia Reuters.

 

Da quando le forze regolari dell’esercito iracheno, la settimana scorsa, hanno iniziato un’offensiva per riprendere controllo del centro abitato, centinaia di persone sono fuggite e così, ascoltando le testimonianze degli sfollati, sono affiorati le realtà e l’incubo con cui sono stati obbligati a convivere, e lo sono tutt’ora, gli abitanti di Falluja.

 

Ciò che è emerso è che da più di due anni, da quando la città è senza rifornimenti e non sono reperibili generi alimentari, i miliziani di Al Baghdadi girano casa per casa offrendo cibo e viveri a quelle famiglie che vogliono inserirsi tra le fila degli uomini in nero. Una soluzione senza alternativa, visto che, dopo la caduta della città in mano agli jihadisti, il governo iracheno ha smesso di pagare salari e pensioni per evitare che questi finissero nelle tasche degli islamisti.

 

Il mercato nero, i costi proibitivi (50 chili di farina costano 428 dollari), e l’assenza di qualsiasi alternativa hanno fatto si che centinaia di persone, mosse dalla disperazione e dalla fame, entrassero a far parte del Daesh, e ancor’oggi la situazione perdura.

Stando alle notizie divulgate dall’esercito statunitense e dalle forze regolari irachene, oltre che dalle milizie sciite che appoggiano quest’ ultime, all’interno della città sono presenti dai 500 ai 2500 uomini dello Stato Islamico che tengono in scacco una popolazione di 50mila civili divenuti ostaggi umani dell’Isis: o la bandiera nera o la fame.

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