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Mar 13, 2016

 

Le armi letali fornite dai turchi (gli “amici” dell’Europa) all’ISIS seminano la morte chimica fra la popolazione a KIRKUK

 

IRAQ, L’ISIS ATTACCA KIRKUK CON ARMI CHIMICHE: MUORE UNA BIMBA DI TRE ANNI

Nuovo orrore perpetrato dall’Isis sulla popolazione inerme dell’Iraq. Nelle scorse ore lo Stato Islamico ha bombardato con armi chimiche due zone nel nord del Paese causando almeno un morto in una località a sud di Kirkuk e tre casi di intossicazione dal “gas mostarda” tra le file delle forze regionali curde, i Peshmerga.

Il gas a base di tioetere del cloroetano, o iprite, è conosciuto anche come gas mostarda per il tipico odore di aglio e senape. L’iprite è un vescicante d’estrema potenza che penetra in profondità nello spessore della cute risultando letale in circa dieci minuti; concentrazioni minori producono gravi lesioni cutanee, dolorose e di difficile guarigione. La notizia degli attacchi arriva proprio mentre i raid Usa contro siti chimici del Califfato nei pressi di Mosul si sono intensificati dopo la cattura del responsabile del programma di armamenti biologici dell’organizzazione terroristica.

 

Un comandante dei Peshmerga curdi, Lukman Kali citato dalla tv Alaan, ha affermato che nel pomeriggio di venerdì i jihadisti “hanno lanciato 50 razzi con testate chimiche su villaggi a sud di Sinjar”, città a nord-ovest di Mosul liberata lo scorso novembre dalle forze curde dopo essere stata occupata per oltre un anno dagli uomini del califfato. Secondo lo stesso comandante, “ci sono stati tre casi di intossicazione” tra le file dei Peshmerga.

Più grave l’attacco chimico avvenuto a Tazah, località a sud di Kirkuk, dove è morta una bambina di tre anni. “Fatima Smin è morta nell’ospedale di Kirkuk dopo essere stata portata al reparto di medicina legale a causa di una soffocamento intervenuto dopo un bombardamento con razzi che portavano il gas mostarda”. Altre 18 persone sono rimaste ferite; tra queste, anche la madre della piccola. Non si conoscono le condizioni dei feriti. La notizia è stata riportata dal sito curdo-iracheno Rudaw. Taza, località turcomanna, è situata nel governatorato di Kirkuk nel nord est dell’Iraq. La regione conta circa un milione di abitanti ed è uno degli obiettivi del Califfato per la ricchezza dei giacimenti di gas e petrolio.

Fonte: Interris

 

Le armi chimiche fornite dai turchi all’ISIS

E’ ormai noto che jihadisti siriani dell’Isis avrebbero ricevuto il materiale per produrre il gas letale sarin dalla Turchia: lo ha affermato il deputato del Partito Popolare Repubblicano turco (Chp) Eren Erdem in un’intervista rilasciata a Russia Today il 15 dicembre scorso. Il sarin fu usato negli attacchi di Ghouta e nei sobborghi di Damasco nel 2013, per i quali venne accusato Assad. Erdem ha mostrato in parlamento il fascicolo aperto dalla procura di Adana, poi archiviato, accusando le autorità di aver “insabbiato” il caso. L’indagine, secondo Erdem, rivela che un certo numero di cittadini turchi prese parte alle negoziazioni con i jihadisti. Citando le prove contenute nell’atto di accusa, il deputato assicura che le intercettazioni confermano che un militante di al Qaida, Hayyam Kasap, entrò in possesso del sarin.

Vedi: Sarin materials brought via Turkey & mixed in Syrian ISIS camps

 

Tutto sarebbe contenuto nel faldone “2013/120″, l’indagine che venne poi archiviata. «Ci sono dati sostanziali in quelle carte», dice Erdem a RT. «Si capisce che il materiale usato per le armi chimiche passa attraverso la Turchia e viene assemblato nei campi dell’Isis, che allora era conosciuto come al Qaida irachena. È tutto registrato. Ci sono intercettazioni che dicono “non ti preoccupare per la frontiera, ci pensiamo noi” e si comprende chiaramente come vengono usati i burocrati». A questo punto il procuratore di Adana Mehmet Arkan ordina un blitz e 13 persone vengono arrestate. Poi, secondo Erdem, avviene “l’inspiegabile”. Una settimana dopo il caso viene chiuso e i sospettati passano immediatamente la frontiera turco-siriana. «Le intercettazioni chiarivano come sarebbe avvenuta la consegna, quali camion sarebbero stato usati… tutto documentato dalla A alla Z: nonostante gli indizi, i sospettati sono stati rilasciati. E la consegna del carico è avvenuta, perché nessuno li ha fermati. Forse l’uso del sarin in Siria dipende da questo».

Sempre secondo Erdem, i turchi coinvolti nel traffico sarebbero poi legati alla “Makina ve Kimya Endüstrisi Kurumu” (MKEK), ovvero la principale holding governativa di industrie per la difesa, e che gli indizi porterebbero verso un intervento delle autorità per insabbiare il caso, con il possibile coinvolgimento del ministro della Giustizia Bekir Bozdag. «Il procuratore Arkan – continua Erdem – non era, per quanto ho capito, uno potente; così una settimana dopo gli arresti un altro pm è stato assegnato al caso e il caso è stato chiuso». «Per l’attacco coi gas di Ghouta sono state incolpate le truppe governative siriane», conclude Erdem. «Ma c’è un’alta probabilità che quell’attacco sia stato compiuto con questi materiali transitati dalla Turchia. Con queste prove sappiamo chi ha usato il sarin e lo sa anche il nostro governo». 

Tratto da awdnews

 

Nuovi interrogativi per l’Europa.

Sarà stata informata la frau Merkel che i suoi amici turchi forniscono armi chimiche ai terroristi dell’ISIS? Le autorità di Bruxelles, che vogliono ammettere la Turchia in Europa, sono al corrente di questi fatti e delle responsabilità di Ankara? I miliardi che Bruxelles fornità al governo di Ankara serviranno anche ad acquistare armi chimiche per le guerre del neo sultano ottomano?

Si attendono risposte da Berlino e da Bruxelles.

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