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9 luglio 2016

 

Stoltenberg, “La Guerra Fredda è storia”. Ma intanto manda 4 brigate sul fronte orientale

di Enrico Oliari

 

“La Guerra Fredda è storia e deve rimanere tale”. Così ha esordito il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al vertice Nato di Varsavia, annunciando nel contempo che “Abbiamo deciso il rafforzamento più importante della nostra difesa collettiva. Abbiamo deciso di rafforzare la parte orientale della nostra Alleanza dispiegando quattro battaglioni in Polonia e nei Paesi baltici. Questi battaglioni sono robusti e multinazionali e dimostreranno la forza della Nato. Un attacco a uno di questi Paesi sarà considerato un attacco contro tutta la Nato”.

Stoltenberg ha aggiunto che “La Russia è il nostro più importante vicino ed ha un importante ruolo nella sicurezza europea. Non deve e non può essere isolata. Dobbiamo costruire un dialogo costruttivo, metterci d’accordo sulle regole del gioco e fare un doppio sforzo”.

Difficile che a Mosca la si pensi allo stesso modo, dopo che le recenti manovre a est hanno contribuito ad alzare la tensione in un quadro che è già da Guerra Fredda, con la Russia tagliata fuori da tutto e le sanzioni (controproducenti per gli europei) per l’annessione della Crimea.

Semmai è palese che, dallo scioglimento del blocco sovietico, la Nato continua a fagocitare le nazioni dell’Europa orientale circondando i confini europei della Russia, un’azione graduale ma decisa, che ha portato ad attriti e crisi tra cui quella del Donbass in Ucraina.

Nel Map, il Piano d’azione per l’adesione, ci sono già Ucraina, Georgia, Bosnia Erzegovina e Macedonia, mentre Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria sono entrate a far parte dell’Alleanza Atlantica nel 1999, Estonia, Lituania, Lettonia, Slovacchia, Romania, Bulgaria e Slovenia nel 2004, Croazia e Albania nel 2009. I vertici della Nato hanno ieri firmato il protocollo di adesione del Montenegro (presente in veste di osservatore il premier Milo Djukanovic ), che così diventa il 29mo membro della Nato.

Il presidente Petro Poroshenko è in questi giorni a Varsavia proprio per spingere per l’adesione, dopo che nell’aprile 2005 aveva manifestato l’intenzione di indire un referendum in questo senso.

Poroshenko sta tentando di proporre a margine degli incontri di Varsavia un “quintetto” parallelo o sostitutivo del “Quartetto di Normandia” (Francia, Germania, Regno Unito e Russia): il “Great Five”, che nelle sue intenzioni dovrebbe comprendere Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito e Italia, cioè non la Russia.

Benzina sul fuoco insomma, proprio nel momento in cui le ostilità nel Donbass si stanno riacutizzando al punto che ieri il presidente russo Vladimir Putin ha chiamato al telefono la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande.

Tornando a Varsavia Stoltenberg ha spiegato che il Canada sarà a capo del battaglione in Lettonia, la Gran Bretagna di quello in Estonia, la Germania di quello in Lituania e gli Usa di quello in Polonia. Un ulteriore forza multinazionale sarà dispiegata in Romania sotto comando Romeno.

Il premier italiano Matteo Renzi ha annunciato la disponibilità dell’Italia a mettere a disposizione delle quattro brigare 150 uomini, sottolineando che “L’Italia è uno dei Paesi che dà di più alla Nato”. Renzi ha anche sottolineato che dopo 8 anni di tagli, il bilancio della Difesa si è stabilizzato e che vi è stato per quest’anno un aumento del 20 per cento degli investimenti nel settore.

I leader dell’Alleanza Atlantica hanno poi discusso dei pericoli che possono diffondere in rete, ovvero hanno deciso di considerare il cyberspazio come un nuovo campo operativo per l’Alleanza Atlantica.

Al vertice Nato si è trattato anche del “fianco sud”, dove l’arma della deterrenza non ha ragion d’essere per le crisi del Medio Oriente e del Nord Africa, per cui si sta pensando a come essere militarmente efficienti negli interventi.

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