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09.01.2016

 

NATO: Strumento di Washington per costringere i suoi alleati, rivali, alla Sottomissione

 

La NATO non è stata abolita dopo il crollo dell'Unione Sovietica, perchè Washington prevedeva di mantenere il suo dominio globale, trascinando i suoi alleati europei della NATO in estenuanti conflitti militari in Medio Oriente, Asia Centrale e Nord Africa, il professore canadese Michael Jabara Carley racconta.

 

Dopo che Washington ha bombardato la Jugoslavia sottomettendola, nel 1999, la NATO ha lanciato una campagna a tutto campo in Asia centrale e in Medio Oriente con il pretesto di una "guerra al terrore" e della "promozione della democrazia".

"La ricerca per il dominio degli Stati Uniti non si fermò in ex Jugoslavia. Dopo il 9/11/2001 gli Stati Uniti e la NATO hanno invaso l'Afghanistan, anche se il governo afghano dei talebani non aveva nulla a che fare con gli attacchi terroristici negli Stati Uniti. Fino ad oggi la guerra in Afghanistan va avanti e non troppo bene per gli Stati Uniti. Non c'è da stupirsi se l’Afghanistan viene chiamato il cimitero degli imperi" il professor Michael Jabara Carley dell'Università di Montreal scrive in una seconda parte del suo saggio per Strategic Culture Foundation "La NATO: Chi è l'aggressore?".

 

"Tuttavia, due anni più tardi, gli Stati Uniti hanno invaso l'Iraq con un pretesto completamente inventato: Washington ha affermato che il leader iracheno Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa (WMD)". La successiva massiccia invasione ha portato alla distruzione dell'Iraq. "Centinaia di migliaia di civili sono morti a causa dell'invasione degli Stati Uniti o a causa delle severe sanzioni economiche precedenti"

Come si è scoperto più tardi, non c'erano (WMD) nel paese. Le affermazioni di Washington che l'obiettivo era quello di portare la democrazia in Iraq sembrava convincente. Infatti, i raids aerei della NATO pro-democrazia hanno dato i suoi frutti: il paese è in rovina colpito da una continua guerra e dalla miseria.

 

"Nel 2011 è stata la volta della Libia, un ricco paese indipendente, guidato da Muammar Gheddafi, che negli otto anni precedenti aveva mantenuto relazioni costruttive con l'Occidente". Anche questa volta l pretesto era difettoso come al solito, prosegue il professore. Gli stati membri della NATO hanno accusato Gheddafi di attaccare la popolazione civile del paese e si sono schierati con l'opposizione islamista contro il leader libico. Washington e i suoi alleati hanno usato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite volto a implementare una "no-fly zone" sopra la Libia a loro vantaggio. La NATO ha scatenato una campagna aerea su vasta scala in Libia con conseguente vittoria degli islamisti e brutale omicidio di Gheddafi.

 

"L'allora segretario di Stato, Hillary Clinton, come un antico barbaro tribale (senza offesa per quest'ultimo) gongolava e sogghignava sulle immagini del cadavere insanguinato di Gheddafi. Ma la violenza della NATO non finì lì. L'Impero del Caos, come il giornalista Pepe Escobar ha argutamente etichettato gli Stati Uniti, ha proseguito la sua "marcia trionfale" in tutto il MENA (Medio Oriente e Nord Africa)". Secondo il professor Carley, "Incoraggiati dal loro successo in Libia, gli Stati Uniti e alcuni degli alleati della NATO, in particolare Francia, Gran Bretagna e Turchia, hanno girato gli occhi sulla Siria e sul suo leader Bashar al Assad. Inutile dire che la Siria ora giace in rovina proprio come l'Afghanistan, l'Iraq e la Libia"

Sorprendentemente, come ai bei vecchi tempi Washington e i principali stati della NATO si sono alleati con i fondamentalisti islamici, tra cui Jaish al-Fatah, Ahrar al-Sham, al-Nusra e anche Daesh. Contemporaneamente Washington ha fomentato un colpo di stato neofascista in Ucraina nel 2014 allo scopo di infrangere i tentativi della Russia per risolvere la crisi siriana attraverso misure diplomatiche. "Che cosa si può concludere sulla condotta degli Stati Uniti e della NATO dal 1991?" Il professor Carley chiede: "In che modo la NATO può oggi venir descritta come una alleanza difensiva? …  Che cosa c’era sotto la riluttanza di Washington a sciogliere la NATO, dopo la caduta dell'Unione Sovietica? La verità della questione è che gli Stati Uniti non ha mai inteso smantellare l'Alleanza. Washington considera la NATO come uno strumento politico per costringere i suoi concorrenti e partner alla sottomissione, perseguendo incontrastata il dominio globale … Dal 1991 gli Stati Uniti sono diventati sempre più bellicosi e spericolati, come l’Imperatore Wilhelm II in Germania prima della prima guerra mondiale, ma ben più pericolosi"  … "Washington ostenta il diritto internazionale e fa la guerra o minaccia gli Stati che non riconoscono la dominazione USA. Le Élite americane non mostrano alcun rimorso per la morte e la distruzione che hanno seminato. Dovrebbero? Nessuno può chieder loro conto. L'Unione europea e la NATO servono come copertura internazionale per legittimare il comportamento degli Stati Uniti." E’ la comunità internazionale, secondo Washington elabora il Professore Carley.

 

"Osservando questi sviluppi il presidente russo Vladimir Putin è diventato un genuino oratore di verità, sfidando la narrativa viziata e distorta di Washington. Non è troppo tardi per l'Europa di scegliere la parte giusta, le note accademiche. La Russia vuole essere parte dell'Europa, non contro l'Europa. E' un paese formidabile con persone formidabili, che sarebbero forti alleati nella dura lotta che dobbiamo affrontare contro Daesh. Basta ricordare quello che il popolo sovietico ha fatto durante la Grande Guerra Patriottica" sottolinea il professor Carley.

 


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09.01.2016

 

NATO: Washington's Tool to Coerce Its Allies, Rivals Into Submission

 

NATO was not abolished after the collapse of the Soviet Union, as Washington planned to maintain its global dominance, at the same time dragging its European NATO allies into exhausting military conflicts in the Middle East, Central Asia and North Africa, Canadian Professor Michael Jabara Carley narrates.

 

After Washington bombed Yugoslavia into submission in 1999, NATO launched an all-out advance in Central Asia and the Middle East under the pretext of a "war on terror" and "democracy promotion."

"The US quest for domination did not stop in 'former Yugoslavia'. After 9/11 in 2001 the US and NATO invaded Afghanistan, though the Afghan Taliban government had nothing to do with the terrorist attacks in the United States. To this day the war in Afghanistan goes on and none too well for the United States. No wonder Afghanistan is called 'the graveyard of empires'," Professor Michael Jabara Carley of the University of Montreal writes in a second part of his essay "NATO: Who's the Aggressor?" for Strategic Culture Foundation.

 

However, two years later the US invaded Iraq under a completely fabricated pretext: Washington claimed that Iraqi leader Saddam Hussein had "weapons of mass destruction" (WMD). The subsequent massive invasion led to the destruction of Iraq.

 

"Hundreds of thousands of civilians died because of the US invasion or because of prior stringent economic sanctions," the Canadian academic underscores.

As it turned out later, there were no WMDs in the country. Washington's assertions that the objective was to bring democracy to Iraq sounded unconvincing. Indeed, NATO's "airstrike democracy" has borne its fruit: the country lies in ruins struck by continued war and misery.

 

"In 2011 it was the turn of Libya, a rich, independent country, led by Muammar Gaddafi, who for the previous eight years had maintained constructive relations with the West" the professor continues.

The pretext was as flawed as usual. NATO member states accused Gaddafi of attacking the civilian population of the country and sided with Islamist opposition against the Libyan leader.

 

Washington and its allies used the UN Security Council's resolution aimed at implementing a "no-fly zone" over Libya to their advantage. NATO unleashed a full-scale air campaign in Libya resulting in the victory of Islamists and Gaddafi's brutal murder.

 

"The then US Secretary of State, Hillary Clinton, like some ancient tribal barbarian (no offence intended to the latter) gloated and sneered over images of Gaddafi's bloody corpse" the Canadian academic remarks.

But NATO violence did not end there. The "Empire of Chaos," as journalist Pepe Escobar wittily labeled the United States, continued its "triumphant march" across the MENA (Middle East and North Africa) region.

 

"Encouraged by their 'success' in Libya, the United States and some of its NATO 'allies', notably France, Britain and Turkey, turned their sights on Syria and its leader Bashar al Assad" according to Professor Carley.

Needless to say, Syria now lies in ruins just like Afghanistan, Iraq and Libya. Remarkably, like in "the good old days" Washington and major NATO states have allied themselves with Muslim fundamentalists, including Jaish al-Fatah, Ahrar ash-Sham, al-Nusra Front and even Daesh.

Simultaneously Washington fomented a neo-fascist coup in Ukraine in 2014 aimed at disrupting Russia's attempts to solve the Syrian crisis through diplomatic measures.

"What is one to conclude about the conduct of the United States and NATO since 1991?" Professor Carley asks, "In what way can NATO now be described as a 'defensive' alliance?" What lay beneath Washington's unwillingness to dissolve NATO after the fall of the USSR?The truth of the matter is that the US has never been intended to dismantle the Alliance. Washington regards NATO as a political tool to coerce its competitors and partners into submission while pursuing unchallenged global dominance.

"Since 1991 the United States has become increasingly belligerent and reckless, like Wilhelmine Germany prior to World War I, but far more dangerous" the Canadian academic stresses.

 

"Washington flaunts international law and makes war against or threatens those states which do not recognize US domination. American elites exhibit no remorse for the death and destruction they have wrought. Any why should they? No one can hold them to account. The EU and NATO serve as 'international' cover to legitimize US behavior. It's the 'international community', according to Washington" Professor Carley elaborates.

 

Observing these developments Russian President Vladimir Putin has become a genuine truth-teller, challenging Washington's flawed and distorted narrative.

It is not too late for Europe to choose the right side, the academic notes.

"Russia wants to be part of Europe, not against Europe. It's a formidable country with formidable people, who would be strong allies in the tough fight which we now face against Daesh. Just remember what the Soviet people did during the Great Patriotic War" Professor Carley underscores.

 

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