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Lunedì 12 dicembre 2016

 

Un passo dopo l’altro per fermare i massacri

di François Misser

 

Da Reggio Emilia a Bruxelles a piedi per chiedere al parlamento e al consiglio dell’Ue sanzioni mirate contro i responsabili di violenze a Beni nel nord-est della repubblica democratica del Congo. È la scelta dell’italo-congolese John Mpaliza. Si attende in giornata una decisione.

 

È partito da Reggio Emilia il 23 ottobre e ha camminato 47 giorni fino a raggiungere il parlamento europeo di Bruxelles l’8 dicembre, insieme al suo amico Riccardo Montanari, dopo aver attraversato Svizzera, Germania, Francia e Lussemburgo. Sessanta persone arrivate dall’Italia, tra cui studenti e rappresentanti della società civile, lo hanno accompagnato negli ultimi chilometri.

Lui è John Mpaliza, un italo-congolese di 47 anni, chiamato “Peace walking man” perché da sei anni manifesta per la pace nell’Rd Congo. Davanti al parlamento ha spiegato a Nigrizia che lo scopo del suo cammino è denunciare il «genocidio» in atto a Beni, provincia del Nord Kivu nella Repubblica democratica del Congo, zona straordinariamente ricca di materie prime preziose.

«Bisogna intervenire adesso. Sono qui a implorarlo perché si fermino i massacri. Non vogliamo che tra dieci anni si dica che c’è stato un genocidio a Beni», esorta Mpaliza e spiega: «Ci raccontano che gli autori dei crimini fanno parte delle milizie delle Forze alleate democratiche arrivate dall’Uganda. Altri ci raccontano che si tratta di gruppi armati locali. Noi pensiamo invece che ci sia una responsabilità del governo congolese che non vuole normalizzare la situazione. E i 20mila caschi blu di stanza in Rd Congo non fanno nulla. Siamo qui per chiedere aiuto».

La marcia è stata sostenuta dal Collettivo delle donne congolesi per la pace e la giustizia e dal gruppo socialista del parlamento Ue, il cui presidente Gianni Pistella ha accolto i manifestanti all’entrata dell’edificio.

«Dobbiamo dare una risposta e portare davanti alla Corte penale internazionale i responsabili dei massacri che di Beni», ha affermato l’eurodeputata socialista Cécile Kyenge, anche lei italo-congolese. La Kyenge si augura che il Consiglio degli affari esteri, previsto per oggi 12 dicembre, decida sanzioni mirate: «Negli ultimi mesi il parlamento si è dedicato a questo problema e ha chiesto sanzioni individuali. E come parlamentari continueremo a fare pressione sul consiglio dell’Ue e sull’Alto rappresentante Ue per le relazioni estere Federica Mogherini».

Durante il loro ultimo incontro, i ministri degli esteri dei paesi membri avevano dato via libera alla Mogherini di procedere sulla via delle sanzioni. L’Rd Congo sta vivendo una difficile fase politica e istituzionale. Il 2017 si annuncia carico di tensioni, soprattutto per la scelta del presidente Joseph Kabila, che il 19 dicembre decade dal suo secondo e ultimo mandato, di spostare all’aprile 2018 la data delle elezioni presidenziali e politiche che avrebbero dovuto tenersi lo scorso novembre.

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