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9 Febbraio 2016

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Mar 02, 2016

 

Quando perdi la guerra, dai la colpa alla Russia

di Finian Cunningham

Tradotto da Mario B.

 

I politici occidentali, i media e il regime turco ne sono pieni. L’ultima ondata di profughi al confine turco-siriano sono, ci dicono, civili terrorizzati che fuggono dagli attacchi aerei russi.

Nessun dubbio che i civili in questa guerra siano presi in mezzo, ma molti di quelli ritratti come rifugiati in fuga da Aleppo, città al nord della Siria, sono in realtà miliziani in ritirata, che si arrendono a causa del successo militare russo e siriano nella repressione della loro insurrezione.

Come al solito distorcendo la realtà, i media occidentali sono lo strumento di una classica operazione di guerra psicologica per il modo in cui raccontano l’ultima fase di quella che in effetti è una guerra di aggressione da parte di potenze straniere alla Siria.

 

Incredibilmente, la Russia e l’Esercito Arabo Siriano sono dipinti come “i cattivi”, e a sua volta questa narrativa viene usata per costruire il pretesto di una “responsabilità di proteggere” – la falsa copertura umanitaria per consentire un ingiustificato intervento straniero.

Quest’intervento potrà avere la forma o di un’invasione militare del territorio siriano condotta dagli USA; o la forma di pressioni politiche e legali su Russia e Siria affinché interrompano la loro altresì molto efficace offensiva contro formazioni armate illegali.

Si deve sottolineare che questi gruppi, che possono essere obiettivamente definiti come “terroristi“, hanno provato a rovesciare il governo eletto siriano per conto di potenze straniere, tra cui USA, Gran Bretagna, Francia, e i regimi loro clienti nella regione, Arabia Saudita, Qatar e Turchia.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel è stata in Turchia questa settimana, e lì ha detto alla stampa di essere “inorridita dalla crisi umanitaria provocata principalmente dagli attacchi aerei russi” nei dintorni della città di Aleppo, nella Siria del nord.

La Merkel ha detto che lei e il Primo Ministro Turco Ahmet Davutoglu avrebbero urgentemente fatto pressioni per una “soluzione diplomatica” per fermare l’offensiva militare russo-siriana. La leader tedesca ha citato erroneamente la risoluzione 2554 delle Nazioni Unite formulata a dicembre come espressione del suo pensiero. La risoluzione in effetti dà come mandato prioritario la sconfitta dei gruppi terroristici, che è proprio ciò per cui si stanno adoperando l’esercito siriano e la Russia.

Nel frattempo, Voice of America, l’agenzia di stampa del governo USA, riferisce la situazione nella Siria del nord come segue: “La travolgente offensiva sostenuta dai Russi da parte dell’esercito del Presidente Bashar al-Assad e dei foreign fighters provenienti da Iran, Libano e Afghanistan sta causando una crisi umanitaria, costringendo migliaia di civili a fuggire verso il confine turco, secondo quanto dicono attivisti politici e i comandanti ribelli.”

Se leggete l’articolo di VOA, viene fuori che i suoi “attivisti politici e comandanti militari” sono integrati con la milizia radicale jihadista, collegata ad al-Qaeda. Difficile che siano fonti affidabili.

Altre agenzie di stampa occidentali hanno fatto un quadro degli eventi in termini simili, indicando la Russia come una potenza malvagia che infligge sofferenze ai civili siriani e che “causa una crisi umanitaria”.

Questa narrativa sta contribuendo alla costruzione di un “imperativo morale” finalizzato a giustificare una coalizione militare a guida USA che metta gli scarponi sul terreno. La scorsa settimana, è stato riferito che le forze armate turche e saudite fossero pronte a mandare truppe di terra in Siria, apparentemente per combattere gli estremisti islamici.

Il Segretario della Difesa USA Ashton Carter si dovrà incontrare a Bruxelles con membri della coalizione nel corso della settimana, per discutere i piani per un intervento di terra in Siria. Non è difficile immaginare come la presunta crisi umanitaria al confine turco-siriano possa essere invocata come pretesto aggiuntivo per la “responsabilità di proteggere”.

Non si è ancora spenta l’eco dell’intervento NATO in Libia nel 2011, che portò all’assassinio di Muammar Gheddafi, al rovesciamento del regime, e che condusse il paese ad essere devastato da reti terroristiche dello stesso genere di al-Qaeda.

In Siria ciò è amaramente ironico, visto il ruolo sistematico che gli USA e si suoi alleati della NATO nella regione hanno giocato da marzo 2011 nell’infiltrazione e destabilizzazione di un paese un tempo pacifico, con mercenari e armi per realizzare il loro piano illecito di sovversione contro Assad e il suo governo.

Ma più recentemente un ruolo veramente nefasto è stato ricoperto dal regime turco del Presidente Recep Tayyip Erdogan, che sembra aver deliberatamente esacerbato lo scenario di caos al confine siriano.

È stato la scorsa settimana che le autorità turche hanno preso la decisione di chiudere i confini a nord di Aleppo. Questo ha prevedibilmente creato un collo di bottiglia in cui, secondo le autorità turche, sono rimaste intrappolate fino a 35.000 persone, impossibilitate ad attraversare il confine per arrivare ai campi profughi. I media occidentali hanno fornito ampia diffusione delle scene caotiche che si sono verificate.

Però, le persone apparentemente in fuga da Aleppo, non sono proprio tutti “civili innocenti”, come racconta la stampa occidentale.

Secondo fonti siriane, la maggior parte di coloro che lasciano Aleppo, sono combattenti, che portano con sé le proprie famiglie. Questi militanti appartengono a brigate collegate ad al-Qaeda, come Jabhat al Nusra, Ahrar al Sham, Jaish al Fateh, e perfino al famigerato gruppo terroristico Daesh.

Video e reportage fotografici mostrano che tra coloro che scappano da Aleppo verso il confine turco, ci sono uomini che indossano uniformi da combattimento.

In un servizio televisivo di questa settimana, su France 24, una delle emittenti occidentali che maggiormente pompano la narrativa di attacchi aerei russi su obiettivi civili, la squadra di reporter ha intervistato in un ospedale turco, quattro Siriani che erano da poco fuggiti da Aleppo. Erano tutti ex “combattenti” – o terroristi. France 24 non è quindi riuscita a trovare civili da intervistare?

Dobbiamo tenere a mente anche che Aleppo ha una popolazione totale di 300.000 persone, quindi il numero di coloro che hanno lasciato la città verso il confine turco è una piccola minoranza. Fonti siriane dicono che la grande maggioranza dei residenti di Aleppo sono sollevati per il fatto che l’esercito siriano, sostenuto dall’aviazione russa, si sta finalmente muovendo per liberarli.

Negli ultimi cinque anni, i residenti di Aleppo sono stati tenuti sotto assedio dagli occupanti jihadisti che hanno imposto un regno del terrore. Gli sfortunati civili sono stati costretti con la forza a fungere da scudi umani per evitare che l’avanzante esercito siriano riprendesse la città. Questo stesso scenario si è verificato in molte altre città e cittadine riconquistate dalle forze armate siriane, per il grande giubilo dei loro abitanti di nuovo liberi.

Per sicurezza, i media occidentali non riferiranno di queste situazioni di residenti che festeggiano la liberazione, come nelle cittadine di Madaya, Rabia, Nubbul, Zahraa, Ataman e Sheikh Miskeen la settimana scorsa, e molte altre prima , sin da quando è iniziato l’intervento militare russo il 30 settembre.

La verità pura e semplice è che l’intervento militare russo in Siria ha permesso all’esercito siriano di vincere la guerra contro le forze sovversive sostenute dall’estero. Migliaia di mercenari e altri gruppi illegalmente armati che hanno seminato violenza in Siria e che adesso sono in rotta.

Ma le potenze occidentali sostengono lo spin secondo cui la vittoria russo-siriana contro una guerra criminale clandestina rappresenti in qualche modo una violazione dei diritti umani.

In effetti il successo della Russia e dei suoi alleati siriani nella repressione delle forze sovversive straniere è tale che l’Occidente sta disperatamente cercando una nuova narrazione con la quale porre in cattiva luce la vittoria russo-siriana.

È per questo che l’Occidente dà un racconto distorto della crisi umanitaria in Siria, e ne incolpa la Russia. L’Occidente e i suoi clienti non sono riusciti nel loro progetto militare clandestino, e nel loro cinico processo politico condotto Ginevra. Stanno perdendo la loro guerra in Siria, e stanno tirando fuori vere e proprie menzogne a fini di propaganda contro la Russia.

E purtroppo, politici occidentali idioti come Angela Merkel stanno spalla a spalla con le stesse persone che hanno creato la crisi siriana e che stanno causando sempre più guai all’Europa.

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